boris johnson

OGNI MATTINA BILL EMMOTT SI SVEGLIA E TROVA QUALCUNO DA DEFINIRE “UNFIT” - DOPO BERLUSCONI, L’EX DIRETTORE DELL’ECONOMIST SE LA PRENDE BORIS JOHNSON: “NON È CAPACE A GUIDARE LA GRAN BRETAGNA. SONO A FAVORE DI UN NUOVO REFERENDUM SULLA BREXIT, PERCHÉ LA SITUAZIONE NEI TRE ANNI TRASCORSI DA QUEL VOTO È CAMBIATA MOLTO, E LE PERSONE SONO ORA INFORMATE SULLE VERE QUESTIONI…”

Gea Scancarello per https://it.businessinsider.com

 

Anche chi non ha mai preso in mano una copia dell’Economist ricorda quella copertina: Silvio Berlusconi is unfit to lead Italy. Difficile darne una traduzione ugualmente efficace: la Bibbia del pensiero liberale stava definendo inadeguato – unfit –  a guidare il Paese l’uomo che, da 15 anni, prometteva in Italia la rivoluzione liberale.

 

Bill Emmott

Tre lustri dopo, Bill Emmott, ex direttore dell’Economist e inventore di quel titolo, sa che c’è un altro conservatore liberale che sta scompigliando – o scardinando – una nazione: e questa volta si tratta della Gran Bretagna, casa sua. Boris Johnson, diventato primo ministro dopo una lunga e talvolta sguaiata caccia alla poltrona, segnata da una spietata guerra tra i Tory (i membri del partito conservatore), è colui che dovrebbe traghettare il Paese verso la Brexit. Segnando così anche gli equilibri, e l’economia, del Continente. Ma sulle scelte di Johnson, e sul futuro del Regno Unito, i dubbi sono molti e legittimi. A partire da una domanda cruciale.

 

boris johnson gelato

Bill Emmott,  Boris Johnson è “fit”, adeguato, per guidare il Regno Europa?

“Penso che Boris Johnson sia unfit. Ha mostrato in queste prime settimane di non essere davvero capace di fare il mestiere. Magari può impararlo: tutti i primi ministri hanno bisogno di un po’ di tempo per orientarsi. E, da un punto di vista meramente tecnico, ha tutto il diritto di essere a capo del Paese: è un membro del parlamento, il partito Conservatore lo ha eletto come guida e non è un criminale. Ma l’inizio è stato pessimo: ha dimostrato di non essere in grado”.

 

Qual è stato l’errore peggiore?

“Credo che chiedere al fratello di entrare a far parte del proprio governo sia stato uno sbaglio terribile, che ha dimostrato tutta la sua inesperienza. Il fratello aveva dato le dimissioni dal governo precedente chiedendo un referendum sulla Brexit, segnalando la propria contrarietà a lasciare l’Unione europea e a come le trattative venivano condotte. Chiedergli di entrare in un gabinetto successivo, forse per dimostrare il supporto della famiglia, era una bomba a orologeria: era solo questione di tempo prima che esplodesse. Quando in effetti è successo, dopo pochi giorni, c’è stato poi anche l’imbarazzo. Ma bisogna anche essere onesti: la situazione è impossibile”.

BILL EMMOTT CON PUPAZZETTO DI BERLUSCONI

 

Eppure nel 2016 il referendum per lasciare la Ue passò col 52%. Cosa ha determinato l’impasse?

“Dalle elezioni del 2017, i conservatori non hanno una maggioranza in parlamento: sono stati solo governi di minoranza. Boris Johnson ha ereditato questa situazione e qualsiasi gruppo di parlamentari, pro o contro la Brexit, più bloccare le sue risoluzioni, quindi la situazione è realmente bloccata. L’unica cosa sensata sarebbe indire nuove elezioni”.

 

Ma la scadenza incombe: il 31 ottobre, Londra deve dire addio alla Ue. Per sua stessa scelta.

“Abbiamo bisogno di un nuovo parlamento, perché questo non riesce a mettersi d’accordo. E dobbiamo chiedere alla gente di eleggerlo. Ma credo che andare a votare sotto la pressione della scadenza sia inaccettabile, sarebbe un errore”.

BORIS JOHNSON E IL RAPPORTO DIFFICILE CON I TORY

 

Quindi?

“Il Parlamento ha fatto bene ad approvare una legge che chiedesse una estensione della deadline per la Brexit, in modo da permettere di andare al voto e lasciare che sia il nuovo parlamento, e governo, a gestire la cosa. Questa è la cosa democratica, e responsabile, da fare”.

 

Pensa che ci vorrebbe un secondo referendum sulla Brexit?

“Personalmente sì, sono a favore, perché la situazione nei tre anni trascorsi da quel voto è cambiata molto, e le persone sono ora informate sulle vere questioni. Abbiamo capito che il problema della Brexit sono le scelte incompatibili l’una con l’altra: per esempio mantenere il Nord Irlanda nel Regno Unito ma evitare un confine tra l’Irlanda e l’Europa. Quindi adesso le persone possono davvero esprimere un parere”.

 

Come si ottiene un nuovo referendum? Johnson e questo governo non sono certo intenzionati a convocarlo.

“L’unico modo sono nuove elezioni generali”.

 

BORIS JOHNSON

E l’esito sarebbe lo stesso della prima volta? Scegliereste ancora di uscire dalla Ue?

