NON DITE A FONTANA E SALVINI CHE C’ERA ANCHE UN DIRIGENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA TRA GLI ESTENSORI DEL “PIANO SEGRETO” PER IL CORONAVIRUS – LA LEGA CHIEDE LE DIMISSIONI DI CONTE E IL COPASIR VUOLE SENTIRE SPERANZA DOPO LE AMMISSIONI DEL DG DEL MINISTERO – MA NEL COMITATO CHE HA LAVORATO AL PIANO C’ERA ANCHE ALBERTO ZOLI IN RAPPRESENTANZA DELLA LOMBARDIA – LA DOMANDA DA FARE A “BOB HOPE” È UN’ALTRA: SE C’ERA DAVVERO QUESTO PIANO PERCHÉ È ANDATO TUTTO MALE E GLI OSPEDALI NON ERANO PREPARATI ALL’EPIDEMIA?

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1 – PIANO SEGRETO DELLA SANITÀ, PARTECIPÒ ANCHE UN DIRIGENTE DELLA LOMBARDIA

Mauro Evangelisti per “il Messaggero”

 

ALBERTO ZOLI ALBERTO ZOLI

Nel Comitato tecnico scientifico che ha lavorato sul piano anti-pandemia secretato c'era anche un dirigente della Regione Lombardia. Nella lettera di incarico della Conferenza delle Regioni, datata 4 febbraio, viene detto chiaramente che Alberto Zoli è «rappresentante regionale». «Ma non era lì per noi, non ci ha mai riferito nulla» giura il governatore della Lombarda, Attilio Fontana. Torniamo indietro con il nastro. Quando a fine gennaio a Roma apparve la prima ambulanza di biocontenimento, con gli infermieri protetti dalle tute bianche che andarono in un hotel a recuperare i due turisti di Wuhan positivi al coronavirus, l'alert dell'Organizzazione mondiale della sanità, rilanciato a tutte le Regioni, era già noto da settimane. In altri paesi europei, ogni giorno, venivano annunciati nuovi casi positivi.

matteo salvini attilio fontana matteo salvini attilio fontana

 

SCENARI

«Di cosa stiamo parlando? - racconta una fonte interna ai dem commentando le polemiche sul piano segreto sul coronavirus che ipotizzava anche rischi molto pesanti - era ovvio che l'Italia si fosse preparata con una serie di scenari ipotizzati dagli esperti. Ora la Lega sta alzando polverone solo perché vuole distogliere l'attenzione dal caso Lombardia».

 

la libreria di matteo salvini quarantena edition 1 la libreria di matteo salvini quarantena edition 1

Sul piano segreto e sulle previsioni degli esperti che, prima a fine gennaio, poi più nel dettaglio il 12 febbraio, mettevano in guardia di fronte alle possibili conseguenze dell'epidemia di Sars-CoV-2, ieri tutta l'opposizione è andata all'attacco, a partire dalla Lega e dal governatore della Lombardia, Attilio Fontana. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha ripetuto che al Paese non servono le polemiche. E ha confermato: «Lo studio per preparare le misure relative alla lotta contro l'eventuale arrivo del coronavirus è stato condotto da ministero della Salute, Istituto superiore di sanità, Spallanzani e ha contribuito il rappresentante delle regioni nel Comitato tecnico scientifico. Lo studio è stato uno degli strumenti utili alla definizione delle misure adottate dal 21 febbraio».

Attilio Fontana Attilio Fontana

 

Speranza ricorda che sarebbe stato grave non avere un piano: «È un merito aver approfondito i possibili scenari e le eventuali azioni da mettere in atto già dal 12 febbraio quando in Italia c'erano 3 casi e il centro europeo per la sorveglianza ed il controllo delle malattie, considerava bassa la possibilità di diffusione del contagio». Sull'altro fronte il centrodestra, e in particolare la Lega che sta tentando di fare scudo in difesa di Fontana (anche ieri la Lombardia, malgrado il lockdown, ha registrato 1.161 casi), insiste. Il Copasir sentirà in audizione Speranza, il ministro dell'Innovazione Paola Pisano, il direttore del Dis, generale Gennaro Vecchione e Roberto Baldoni, vicedirettore per la cybersicurezza del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza della Presidenza del Consiglio. Oggetto: approfondimento sull'emergenza coronavirus (dunque il piano segreto) e la App Immuni. Ad annunciarlo il presidente del Copasir, Raffaele Volpi, che è un senatore della Lega.

MATTEO SALVINI CON GLI OCCHIALI 1 MATTEO SALVINI CON GLI OCCHIALI 1

 

L'offensiva è guidata dal leader, Matteo Salvini: «Se è vero che questo piano segreto è stato tenuto nascosto non solo agli italiani ma anche ai sindaci e ai governatori sarebbe di una gravità inaudita. Qualcuno ne dovrà rispondere». Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, esprime un pensiero molto simile: «Il governo era al corrente dei rischi della pandemia ma li ha tenuti segreti. L'ha detto il direttore generale del ministero della Sanità, Urbani, parlando di un piano riservato. Sono rivelazioni gravissime: è la verità? L'Italia e la Lombardia hanno il diritto di sapere. Chiedo chiarimenti al presidente del Consiglio Giuseppe Conte».

