oligarchi putin

OLIGARCHI IN FUGA - I RICCONI RUSSI NON SONO TUTTI UGUALI, MA SI DIVIDONO IN TRE TIPI: GLI IRRIDUCIBILI, CHE POTREBBERO SENTIRSI CEMENTIFICATI DALLE SANZIONI OCCIDENTALI, COME L'AD DEL COLOSSO GAZPROM, I FEDELISSIMI (I GOVERNATORI DEGLI STATI FEDERALI) E I MAZZIATI, TIPO FRIDMAN, DERIPASKA O ROMAN ABRAMOVICH - QUESTI ULTIMI STANNO PROVANDO A SCAPPARE VERSO ALTRI LIDI: EMIRATI ARABI, ARABIA SAUDITA, EGITTO, CIOÈ PAESI CHE OFFRONO SALVACONDOTTI PER CHI HA CONTI BLOCCATI E YATCH CONFISCATI...

Daniele Dell'Orco per “Libero Quotidiano

 

oleg v. deripaska e vladimir putin 1

Coperto ormai da una sorta di delirio di onnipotenza biblica, Vladimir Putin ha lanciato strali ideologici di fronte a tutti i rappresentati delle Repubbliche della Russia, le unità amministrative di primo livello che compongono la Federazione, quasi a voler chiedere: chi di voi mi tradirà?

 

L'arcipelago russo è composto da 22 entità, ognuna con poteri speciali. Alcuni governatori, ad esempio, vengono eletti, altri nominati. Al di fuori dei 6 o 7 davvero intimi del cerchio magico di Putin, loro sono i principali depositari del sostegno al potere politico del Cremlino.

 

oleg v. deripaska e vladimir putin

Sono anche una delle cartine al tornasole del reale sentimento interno della Russia rispetto alla guerra. Alcuni di loro infatti guidano repubbliche tanto sconosciute quanto popolose, come il Tatarstan (4 milioni di abitanti), la Baschiria (4,1 milioni) o il Daghestan (3,1 milioni).

 

Tutti insieme, rappresentano almeno 20 milioni di russi. Da principi di zone profonde, sono gli interlocutori perfetti per comprendere appieno ciò che intende Putin quando dice: «Non sto qui a criticare quelli che possiedono ville a Miami o in Costa Azzurra, che non possono fare a meno del foie gras o delle ostriche o delle cosiddette libertà di genere. Queste persone con la mente sono altrove, e non qui, non con il nostro popolo, non con la Russia».

 

QUINTA COLONNA

oleg deripaska 4

Ce l'ha con gli oligarchi, Putin. Ma non con gli oligarchi in quanto tali, visto che anche il baschiro Radiy Khabirov o il ceceno Ramzan Kadyrov sono ricchi, ricchissimi e di certo appassionati di lusso e stravizio.

 

Ma non fanno parte per il loro modo di vivere e di pensare della "quinta colonna" identificata dal leader del Cremlino, quella composta dai «traditori nazionali» che di fronte alle sanzioni occidentali potrebbero cospirare contro la Russia pur di non perdere i loro lauti patrimoni.

 

oleg deripaska

Così, alzando una sorta di cortina di ferro valoriale, Putin intende rispolverare i principi marxisti-leninisti che hanno permesso a un popolo intero, a tre generazioni di persone (compresa la sua), di temprarsi col «valore della rinuncia», col «disprezzo dell'agiatezza».

 

Ai cittadini sovietici infatti non interessava essere ricchi, ma potenti, temuti e rispettati nel mondo quello sì. Magari facevano voto di mangiare zuppa di cipolle per una vita intera, pur di riuscire però a spedire per primi un uomo nello spazio.

 

Sentendosi accerchiato, Putin attacca così chi vive all'occidentale e si tiene stretto chi è diventato grande, ricco e potente grazie a lui e grazie alle ceneri dell'Urss. Loro sono gli oligarchi di Stato, e solo da loro potrebbe partire una vera rivolta interna.

 

mikhail fridman

Perché come hanno spiegato bene super-ricchi come Oleg Deripaska, proprietario di uno dei più grandi gruppi industriali della Russia, o Mikhail Fridman, co-fondatore di una società di investimento internazionale multimiliardaria, se l'Occidente spera che la loro insofferenza (sono stati tra i primi a chiedere un «rapido processo di pace») e quella dei tantissimi oligarchi "occidentalizzati" possa esercitare pressione sul Cremlino, forse è il contrario: «Se le persone in Ue credono che a causa delle sanzioni potrei avvicinarmi al signor Putin e dirgli di fermare la guerra, e funzionerà, allora ho paura che siamo tutti in grossi guai», ha detto Fridman a Bloomberg.

 

MIKHAIL FRIDMAN.

TRE TIPI DIVERSI

Insomma, gli oligarchi russi sono di tre tipi: gli irriducibili, che potrebbero anzi sentirsi cementificati e addirittura inorgogliti dalle sanzioni occidentali (come Alexei Miller, ad del colosso Gazprom, che reagì con una pernacchia al suo ingresso nella black list occidentale nel 2016), i fedelissimi (i governatori degli Stati federali) e i mazziati, come Fridman, Deripaska o lo stesso Roman Abramovich.

 

roman abramovich

Ricchi grazie alla Russia, ma divi grazie all'Occidente. Per loro al momento sono chiuse a doppia mandata sia le porte dell'Ovest dorato che quelle del Cremlino. Per questo, anziché rispondere all'appello autarchico di Putin («i russi hanno capito che per essere al sicuro bisogna investire in Russia») o a quello rivoluzionario di Joe Biden stanno provando la terza via: la fuga verso altri lidi.

 

Roman Abramovich

Emirati Arabi, Arabia Saudita, Egitto sono tutti Paesi che hanno mantenuto le relazioni con Mosca pur essendo partner degli Usa, offrendo salvacondotti ai magnati coi conti bloccati e gli yatch confiscati. Nell'attesa di essere riabilitati nel resto del mondo, magari, potranno iniziare a fare affari anche lì.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…