“No, credo di no. Ovviamente non posso esserne sicuro al 100%, ma penso – e i sondaggi sembrano suggerirlo – che la gente abbia capito che la Brexit è molto più complicata di quello che immaginavano e che i benefici del lasciare l’Unione europea non sono quelli che credevano. Il che, probabilmente, li farebbe cambiare idea in caso di un secondo voto”.

 

Anche Jeremy Corbin, il leader dei laburisti, in un primo momento è stato vago sulla Brexit: ci ha messo molto a dichiarare di essere contrario. Crede che adesso sarebbe seriamente intenzionato a convocare un secondo referendum?

proteste contro boris johnson 8

“Penso che sia chiaro che il Labour party includerà un nuovo referendum sulla Brexit nel proprio programma elettorale. Quindi, dopo le elezioni, se i conservatori non dovessero vincere, è molto probabile che un governo guidato dal Corbin indirà una nuova consultazione”.

 

E se invece niente di tutto questo dovesse accadere? Cosa succederà se uscirete dall’Europa?

“Dipende tutto dagli accordi che saremo stati in grado di fare, e quindi anche da quando succederà. Se non ci dimostreremo stupidi, la situazione non sarà troppo diversa da quella attuale. Da un punto di vista economico, se facessimo come la Norvegia, con un’integrazione stretta con la Ue e restando membri del mercato unico, ma con la possibilità di determinare le nostre politiche su alcuni temi, non ci sarebbero cambiamenti rilevanti: la situazione sarebbe determinata non tanto dalla Brexit quanto da altre politiche del governo”.

 

E se invece non si trova alcun accordo? Cosa succede con il No deal?

boris johnson alla camera dei comuni

“In caso di un No deal, con il ritorno dei dazi e delle barriere, il nostro futuro sarebbe decisamente peggiore, e dovremmo aspettarci una considerevole perdita di posti di lavoro e di ricchezza. Il problema del No deal è che non è un punto di arrivo, ma è un processo. L’idea alla base del No deal è infatti escludere la possibilità del “Remain”, dal tavolo dei negoziati. Secondo Boris Johnson e chi la pensa come lui, una volta acclarato che non resteremo, si potrà iniziare a negoziare. E tuttavia, una volta deciso di restare fuori dal mercato unico, è difficile capire come trovare un’intesa sul confine irlandese. Insomma, come dicevo prima: le scelte sono incompatibili”.

 

Boris Johnson, Donald Trump, Matteo Salvini, Marine Le Pen e i Gilet Gialli in Francia: si potrebbe continuare, ma la questione è evidente. Da dove arriva tutta questa rabbia?

proteste contro boris johnson 10

“La risposta è semplice: dalla crisi finanziaria del 2008, la peggiore in 80 anni. Una crisi che ha ridotto il reddito delle persone e che ha soprattutto segnato la loro fiducia nel futuro e nelle istituzioni. Il livello di insicurezza e insoddisfazione varia a seconda dei Paesi e delle politiche che adottano: in Italia, per esempio, sono 20 anni che i redditi medi non salgono e sono ancora inferiori ai livelli del 2008.

 

In Gran Bretagna stanno tornando ora al livello pre crisi, ma chissà cosa succederà. In America il problema delle disuguaglianze è enorme: la stessa elezione di Obama fu una risposta a quella crisi, ma poi non è stato fatto abbastanza. C’è poi un secondo elemento: la crisi del 2008 ha anche privato i governi delle risorse per contrastare concretamente quelle disuguaglianze e quelle privazioni.

 

proteste contro boris johnson 1

Quando più ce n’era bisogno, quando bisognava intervenire sulla disoccupazione troppo alta, o per alleviare i problemi di una popolazione che invecchia, o di differenze regionali, i governi non avevano il denaro per farlo. E non hanno fatto altro che tagliare, tagliare e tagliare. Boris Johnson ha annunciato con orgoglio che aumenterà il numero di poliziotti nei prossimi cinque anni: gli hanno fatto notare che alla fine di quel processo saranno ancora meno che prima della crisi”.

 

 Nemmeno i governi populisti, però, hanno le risorse per intervenire.

“Il problema è che molte delle questioni di questi giorni affondano nel tempo: la globalizzazione, l’automatizzazione, l’invecchiamento della popolazione. Una volta comprese le urgenze, i governi del passato avrebbero dovuto fare qualcosa.

angela merkel boris johnson 4

 

Ma avevano speso tutto il denaro per salvare le banche, evitando una Depressione ancora peggiore. Il populismo che abbiamo visto in questi anni è una risposta disperata a questa situazione: come dire ai governanti “Voi avete fallito, ora siamo pronti ad ascoltare questi altri: non sappiamo dove ci porteranno i loro messaggi, ma proviamo le loro soluzioni”.

 

Il che significa che la risposta al populismo coincide con la risposta ai problemi di fondo.

gli appunti di boris johnson sul deal

“Molti collegano il populismo ai social media, perfino alla democratizzazione del dialogo attraverso i social. Certamente è vero, ma penso che la cosa che più ha determinato il populismo sia stata l’incapacità dei governi di rispondere ai bisogni. E quindi sì, se i governi saranno capaci ora di affrontare le situazioni di fondo, Marine Le Pen – tanto per fare un esempio – non vincerà le prossime elezioni”.

Ultimi Dagoreport

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…