NON TEMO IL BERLUSCONI FUORI DA ME MA QUELLO DENTRO DI ME - DAGO: “E’ DURA AMMETTERE CHE UN PERON CON I TACCHETTI, UN FABBRICANTE DI MILIARDI CHE HA SVUOTATO IL CERVELLO DEGLI ITALIANI CON QUIZ E INDOVINELLI, UN BIGNÉ IN DOPPIOPETTO SEMPRE TRUCCATO, CON CINQUE FIGLI E DUE MOGLI, CHE NE HA COMBINATE DI COTTE E DI CRUDE, SIA DOPO DRAGHI IL PREFERITO DAGLI ITALIANI PER IL QUIRINALE. PERCHÉ UN PAESE DA OLTRE VENT’ANNI HA PERSO LA TESTA PER UN MILIARDARIO DONNAIOLO CHE ALL’ETICA DELLE ISTITUZIONI HA SEMPRE PREFERITA LA COTICA DEI PROPRI AFFARI? PERCHÉ DENTRO DI NOI C’È IL FOLLE INCONFESSABILE DESIDERIO DI ESSERE UN BERLUSCONI…”

Roberto D’Agostino per “Vanity Fair”

 

roberto d agostino

Tenetevi saldi. Trattenete il respiro. Governate lo shock. Di più: allontanate pure i pupi e i deboli di cuore. Il Gran Banana di Arcore, giunto alla tenera età di 85 anni, è più vispo che mai. E lotta insieme a noi. A ripeterlo, sono in tanti, giornali e telegiornali in prima fila: “Berlusconi rinfocola il suo sogno di diventare presidente della Repubblica”. Ci crede talmente tanto l’antico Caimano da contattare personalmente deputati e senatori a cui spiega il senso della sua candidatura al Colle elargendo consigli, battute, promesse. Lo stregone del Bunga Bunga è arrivato al punto di chiedere al fidato Gianni Letta di organizzare un incontro con il nipote Enrico Letta per discutere della sua elezione al Colle.

 

berlusconi corna

Al volto basito dell'Eminenza azzurrina, Berlusconi ha risposto con lo slancio messianico di chi è convinto di poter arrivare dove vuole: "Sono sicuro che se gli parlo, lo convinco". A rinforzare le ambizioni del Sire di Hardcore (lasciando tutti noi attoniti), è arrivato il sondaggione di Izi sul gradimento degli italiani al toto-nomi per il Quirinale.

 

Al primo posto c'è Mario Draghi con il 23,4% delle preferenze seguito proprio da Berlusconi (20,6%) che ha superato in classifica il povero Mattarella con il 19,3% delle simpatie. Segue Pier Luigi Bersani con il 12%. Al quinto posto Emma Bonino con il 10,1% delle preferenze. Marta Cartabia si ferma al 5,2%. Seguono Paolo Gentiloni (4,1%), Pierferdinando Casini (2,4%), Paola Severino (1,9%). Chiude Giuliano Amato all'1,1%.

 

silvio berlusconi corna 5

Certo che è dura. Durissima dover ammettere che un Peron con i tacchetti, un fabbricante di miliardi che ha svuotato il cervello degli italiani con quiz e indovinelli, un bigné in doppiopetto sempre truccato, con cinque figli e due mogli, sgradevolmente donnaiolo, che ne ha combinate di cotte e di crude.

 

Come quella volta che, giovane editore in ascesa, firmò di venerdì un accordo per dividersi gli spazi pubblicitari con la concorrenza che sarebbe scattato dal lunedì successivo. Subito dopo riunì in ufficio i suoi agenti: “Avete sabato e domenica per acchiappare tutta la pubblicità che potete”. E quando il lunedì l’accordo entrò in vigore, non c’era più niente su cui accordarsi.

 

silvio berlusconi corna 4

Verità o leggenda? Con Berlusconi la verità è leggenda e viceversa, lui stesso non è che le distingua sempre bene. Squisitezze del Silvio-pensiero in formato mignon. “Da giovane dicevo: pensa quante donne al mondo vorrebbero venire a letto con me e non lo sanno. La vita è un problema di comunicazione”. Ancora: “E’ importantissimo la mattina guardarsi allo specchio e piacersi, piacersi, piacersi”. Avanti: “Ricordiamoci che il nostro pubblico ha fatto la terza media e non era neanche fra i primi della classe”. La mejo, da incorniciare: “Gli sfigati non esistono. Esistono solo dei diseducati al benessere”.

silvio berlusconi corna 3

 

Quando l’11 novembre del 2011 Berluscon de' Berlusconi fu costretto a girare i doppi-tacchi e abbandonare a furor di popolo e di spread Palazzo Chigi, il giudizio di politologi e intellettuali fu secco come un cassetto chiuso con una ginocchiata, un de profundis che si può così sintetizzare: “Berlusconi non ha un presente, né un passato e nemmeno un futuro. Possiede solo l'imperfetto di scopare”. Sic transit gloria mundi? Macché! Dopo una litania narcisate, fidanzate, badanti, olgettine, trapianti, processi, condanna ai servizi sociali compresa, cucù!, il Divino Cavaliere è tornato e si sbatte come un Moulinex per ascendere alla più alta carica dello Stato.

 

RUBY BERLUSCONI

Oggi la grande Natalia Aspesi non si fa troppi problemi ad ammetterlo: "Sono terrorizzata dagli italiani. Più il Paese corre verso l'autodistruzione, più loro adorano i propri carnefici - tuona la giornalista - è come se si fossero trasformati in tanti piccoli lemuri che si precipitano entusiasti in fondo al burrone".

 

Ma la domanda, a questo punto di non ritorno, è un’altra ed è terribile: come mai una tale moltitudine di italiani, tra Destra e Sinistra, preferisce gettarsi sul "Centro-frivolo" del berlusconismo senza limitismo? Perché un paese che si sbatte dalla mattina alla sera per arrivare alla fine del mese, da oltre vent’anni ha perso la testa per un miliardario donnaiolo che all’etica delle istituzioni ha sempre preferita la cotica dei propri affari?

berlusconi corna

 

Perché dentro di noi c’è il folle e sovente inconfessabile desiderio di essere un Berlusconi. Come Silvio Bellico, ogni italiano sembra essere tutto e il contrario di tutto: furbo e fesso, mammone e maschilista, drammatico e melodrammatico, geniale e pasticcione, coraggioso e vigliacco, razzista e tollerante, credente e miscredente, colto e ignorante, vitale e cialtrone, di destra e di sinistra. Un tipo che, quando gli chiedono qual è il complimento più bello che abbia mai ricevuto, risponde radioso: “La volta che, all’uscita da San Siro, un ultrà si gettò contro il parabrezza della mia auto gridando: sei una bella figa!”.

berlusconi ruby AL TRIBUNALE DI MILANO PER LA SENTENZA BERLUSCONI RUBY mariano apicella e silvio berlusconi 1mariano apicella e silvio berlusconi 2silvio berlusconi e mariano apicella da bruno vespaBERLUSCONI TRA RUBY MINETTI PASCALE L'intruso di Cannes dal Fatto Quotidianoberlusconi obamaMINETTI FEDE MORA BERLUSCONI RUBY BUNGA

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”