maurizio leo giorgia meloni alessandro rivera

NON C’È PIÙ TEMPO DA PERDERE: GIORGIA MELONI CHIUDERÀ LA PARTITA DEI VICEMINISTRI ENTRO LUNEDÌ. NEL FRATTEMPO, SI COMPORTA COME SE LA SQUADRA FOSSE GIÀ AL COMPLETO: IL DOSSIER DELLA LEGGE DI BILANCIO È GIÀ DI FATTO AFFIDATO AL FEDELE MAURIZIO LEO, VICEMINISTRO DELL’ECONOMIA IN PECTORE, CHE SARÀ AFFIANCATO DA MAURIZIO CASASCO (FI) E FEDERICO FRENI (LEGA) – ORMAI CERTA LA MANCATA RICONFERMA A DIRETTORE GENERALE DEL TESORO DI ALESSANDRO RIVERA

Mauro Bazzucchi per “La Verità”

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

Per come la vede il premier Giorgia Meloni, sul completamento della squadra di governo la maggioranza è già fuori tempo massimo.

 

Per questo, i «tempi supplementari» concessi a Lega e soprattutto a Fi per arrivare alla quadra sui nomi dei viceministri e dei sottosegretari non saranno prolungati oltre la scadenza fissata al Consiglio dei ministri di lunedì.

 

Anche ieri, come giovedì, la giornata del presidente del Consiglio è stata scandita, accanto ai colloqui telefonici con i leader mondiali (tra cui spiccano il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky) da incontri con i suoi più stretti collaboratori economici.

MAURIZIO LEO GIORGIA MELONI

 

Questo perché - fanno notare da Palazzo Chigi - la situazione inedita che ha visto un governo per la prima volta insediarsi a ridosso della sessione di bilancio impone una marcia a tappe forzate, che consiglierebbe agli alleati di centrodestra di non indugiare in conte interne o in un braccio di ferro tra componenti per ottenere più o meno posti di sottogoverno.

 

Maurizio Casasco 2

A questo proposito, c'è da dire che Meloni si sta rapportando con il Mef come se la squadra fosse virtualmente completa, dunque senza aspettare le nomine ufficiali e il formale giuramento. Il premier, infatti, oltre naturalmente al titolare di Via XX settembre Giancarlo Giorgetti, sta incontrando o sentendo a più riprese il responsabile economico di Fdi Maurizio Leo, nelle vesti di viceministro in pectore dell'Economia, e questo è un dato ancor più rilevante se si pensa che, normalmente, il dossier legge di Bilancio viene affidato a un viceministro o a un sottosegretario, che per settimane si dedica esclusivamente a seguire il passaggio parlamentare del provvedimento.

federico freni 4

 

Tutti gli indizi, dunque, lasciano pensare che questa incombenza sarà affidata all'uomo di fiducia del leader di governo. Sempre restando al Mef, una volta detto che Leo è praticamente già in sella come viceministro e che con ogni probabilità i sottosegretari saranno Maurizio Casasco per Fi e per la Lega Federico Freni, c'è una partita parallela per i ruoli dirigenziali e di gabinetto che è entrata anch' essa nel vivo, e che per ora vede Stefano Varone come capo di gabinetto e Daria Perrotta capo del legislativo.

MAURIZIO LEO GIORGIA MELONI

 

La notizia più importante, in quest' ottica, potrebbe essere la mancata riconferma a direttore generale di Alessandro Rivera, in carica dal 2018, di stretta osservanza draghiana e considerato inamovibile fino a poco tempo fa, anche a dispetto dell'alternanza politica. E invece, secondo i bene informati, la voglia di procedere con lo spoil system da parte del nuovo esecutivo potrebbe investire anche Rivera, che negli ultimi anni era stato immune.

 

ALESSANDRO RIVERA

Tanto più che in passato la stessa Meloni aveva espresso in chiaro le proprie critiche su come Rivera aveva gestito alcuni dossier. La questione che si pone, a questo punto, è naturalmente quella del possibile sostituto, e gli spifferi di corridoio starebbero spingendo il profilo di Luigi Buttiglione, economista di scuola liberale già dirigente in Bankitalia e in Bce, il cui nome era stato fatto nella fase del toto ministro dell'Economia accanto a quello di Fabio Panetta.

 

GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI

Ma il cdm di lunedì, oltre a decretare il fischio finale sul «sottogoverno», dovrà anche modificare il dl Aiuti, con il primo pacchetto a sostegno di famiglie e imprese in difficoltà a causa del caro bollette e dell'inflazione. Su questo fronte, la riunione dell'esecutivo dovrebbe essere preparata da un preconsiglio fissato per domani.

 

Tornando alla questione viceministri e sottosegretari, oltre a quelle sui singoli nomi, permane qualche incertezza sulla ripartizione: se il partito di Silvio Berlusconi incasserà due viceministri e sei sottosegretari, o tre vice e cinque sottosegretari, a fronte dei due vice e otto o nove sottosegretari per la Lega.

 

Articoli correlati

\'REPUBBLICA\' SI DISPERA PER IL DESTINO DEL DG DEL TESORO, RIVERA, E \'IL FATTO\' MENA: DA BOSCO E DA..

 

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…