IL PD SALVATO DALL'ASTENSIONE NELLE PERIFERIE - I FLUSSI ELETTORALI DELLE AMMINISTRATIVE CONFERMANO CHE I DEM VANNO FORTE SOPRATTUTTO DAI CETI MEDI (IL FAMOSO PARTITO DELLA ZTL) - I CANDIDATI DEMOCRATICI HANNO PERSO IL CONSENSO DEGLI OPERAI, DOVE RIMEDIANO IN PARTE GRAZIE ALL'ELETTORATO M5S (CHE PERÒ PER METÀ NON HA VOTATO ASTENUTO) - GUALTIERI RISCHIA DI ESSERE IL SINDACO DI NESSUNO: IN TERMINI QUANTITATIVI IL SUO CARNIERE DI VOTI È IL PIÙ BASSO FRA QUELLI DEGLI ULTIMI QUATTRO INQUILINI DEL CAMPIDOGLIO…

-

Condividi questo articolo


Diodato Pirone per "il Messaggero"

 

enrico letta roberto gualtieri nicola zingaretti enrico letta roberto gualtieri nicola zingaretti

Dalle prime analisi dei flussi elettorali delle amministrative emergono alcuni dati estremamente interessanti. Il primo è di carattere strettamente politico: sia a Torino che a Roma buona parte degli elettori che al primo turno hanno votato per i candidati dei 5Stelle al ballottaggio hanno scelto il candidato del centrosinistra. Si tratta di una percentuale consistente, che supera il 40%.

 

Pochi pentastellati hanno preferito l'offerta del centrodestra e il resto è rifluito nel non voto. Se questo dato sarà confermato nelle analisi dettagliate dei flussi, che i partiti generalmente eseguono quando la polvere si è depositata, è evidente che l'ipotesi di una alleanza organica o meno casuale fra Pd e M5S potrebbe giovarsene.

 

ENRICO LETTA ROBERTO GUALTIERI ENRICO LETTA ROBERTO GUALTIERI

 Anche se gli stessi dati fanno emergere una spaccatura di fondo nell'elettorato grillino. Questa la sintesi del sondaggista Antonio Noto del Consorzio Opinio: «A Roma, come a Torino, l'elettorato 5Stelle si è per metà astenuto (soprattutto gli elettori della prima ora) e per metà si è rivolto più al candidato di centrosinistra che al candidato del centrodestra. Inoltre, hanno perso voti rispetto al primo turno i due candidati del centrodestra, sia Damilano che Michetti, con quest' ultimo che non ha potuto contare né sul sostegno degli elettori della Raggi né su quello degli elettori di Calenda». Da notare che il 46% dei 220 mila elettori romani di Carlo Calenda ha scelto Gualtieri e solo il 9% Michetti.

 

ENRICO LETTA - ROBERTO GUALTIERI ENRICO LETTA - ROBERTO GUALTIERI

LA DISERZIONE L'altro dato che spicca sugli altri è invece di carattere più sociologico: i candidati dem che hanno vinto a Roma e Torino sono stati eletti sulla spinta soprattutto dei ceti medi, che li hanno votati massicciamente, ma hanno dimostrato per l'ennesima volta una scarsa capacità di attrazione verso i ceti popolari. I dati parlano chiaro: sia Gualtieri che Lo Russo fra gli operai romani e torinesi hanno raccolto circa il 10% di voti in meno rispetto alle loro medie cittadine, mentre hanno ottenuto il 7% in più nei quartieri abitati dai ceti medi e medio alti.

 

«Bisogna stare attenti alle semplificazioni eccessive - spiega Enzo Risso, direttore scientifico dell'Ipsos - e tuttavia il segnale è chiaro: questa tornata amministrativa indica la diserzione delle urne da parte delle periferie deluse dall'anti-politica e il ritorno dei ceti medi alla guida delle amministrazioni locali. Attenzione però, questo trend è robusto nelle grandi città ma molto meno nei centri minori». Sul piano sociale va registrata anche una discreta novità: i candidati dem sono andati bene fra i giovani.

gualtieri letta 5 gualtieri letta 5

 

Gualtieri al ballottaggio ha ottenuto il 60% circa dei suffragi ma sale al 63% nella fascia dei romani fra 18 e 34 anni. Lo Russo in questo segmento dell'elettorato addirittura sale al 66%. Entrambi hanno ottenuto risultati migliori della media fra le elettrici. Per il neosindaco di Roma, comunque, in qualche misura si pone un problema sulla consistenza della sua base di consenso. Gualtieri infatti ha vinto brillantemente con il 60% dei voti, ma in termini quantitativi il suo carniere di voti è il più basso fra quelli degli ultimi quattro inquilini del Campidoglio. Alemanno, infatti ottenne 783.000 voti al secondo turno del 2008, Marino 665.000 a quello del 2013 e Raggi ben 770.000 nella tornata del 2016.

