mario draghi euro

PANICO TRA I PARTITI – DRAGHI SI CONSULTA SOLO CON IL CAPO DELO STATO E NON PARLA DEI MINISTRI CON LE DELEGAZIONI, MA SOLO CON I DIRETTI INTERESSATI - SUPER-MARIO CONCLUDE OGNI CONSULTAZIONE CON UN “GRAZIE, CI RIVEDREMO IN PARLAMENTO”, PROVA CHE IL PROGRAMMA, L’AGENDA E I NOMI LI DECIDE LUI E QUEGLI SCAPPATI DI CASA CHE SIEDONO IN PARLAMENTO DOVRÀ SOLO RATIFICARE

 

MARIO DRAGHI BY CARLI

Francesco Verderami per il "Corriere della Sera"

 

«Grazie, ci rivedremo in Parlamento». La formula con cui Mario Draghi conclude ogni consultazione, è la prova che i partiti avranno solo la facoltà di decidere se concedere la fiducia al governo.

 

MARIO DRAGHI

Perché sul governo deciderà lui. Con Draghi sono saltati i vecchi rituali, le doglie che anticipavano la nascita di ogni esecutivo: le rose di nomi, le terne di candidati per ogni ministero, le combinazioni incrociate, la contabilità dei gruppi parlamentari che incideva sul peso dei dicasteri da assegnare, il gioco delle correnti.

 

GRILLO CRIMI DRAGHI

Tutto finito. Come riconosce un autorevole esponente del Pd, «i partiti sono nel panico». I loro organigrammi per la distribuzione degli incarichi sono simili a monete fuori corso: non hanno cioè valore, siccome non c' è possibilità di mediazione. Nemmeno sul testo del programma, che era l' altra liturgia di ogni trattativa e nascondeva la lotta nella distribuzione del potere.

 

MARY DRAGHI POPPINS

Per qualche giorno, nel tentativo disperato di aggirare l' ostacolo, i curricula sono stati inviati al Colle come bottiglie gettate in mare aperto. Il fatto è che il premier incaricato si consulta solo con il capo dello Stato. E chiama direttamente i candidati: chi non ha sentito finora squillare il suo telefono, ha poche chance di essere contattato.

 

Ovviamente Draghi farà sapere per tempo ai partiti della sua maggioranza la composizione della squadra e quindi la soluzione che ha adottato. L' ipotesi più accreditata rimane quella di un governo misto, con tecnici e rappresentanti dei partiti a irrobustire il progetto. Già si prevede un assembramento per accaparrarsi i posti di sottosegretario.

 

mattarella dracarys

Dal profilo dell' esecutivo si capirà la sua durata, se punterà ad arrivare fino al termine della legislatura o se avrà - come appare più probabile - un tragitto più limitato. Si tratterebbe in quel caso di un governo di scopo, con un orizzonte limitato al varo delle tre grandi riforme che Draghi ha anticipato durante le consultazioni: il Fisco, la Pubblica amministrazione e la giustizia civile. Questo programma, che è legato alla concessione dei fondi europei, richiederebbe circa un anno per essere completato.

 

MATTARELLA COME DANAERYS TARGARYEN INVOCA DRAGHI

Così si arriverebbe in coincidenza con la fine del settennato di Mattarella e l' elezione del nuovo capo dello Stato. A prescindere dalla sua scadenza, il profilo del governo in ogni caso è già definito: «Avrà un' impronta europeista e atlantista», come ripete ormai da giorni il premier incaricato, che nei suoi colloqui rimarca la questione quasi a chiedere che i partiti - decisi a far parte della maggioranza - sottoscrivano una sorta di patto di fedeltà. Finora il Palazzo si è concentrato sul tema europeo, banco di prova per Matteo Salvini: e la svolta che la Lega si appresterebbe a compiere oggi a Strasburgo con il voto sul Recovery plan, sarebbe il primo segnale concreto.

 

meme mario draghi

Ma il riferimento di Draghi all'«atlantismo», che è stato sottovalutato, ha la stessa portata. Rappresenta una cesura rispetto a certe logiche del recente passato che i riformisti del Pd avevano già contestato: da mesi infatti denunciavano la presenza nella maggioranza e nel governo di un «partito cinese» - così era stato definito - con profonde ramificazioni nelle strutture dello Stato. E lo scontro era emerso quando Giuseppe Conte, nel suo ultimo discorso di fiducia, aveva di fatto equiparato il rapporto dell' Italia con Washington a quello con Pechino. Allora era dovuto intervenire il ministro della Difesa Lorenzo Guerini per far cambiare registro al premier, in sede di replica.

 

DRAGHETTI IN PIAZZA

Il gabinetto Draghi però non si chiamerà «europeista e atlantista». A cambiargli nome sono stati i partecipanti alle consultazioni, che l' hanno ribattezzato «il governo antidepressivo». Perché nel corso dei colloqui il premier incaricato ha posto l' accento sull' approccio alla pandemia: con il lockdown e gli interventi di chiusura territoriali - ha spiegato l' ex presidente della Bce - il Covid-19 è stato contenuto, ma con la depressione dell' economia sono entrate in depressione anche le persone. Serve quindi imprimere un' accelerazione alla campagna di vaccinazione di massa per poter riaprire il Paese, o l' economia non potrà ripartire.

cesare battisti e mario draghi

 

Draghi anticipa che, quando la crisi finirà, l' Italia non avrà comunque una rapida ripresa. Ma l' approccio diverso al problema della pandemia potrà incidere sullo stato d' animo dei cittadini. E la componente psicologica è un fattore in economia. Se il prossimo sarà il «governo antidepressivo», vuol dire che il premier incaricato ha intenzione di agire - al di là di certe raccomandazioni interessate - anche sul comparto ministeriale direttamente coinvolto nella gestione del piano sanitario, e sulla catena di comando che finora ha agito in sua vece. La stagione che si approssima, prevede una fase complicata: le risorse serviranno per garantire la «coesione sociale». Non potranno più essere sprecate.

christine lagarde mario draghi ANCHE I COMPAGNI TIFANO DRAGHI MARIO DRAGHI AL SUPERMERCATOmario draghi emmanuel macron mario draghi angela merkelpierre moscovici mario draghi paolo gentiloni mario draghi MARIA SERENELLA CAPPELLO E MARIO DRAGHI

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”