luigi brugnaro e giovanni toti

PARTITI A RAZZO E GIÀ ALLO SCAZZO - SCINTILLE TRA TOTI E BRUGNARO SULL'ULTIMO PARTITINO DI DESTRA "CORAGGIO ITALIA" - IL SINDACO DI VENEZIA SI AUTOINCORONA LEADER E IL GOVERNATORE DELLA LIGURIA CHE LO STOPPA RICORDANDOGLI I GUAI DI FORZA ITALIA: "LA GUIDA LA SCEGLIERANNO GLI ELETTORI, NON RIFACCIAMO GLI ERRORI DEL PASSATO" - BERLUSCONI STRONCA IL PROGETTO: "UNA DELLE TANTE OPERAZIONI DI PALAZZO, SENZA SEGUITO NEL PAESE"

Angela Pederiva per www.ilgazzettino.it

 

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Luigi Brugnaro fa volare di nuovo, nel cielo di Twitter, le Frecce Tricolori sopra Venezia. «Con libertà e coraggio 75 anni fa tante donne e uomini votarono per la Repubblica. Fu l'inizio di una nuova Italia. Oggi, con lo stesso spirito, dobbiamo far ripartire il Paese per dare un futuro di opportunità ai nostri giovani», scrive il sindaco, che ormai non perde più l'occasione di rilanciare i temi fondanti del nuovo partito di centrodestra, di cui è il presidente.

 

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Ma non è detto che, alla carica formale di legale rappresentante, debba necessariamente corrispondere anche quella sostanziale di leader politico, avverte tutti il suo socio Giovanni Toti: «La guida di Coraggio Italia la sceglieranno gli elettori, siamo in democrazia, stiamo costruendo un grande polo riformista, popolare, progressista, moderato, financo socialista, dove tutti si sentano a casa, dove gli elettori possano scegliere. Altrimenti ripercorreremo vecchi errori e strade che abbiamo abbandonato tempo fa».

 

PAROLE

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Il governatore della Liguria parla, a Radio anch'io su Rai Radio 1, in un 2 giugno arroventato dalle dichiarazioni ai giornali. Lo stesso Brugnaro, conversando con Il Foglio, mostra di voler mirare in alto: «Siamo il partito dell'agenda Draghi», dice il fucsia, annunciando nuove adesioni ai gruppi parlamentari: «Alla Camera per ora siamo in ventitré. Per ora», a cui si aggiungono gli iscritti del Senato, «sette, ma presto diventeranno dieci. E poi di più».

 

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A fare però davvero rumore sono le parole di Silvio Berlusconi, che con Il Giornale ostenta superiorità e al tempo stesso esprime delusione: «Per noi cambia poco, ma mi dispiace che alcuni amici parlamentari di Forza Italia si siano prestati ad una delle tante operazioni di palazzo, senza seguito nel Paese, che non li porterà da nessuna parte».

 

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Ogni riferimento è puramente voluto. Per esempio il capo di Fi non dimentica che nella pattuglia fucsia c'è pure quel Marco Marin che aveva voluto come coordinatore azzurro in Veneto, e che gli aveva presentato proprio Brugnaro, ma che adesso è capogruppo di Coraggio Italia a Montecitorio (dove, a proposito della leadership, chiosa: «Siamo una squadra dove tutti siamo importanti»).

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Ecco, questa mossa amareggia parecchio Berlusconi: «Mi ha rattristato, perché fa l'opposto di quello che sarebbe necessario: unire le forze per rilanciare una grande area liberale, cattolica, europeista, garantista, di governo del Paese».

 

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RAGIONE E TORTO

Lette queste affermazioni, Toti non può trattenersi: «Berlusconi ha ragione e torto insieme. Ha ragione quando dice che occorrerebbe aggregare un grande partito, ha torto quando non ha consentito a Forza Italia di diventarlo, non ha permesso rinnovamento e dialogo. Forza Italia ha perso voti in questi anni, io e la Carfagna (il ministro Mara, ndr) avevamo chiesto un rinnovamento ma il partito non è stato in grado di farlo. Non so se Coraggio Italia avrà successo ma sicuramente in Forza Italia lo spazio non c'è».

 

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La nuova formazione si propone invece come un terzo polo: «Vogliamo essere la casa delle persone che non sono sovraniste e che non sono nemmeno di centrosinistra. Spero che finisca bene e in fretta aggiunge poi Toti il problema delle candidature nel centrodestra. Non c'è nemmeno tutta questa folla all'uscio di casa per fare il sindaco, questo è il vero problema, si fa fatica a trovare dei candidati di rango. Segnica che questi anni di discredito hanno fatto sì che la politica perdesse ogni appeal».

 

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L'ipotesi sullo sfondo è dunque quella di un grande centro, indipendente dalla Lega e da Fratelli d'Italia su un fronte, dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle sull'altro. L'ha lasciato intendere pure Davide Faraone (Italia Viva), parlando di una possibile alleanza con Brugnaro e Toti: «Sono due persone che stimo, sono persone riformiste e moderate e io credo che tutti i riformisti e i moderati prima o poi dovranno stare insieme, senza rimanere in coalizioni che li tengono divisi. Spero che questo avvenga presto».

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