 

letta conte letta conte

Gualtieri invece è stato votato da 565.000 romani, grosso modo il 25% di tutti gli elettori e comunque circa 200 mila meno della Raggi. In compenso il nuovo sindaco è stato capace di attrarre moltissimi consensi fra i due turni (dai calendiani ma anche dai pentastellati come abbiamo visto) perché il 3 e 4 ottobre aveva ottenuto appena 300.000 suffragi, molti di meno dei 513.000 ottenuti dall'allora compagno di partito Marino nel 2013. Resta da riferire infine di un tema importante. La sconfitta del centrodestra alle amministrative significa che l'elettorato di quell'area è sparito? Neanche per sogno. Il Consorzio Opinio stima che il 54% dell'enorme esercito degli astenuti a queste elezioni alle politiche voterebbe per uno dei tre partiti del centrodestra. Il Pd è avvertito.

enrico letta roberto gualtieri nicola zingaretti enrico letta roberto gualtieri nicola zingaretti gualtieri letta 5 gualtieri letta 5

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

ARCORE MORMORA, MILANO CONFERMA: MARTA FASCINA SI È FIDANZATA! A RUBARE IL CUORE DELLA FU VEDOVA INCONSOLABILE DI SILVIO BERLUSCONI NON SAREBBE UN POLITICO, NÉ UN PERSONAGGIO PUBBLICO - LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON VEDE L’ORA DI SBULLONARLA DA VILLA SAN MARTINO, AVREBBE PERSINO PRESO UN APPARTAMENTO A MILANO PER LEI E IL SUO NUOVO AMORE. SI VOCIFERA CHE IN QUESTI GIORNI SI STIA LAVORANDO ALL’ARREDAMENTO… - MARTA FASCINA: "LA NOTIZIA È TOTALMENTE INFONDATA. QUANTO ALL'ACQUISTO DI UN NUOVO APPARTAMENTO, SI TRATTA SEMPLICEMENTE DI UNA VALUTAZIONE CHE STO FACENDO PER UN MEMBRO DELLA MIA FAMIGLIA..."

DAGOREPORT – “SANTA” E VOLUBILE: LE MILLE VERSIONI DELLA  SANTADECHÈ SULLE SUE DIMISSIONI DA MINISTRO IN CASO DI RINVIO A GIUDIZIO. ALL’INIZIO SI È DIFESA SENZA ESITAZIONI, POI HA IPOTIZZATO UN PASSO INDIETRO (“FARÒ UNA SERIA E COSCIENTE VALUTAZIONE”) E OGGI, DI NUOVO, CAMBIA SPARTITO: “NESSUNO MI HA CHIESTO DI DIMETTERMI” - PERCHÉ ONDEGGIA COSÌ TANTO? QUALI ASSI NELLA MANICA È CONVINTA DI AVERE? – NESSUN COMMENTO DALLA MELONA CHE SA BENE CHE FDI NON VEDE L'ORA DI RISPEDIRLA A CUNEO (A PARTE IL SODALE LA RUSSA) - NEL CASO IN CUI LA PITONESSA NON SI RASSEGNASSE A DIMETTERSI, E' GIA' PRONTO UN RIMPASTO DI GOVERNO DOPO LE EUROPEE: DATI IN USCITA ANCHE DELMASTRO E ZANGRILLO…- VIDEO 

DAGOREPORT – PER NON PERDERE LA FACCIA CON I RUSSI, PUTIN ACCUSA L’UCRAINA PER LA STRAGE DI MOSCA, MA LA TRATTATIVA CON LA CIA PER EVITARE L’ESCALATION VA AVANTI - LO SCHEMA È “DUE PASSI IN AVANTI E UNO INDIETRO”: I RUSSI AVANZERANNO, KIEV ACCETTERA' UNA TREGUA E LE NUOVE CONQUISTE SARANNO “OFFERTE” SUL TAVOLO DEL NEGOZIATO – ALLA FINE SI TORNEREBBE INDIETRO DI 10 ANNI, AGLI ACCORDI DI MINSK CHE PREVEDEVANO UN’AUTONOMIA SPECIALE PER LE REPUBBLICHE DI DONETSK E LUGANSK E L’ASSICURAZIONE CHE L’UCRAINA NON ENTRERÀ MAI NELLA NATO – IL MESSAGGIO DI BIDEN A ZELENSKY: RESISTI FINO ALLO SBLOCCO DEI 60 MILIARDI DI AIUTI DAL CONGRESSO MA NON SOFFIARE SUL FUOCO ORA CHE NELLA PARTITA SI SONO INFILATI ANCHE I JIHADISTI (MONITORATI DALLA CIA)...

FLASH! – COSA DIREBBE LA “VECCHIA” DANIELA SANTANCHