roberto gualtieri cinghiali rifiuti

NON C'E' VIRGINIA RAGGI MA GUALTIERI EPPURE ROMA E’ RIMASTA UNA FOGNA TRA MONNEZZA, CINGHIALI, TOPI E GABBIANI - ANCHE DAL VATICANO ARRIVANO I PRIMI SILURI CONTRO GUALTIERI – MONSIGNOR BENONI AMBARUS: “SE L'AMMINISTRAZIONE NON TROVERÀ UNA SOLUZIONE ALLA QUESTIONE DEI RIFIUTI COME POTREMO ARRIVARCI MIGLIORI AL GIUBILEO 2025?” - E NELLA CORRENTE ANTAGONISTA DI BETTINI QUALCUNO INIZIA A MIRARE AL SINDACO: “E' INADEGUATO”

roberto gualtieri foto di bacco

Giorgio Gandola per “La Verità”

 

In fondo il miracolo è avvenuto. Ai cinghiali si sono aggiunti topi e gabbiani, che banchettano al tramonto nelle mille piccole discariche abusive della Capitale travolta dalla monnezza. Mentre il sindaco Roberto Gualtieri tenta di imparare le note del «Bidone sputacchione», canzone per bambini ricicloni che andava di moda una decina d'anni fa, Roma trascorre «l'estate della rinascita» (promessa piddina postelettorale) in mezzo ai miasmi e ai rifiuti. Foto, video, indignazione web dei turisti restituiscono il senso dell'emergenza, mentre il ponentino rinfresca la pennica dei quartieri vip trasportando fra i pini marittimi un olezzo da partita ortofrutticola andata a male.

 

Il sistema mediatico compiacente continua a far finta di non vedere lo scempio (fosse amministrata dal centrodestra ci sarebbero le edizioni straordinarie) eppure al Nazareno c'è preoccupazione, non solo olfattiva, ma politica.

 

rifiuti monnezza roma nord

A sinistra si sapeva che la conquista di Roma dopo cinque anni di Virginia Raggi avrebbe creato conseguenze, ma si sperava che il sostegno della macchina regionale di Nicola Zingaretti avrebbe attenuato le difficoltà. «Invece siamo già in mezzo al guado, anzi sui rifiuti stiamo sott' acqua», spiffera un parlamentare dem che per hobby fotografa la monnezza. «Del resto, se la Raggi la voleva trasformare in sculture, io posso sperare di farci una mostra».

 

Al di là delle battute, dentro il Pd nessuno sottovaluta il tema Gualtieri e nella corrente antagonista di Goffredo Bettini qualcuno comincia a spendere la parola «inadeguato». Nel senso di inconcludente, avvezzo al marketing personale ma per niente operativo.

 

BENONI AMBARUS

Per ora la copertura politica (quindi redazionale) è garantita, ma chi conosce la complessità della Capitale e l'evanescenza di un ex ministro dell'Economia che litigava con i numeri, sa che potrebbe ripetersi il film di Ignazio Marino. Finora il sindaco si è occupato del fashion. Ha partecipato a ogni manifestazione cool compreso il gay pride, ha inaugurato mostre e festival, ha incassato stando fermo i 1,5 miliardi per il Giubileo del 2025, ha assunto 20 addetti amministrativi e 155 netturbini (altri 500 ne ha promessi entro l'anno). Ma i rifiuti stanno sempre lì.

 

Da Torrevecchia alla Garbatella passando per Prati e per il centro storico, la morsa non molla la città. I giri di raccolta saltano, i camioncini non scaricano sulle macchine-madre destinate a Rocca Cencia e ad altri impianti, Roma si riempie di immondizia. L'incendio del centro per il trattamento meccanico-biologico di Malagrotta ha aggravato la situazione e in attesa del termovalorizzatore che Giuseppe Conte non vuole (al punto da farne un caso in parlamento), Gualtieri abbozza: «Troppe strade sono ancora sporche e non sufficientemente curate dal punto di vista della raccolta e dello spazzamento. Questo lavoro richiede uno sforzo e un'accelerazione particolare che chiediamo ad Ama di realizzare». Parole che non convincono nessuno, neppure il Vaticano.

GOFFREDO BETTINI ROBERTO GUALTIERI BY EDOARDO BARALDI

 

Proprio ieri sul Campidoglio è piovuto il siluro di monsignor Benoni Ambarus, vescovo ausiliare della città santa per concessione di papa Francesco, che a Vatican News ha detto: «Roma rischia di diventare una vera e propria giungla urbana. Oltre al degrado umano c'è un degrado ambientale contro cui l'amministrazione dovrebbe lottare, un degrado che a volte rischia di diventare un alibi per il singolo cittadino, per il quale c'è sempre qualcun altro che deve fare qualcosa».

 

L'alto prelato ha aggiunto: «Ai romani dovrebbe essere dato anche un premio perché arrivano alla fine della settimana senza avere "scapocciato" troppo rispetto alla corsa a ostacoli che devono vivere su tutti i fronti. I romani fanno un corso di sopravvivenza quotidiana».

monnezza balduina immondizia rifiuti

 

Sollecitato sul Giubileo del 2025, Benoni Ambarus è stato definitivo: «Se l'amministrazione non troverà una soluzione davvero risolutiva alla questione dei rifiuti come potremo arrivarci migliori? Le istituzioni devono fare uno scatto di dignità». Uno schiaffo in pieno volto a Mister Bella Ciao, peraltro già criticato da storici alleati del progressismo dem come i cinematografari vip (Elena Santarelli, Claudia Gerini, Alessandro Gassman, Anna Foglietta). E addirittura dalla Cgil, vale a dire dal braccio armato del Pd, che invoca l'arrivo dei militari.

giuseppe conte goffredo bettini roberto fico e gualtieri alla camera ardente di david sassoli

 

Dopo aver contestato la scelta del termovalorizzatore, il sindacato rosso è contro il sindaco anche sulla politica della raccolta quotidiana. «L'amministrazione non ha avuto il coraggio di dichiarare l'emergenza e di fare cose straordinarie», ha detto il segretario regionale Natale Di Cola.

 

«Bisognava trovare luoghi dove stoccare dalle 10 alle 20.000 tonnellate di rifiuti per permettere alla città di non avere questa emergenza. Era politicamente difficile chiedere aiuto all'esercito ma era necessario perché ci vogliono decine di giorni per recuperare i rifiuti a terra». Pattumiera Capitale per Gualtieri, che nel frattempo discetta davanti allo specchio di «economia circolare», «nuove tecnologie green», «riuso e recupero energetico con i biodigestori» come se avesse ancora davanti Ursula Von der Leyen con lo sguardo fisso.

 

GUALTIERI

Mentre Roma boccheggia, lui sta a Parigi e posta su Twitter la foto con l'omologa Anne Hidalgo. «Sono qui per rilanciare il gemellaggio che lega da 66 anni le nostre due città». Chiederle come fa a smaltire la poubelle del Marais è troppo volgare.

monnezzaROMA MONNEZZA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HA VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…