orlando zingaretti

NON FATE SENTIRE LA CANZONE DI ORLANDO AL M5S - ''LE REGIONALI MODIFICANO L'ASSE DEL GOVERNO, I TEMI VANNO RIDISCUSSI''. IL GRILLINO GUBITOSA VA SUBITO AL NOCCIOLO: ''SULLA PRESCRIZIONE E SULLA REVOCA DELLE CONCESSIONI AUTOSTRADALI NON SI PUÒ TORNARE INDIETRO''. MA L'OBLITERAZIONE POLITICA DEI 5 STELLE PESERÀ PARECCHIO SUL LAVORO DI CONTE

 

andrea orlando 4

  1. ORLANDO, IL RISULTATO DELLE REGIONALI MODIFICA L'ASSE DEL GOVERNO, RIDISCUTERE I TEMI

ANSA

 

"E' giusto che oggi si usi questo risultato per modificare l'asse politico del governo su molte questioni. Ad esempio il M5S, dopo questa severa sconfitta, dovrebbe rinunciare a un armamentario che non paga elettoralmente e che rende difficile l'attività di governo. Ad esempio, sulla questione della giustizia dovrebbe esserci una disponibilità al confronto superiore a quella che c'è stata finora". Lo afferma il vice segretario del Pd Andrea Orlando a Circo Massimo su radio Capital parlando del governo. "Tra le buone notizie di stanotte - aggiunge -  il Pd torna ad essere il primo partito in Emilia Romagna dopo due tornate elettorali".

 

"Noi non vogliamo dei posti: vogliamo un assetto programmatico che tenga maggiormente conto dei temi delle diseguaglianze, della lotta per la transizione ecologica" e "che sia messa da parte dal M5s una certa vena antipolitica e giustizialista", sottolinea il vicesegretario del Pd, su La7 parlando delle ripercussioni che il voto potrebbe avere sul governo. Un rimpasto? "Non credo che si ponga questa questione, ci interessano i temi", osserva. "Assolutamente vogliamo rivedere i decreti sicurezza e trovare un accordo per una norma diversa da quella Bonafede sulla prescrizione".

 

giuseppe conte nicola zingaretti 1

 

Tornando al partito Orlando dichiara ancora:  "Il Pd è di nuovo il primo partito dopo due tornate in cui in Emilia Romagna era molto distante dall'esserlo. Dopo due scissioni, siamo il partito di maggioranza relativa con una crescita significativa. Ora bisogna andare a un momento rifondativo. Penso che questo sia un passaggio giusto. C'è bisogno di aprire il partito e di rimettere in discussione gli organismi dirigenti".

 

 

  1. GOVERNO: ORLANDO, NON VOGLIAMO RIASSETTO POSTI MA TEMI

 (ANSA) - "Noi non vogliamo dei posti: vogliamo un assetto programmatico che tenga maggiormente conto dei temi delle diseguaglianze, della lotta per la transizione ecologica" e "che sia messa da parte dal M5s una certa vena antipolitica e giustizialista". Lo dice Andrea Orlando, vicesegretario del Pd, su La7. Un rimpasto di governo? "Non credo che si ponga questa questione, ci interessano i temi", aggiunge. "Assolutamente vogliamo rivedere i decreti sicurezza e trovare un accordo per una norma diversa da quella Bonafede sulla prescrizione".

andrea orlando e nicola zingaretti

 

  1. GUBITOSA(M5S),SU PRESCRIZIONE-ASPI NO PASSI INDIETRO

 (ANSA) - "Mi dispiace sentire le parole di Orlando sulla necessità di rivedere l'asse politico del governo. Il Pd e noi stessi abbiamo sempre detto che il voto alle regionali non avrebbe pregiudicato l'attività di governo. Spero non si vogliano strumentalizzare le elezioni locali per fare passi indietro su temi decisivi quali la prescrizione o la revoca delle concessioni autostradali. Per il M5S al centro di qualsiasi accordo resteranno sempre i temi per i cittadini". Lo scrive, in un tweet, Michele Gubitosa, deputato del MS5.

 

 

  1. PD-CONTE, PARTE LA VERIFICA PER RIEQUILIBRARE I PESI NELLA MAGGIORANZA

Manuela Perrone per www.ilsole24ore.com

 

 

La vittoria di Stefano Bonaccini in Emilia Romagna fa tirare al Governo un sospiro di sollievo. Ed è destinata a cambiare i “pesi” all’interno della maggioranza. Perché consolida l'asse tra Giuseppe Conte e il Pd e fa emergere l'irrilevanza del M5S e della sua scelta di correre in solitaria.

 

Il premier non può non gioire, dopo le professioni di ottimismo delle ultime settimane. Lo spettro di una spallata della Lega di Matteo Salvini e di elezioni anticipate, a cui Conte non ha comunque mai creduto, è evitato. La sua scommessa sulla necessità di un campo largo progressista che possa fare da argine alla destra di Matteo Salvini sembra vincente. D'altronde, il presidente del Consiglio ha tifato per un'alleanza strutturale alle regionali tra Pd e M5S anche dopo la sconfitta in Umbria. E di quel fronte riformista si vede già nel ruolo di federatore. Adesso che nella battaglia campale emiliana i dem tengono, per giunta senza il soccorso “giallo”, può assistere alla plateale sconfessione dei pentastellati “neutralisti”, quelli che continuano a vedersi autonomi dalla destra e dalla sinistra e che rifiutano nuovi accordi.

renzi zingaretti

 

Cresce il peso dei dem

A questo punto la sponda che i Democratici hanno sempre offerto a Conte, soprattutto nelle fasi più complicate della gestazione della legge di bilancio, potrebbe ribaltarsi. Nel senso che potrebbe essere il presidente del Consiglio a dover cedere terreno alle richieste del Pd, placando al contempo l'assedio di Matteo Renzi e di Italia Viva. I primi banchi di prova saranno due, e molto diranno di questa fase 2 del Governo: la decisione sulla revoca della concessione ad Autostrade, su cui i dem sono molto più cauti dei Cinque Stelle, e il destino della riforma della prescrizione, che potrebbe cambiare. Ma sono tanti i dossier su cui il Pd potrebbe alzare la testa, dalla riforma del fisco alla revisione di quota 100 e reddito di cittadinanza, fino a una modifica incisiva dei decreti sicurezza.

 

La verifica già in settimana

Palazzo Chigi intende lanciare subito un segnale di ripartenza: i capidelegazione saranno convocati dal premier entro la fine della settimana per il decollo della verifica sul cronoprogramma. Sarà intorno all'Agenda 2023 che la compagine proverà a ritararsi e a cercare nuovi equilibri. Conte è consapevole di doversi muovere con cautela: messi in sicurezza il Governo e la sua stessa permanenza sullo scranno di Palazzo Chigi, deve evitare la definitiva implosione del M5S in Parlamento, dove continuano a essere il partito di maggioranza relativa.

 

Mediando il più possibile per evitare il rischio di arroccamenti identitari generati dall'ennesima disfatta. Almeno fino a marzo, quando gli stati generali dovrebbero definire il “nuovo” Movimento. Ma il pericolo più grande è scampato e il referendum confermativo del taglio dei parlamentari servirà a blindare la legislatura. Adesso si tratta soltanto di aggiustare la rotta.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…