 

DA MILANO

ALBERTO ZOLI ALBERTO ZOLI

Ancora: in realtà ai primi di febbraio un esperto di Regione Lombardia, Alberto Zoli (direttore di Areu, l'agenzia regionale per l'emergenza urgenza), è entrato a fare parte del Comitato tecnico scientifico della Presidenza del Consiglio. Come mai non ha informato Fontana dello studio sui rischi della pandemia? Replica del governatore: «Era in qualità di esperto in emergenza e urgenza, non di Regione Lombardia. Detto ciò nessuna informazione inerente il suo lavoro all'interno del Cts ci è mai stata riferita, anche perché - come lo stesso Zoli ci ha comunicato dal principio - l'incarico era di natura strettamente riservata».

 

ROBERTO SPERANZA CORONAVIRUS ROBERTO SPERANZA CORONAVIRUS

In sintesi: Fontana sapeva che un esperto di Regione Lombardia stava lavorando con il Comitato tecnico scientifico sui rischi della pandemia, ma con un «incarico strettamente riservato». Anche Fratelli d'Italia si schiera con la Lega. Il capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida: «Conte deve chiarire».

 

2 – LITE SUL «PIANO SEGRETO». LEGA ALL'ATTACCO

Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”

 

La notizia del «piano segreto» per l' emergenza coronavirus diventa uno strumento di lotta politica. La Lega si scaglia contro il governo e invoca le dimissioni del premier Giuseppe Conte. Il Copasir, guidato dal leghista Raffaele Volpi, vuole sentire il ministro della Salute e chiederà l'«immediata acquisizione» del documento secretato. Ma Roberto Speranza schiva lo scontro e invita a lavorare «senza polemiche politiche».

guido bertolaso attilio fontana guido bertolaso attilio fontana

 

Per il ministro di Leu, che sottolinea come il testo finito nella bufera non fosse un piano, bensì uno studio, quelle 60 pagine di tabelle e proiezioni matematiche ispirate al dramma di Wuhan hanno consentito all' Italia di salvare migliaia di vite: «La prima bozza è del 12 febbraio, quando in Italia c' erano 3 casi e il Centro europeo per la sorveglianza e il controllo delle malattie considerava bassa la possibilità di diffusione del contagio».

 

conte speranza conte speranza

Due giorni fa il direttore generale della Programmazione sanitaria del ministero, Andrea Urbani, ha spiegato al Corriere della Sera che nel documento erano simulati tre scenari: uno dei quali così drammatico che si è scelto di non divulgare lo studio «per non scatenare il panico nella popolazione». Secondo la proiezione più funesta, in assenza di lockdown l' Italia rischiava la cifra choc di 600 mila, forse 800 mila morti. Numeri sconvolgenti, che adesso al ministero nessuno più conferma. Quanto alla scelta di tenere riservato il documento, sarebbe stata presa in seno al Comitato tecnico-scientifico e non al ministero della Salute.

 

Le opposizioni accusano il governo di essere rimasto inerte per un mese. E Matteo Salvini attacca: «Se è vero che questo piano "segreto" è stato tenuto nascosto non solo agli italiani, ma anche ai sindaci e ai governatori, sarebbe di una gravità inaudita».

ANGELO BORRELLI ROBERTO SPERANZA GIUSEPPE CONTE ANGELO BORRELLI ROBERTO SPERANZA GIUSEPPE CONTE

 

Il ministro Speranza rivendica «il merito di aver approfondito con quello studio i possibili scenari e le eventuali azioni da mettere in atto dal 21 febbraio, quando è scoppiato il primo focolaio». E, per rispondere indirettamente al leader del Carroccio, ricorda che il piano è stato elaborato dal ministero «con l' istituto superiore di Sanità, lo Spallanzani e anche le Regioni». Ma il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, assicura di non essere a conoscenza di alcun piano pandemico del governo: «Non c' è stato alcun coinvolgimento di Regione Lombardia».

GUIDO BERTOLASO ATTILIO FONTANA GUIDO BERTOLASO ATTILIO FONTANA

 

Il governatore ha scritto a Conte per chiedere dell' esistenza del piano e ha smentito che Alberto Zoli, direttore di Areu, abbia avuto un ruolo nella stesura del documento: «È stato chiamato a far parte dai primi di febbraio del Comitato tecnico-scientifico della Presidenza del Consiglio, ma in qualità di esperto in emergenza e urgenza, non di Regione Lombardia».

 

Il leghista Roberto Calderoli ritiene «molto grave» quello che è emerso con le rivelazioni di Urbani al Corriere : «Il premier Conte o ignorava i contenuti del piano, e questo sarebbe già un motivo per le dimissioni immediate, oppure ne conosceva i contenuti e questo significa che, quando ancora a febbraio ripeteva che era tutto sotto controllo, stava mentendo al Paese».

 

GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA

Urbani ha detto che il ministero ha cominciato a lavorare al piano intorno al 20 gennaio, il che autorizza la Lega, con Massimiliano Romeo, ad accusare Palazzo Chigi di non aver lanciato in tempo l' allarme: «Perché il governo non ha agito di conseguenza informando tutti, reperendo e facendo produrre dispositivi di sicurezza e attuando piani a tutela della salute pubblica?».Una critica che Speranza neutralizza, calendario alla mano: «La prima versione è del 12 febbraio, quando in Italia i malati di Covid erano solo tre». E il caso continua.

 

 

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