andrea orlando tardiola nicola zingaretti

PER ORLANDO NON È MAI TROPPO TARDIOLA – LA PRIORITÀ PER IL MINISTRO DEL LAVORO NON È AIUTARE I CASSINTEGRATI O I DISOCCUPATI MA TROVARE UNA COMODA SISTEMAZIONE ALL’EX SEGRETARIO GENERALE DELLA REGIONE LAZIO, ANDREA TARDIOLA, CON UN POSTO DA DIRETTORE GENERALE AL DICASTERO – TARDIOLA È INDAGATO NELLA VICENDA DELLE NOMINE NELLE ASL, MA NON È PIÙ IN SERVIZIO PRESSO LA REGIONE (CHE COINCIDENZA)…

ANDREA ORLANDO NICOLA ZINGARETTI

Da www.etrurianews.it

 

Il Ministro Orlando si è insediato da poco al ministero del lavoro e delle politiche sociali. Il primo nodo da sciogliere non è aiutare il popolo italiano agonizzante ma, voci di palazzo sempre più forti dicono, trovare una comoda sistemazione all’ex segretario generale della Regione Lazio e indagato Andrea Tardiola. Un posto da direttore generale al Ministero del Lavoro e Politiche Sociali, mica pizza e fichi.

 

andrea tardiola - linkedin

Alla fine del gennaio scorso in merito alla vicenda delle nomine nelle Asl, avvenute nel 2019, il gip di Roma ha disposto una proroga delle indagini su richiesta della Procura di Roma.

 

 

Fra gli indagati figurano anche Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, e Alessio D’Amato, assessore regionale alla Sanità. L’inchiesta ruota attorno all’ipotesi del reato di abuso di ufficio ed è coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo. Indagati insieme a Zingaretti e D’Amato anche Andrea Tardiola, segretario della giunta della Regione Lazio, Renato Botti, all’epoca dei fatti responsabile della direzione della Salute della Regione Lazio e Vincenzo Panella, direttore generale dell’Umberto I.

 

andrea tardiola 32

Va precisato che Tardiola e Botti non sono più in servizio presso la Regione Lazio (che coincidenza).

 

Nicola Zingaretti per poterselo togliere di mezzo ha dovuto fare un provvedimento ad hoc che tanto fece discutere.

 

Andrea Tardiola ne ha combinate di cotte e di crude (dicono), sta di fatto che la sua parabola è iniziata a scendere per poi tramontare quando qualcuno cominciò a sospettare che tante veline finite ai giornali, soprattutto durante il periodo della scandalo mascherine, uscissero dalle parte del suo ufficio (cosa mai dimostrata). Chiacchiere? Calunnie? Fatto sta che da quel momento è stato prima messo da parte e poi costretto a tornare al suo vecchio lavoro. Però la cosa pare non gli sia garbata e ha chiesto “carte” alla mano, di essere comandato ad un posto più consono per i servigi da lui prestati ai capi bastone della Regione Lazio.

 

alessio damato nicola zingaretti

Ecco allora che la patata bollente è finita nelle mani del Ministro Orlando che dovrà trovare una sistemazione all’ex fedelissimo di Zingaretti che paga la sua stretta amicizia con l’assessore alla sanità Alessio D’Amato.

 

Alla fine del gennaio scorso in merito alla vicenda delle nomine nelle Asl, avvenute nel 2019, il gip di Roma ha disposto una proroga delle indagini su richiesta della Procura di Roma.

 

andrea tardiola

Fra gli indagati figurano anche Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, e Alessio D’Amato, assessore regionale alla Sanità. L’inchiesta ruota attorno all’ipotesi del reato di abuso di ufficio ed è coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo. Indagati insieme a Zingaretti e D’Amato anche Andrea Tardiola, segretario della giunta della Regione Lazio, Renato Botti, all’epoca dei fatti responsabile della direzione della Salute della Regione Lazio e Vincenzo Panella, direttore generale dell’Umberto I.

orlando zingarettiandrea orlando e nicola zingarettiandrea tardiola

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?