NON SONO BASTATE FIDANZATE E COPERTINE, SALVINI E DI MAIO ARRETRANO NEI SONDAGGI - PER LA PRIMA VOLTA CALANO SIA M5S (22,3%) SIA LEGA (31,4%) - DÀ CENNI DI VITA “FORZA ITALIA” (10,1%), IL PD CON ZINGARETTI CRESCE DI MEZZO PUNTO: 21,5% - STABILE “FRATELLI D’ITALIA” AL 4,8%  

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Laura Cesaretti per “il Giornale”

 

MATTEO SALVINI E FRANCESCA VERDINI MATTEO SALVINI E FRANCESCA VERDINI

La luna di miele è finita, le mirabolanti promesse non sono state mantenute, la carrozza del governo rischia di tornare presto ad essere solo una zucca. E i sondaggi, pur confermando che la Lega, in vista delle elezioni europee, è ancora il primo partito, iniziano a registrare la risacca dei consensi per la maggioranza.

 

L' ultima rilevazione è quella di Emg per la trasmissione di Rai Tre Agorà: il 31,4% degli intervistati dice che se si votasse oggi sceglierebbe il partito guidato da Salvini (in calo dello 0,5% rispetto alla settimana scorsa). Il 22,3% risponde che voterebbe per i Cinque stelle, percentuale in calo dello 0,4% rispetto alla rilevazione di una settimana fa. In totale le intenzioni di voto dei partiti di governo raggiungono il 53,7%, in calo di quasi un punto.

Sul fronte delle opposizioni, Forza Italia e Pd guadagnano terreno: più significativa la crescita di Forza Italia, che con il 10,1% aumenta di quasi un punto (+0,8%).

LUIGI DI MAIO VIRGINIA SABA GIUSEPPE CONTE BY OSHO LUIGI DI MAIO VIRGINIA SABA GIUSEPPE CONTE BY OSHO

 

Mentre il Pd, con il 21,5%, cresce di mezzo punto. Stabili Fratelli d' Italia al 4,8% e Più Europa al 2,9%. La «super-media» dei sondaggi, fatta ogni settimana da YouTrend, conferma le tendenze: non è più solo il Movimento cinque stelle (ormai testa a testa con il Pd) a calare, ma anche il Carroccio. E le amare realtà economiche registrate dal Def (a cominciare dal fallimento delle sedicenti «grandi riforme» gialloverdi, reddito di cittadinanza e Quota 100) non contribuiranno certo, nei prossimi giorni, ad invertire la rotta.

 

Il clima sta cambiando, e non solo intorno ma anche dentro il governo. Le fanfaronate e le rutilanti promesse del premier e dei suoi due vice non trovano più la stessa accoglienza accondiscendente dentro l' esecutivo. I segnali si moltiplicano: Salvini e Di Maio, stavolta, hanno sperimentato la resistenza inaspettata del ministro Tria alle loro pretese.

 

MEME SU LUIGI DI MAIO CHE LIMONA VIRGINIA SABA MEME SU LUIGI DI MAIO CHE LIMONA VIRGINIA SABA

Ma persino Giancarlo Giorgetti ha spiazzato Salvini, per non parlare di Conte e Di Maio: per fare la mitologica flat tax, ha lasciato capire, sarà necessario alzare le tasse a tutti, grazie all' aumento dell' Iva: «Si vedrà nella legge di Bilancio». Una improvvisa presa d' atto della realtà che ha colto alla sprovvista i tre, intenti a far passare l'idea che l' albero degli zecchini fosse stato piantato e pronto a dare i suoi frutti.

 

Invece il governo si sta incartando sui mille fronti aperti: dai decreti «crescita» e «sblocca cantieri» che non riescono a vedere la luce, ai cosiddetti «truffati dalle banche» che minacciano di scendere in piazza contro il governo che non sgancia i generosi rimborsi promessi, alla Libia precipitata nel caos con l' Italia totalmente fuori gioco. La tensione interna è altissima, la guerriglia nella maggioranza permanente, il premier non riesce a mediare neppure sugli ordini da fare al bar.

 

NICOLA ZINGARETTI E MATTEO RENZI NICOLA ZINGARETTI E MATTEO RENZI

La campagna elettorale permanente paralizza tutte le decisioni, ma la propaganda non morde più come prima. E il dopo Europee è estremamente incerto: al Quirinale non nascondono l' allarme per la tenuta dei conti pubblici e la manovra d' autunno, e non escludono che la situazione possa precipitare dopo il voto. E fanno trapelare i tre possibili scenari: un fragile rimpasto per cambiare gli equilibri interni in maggioranza; una nuova maggioranza guidata da un politico o un tecnico chiamato a fare una pesante manovra (ma con quali numeri?). O anche il rischio di precipitare verso elezioni anticipate. Una cosa si tiene a sottolineare: l' agenda di Mattarella, nelle due settimane post-voto, sarà tenuta libera da impegni esterni.

 

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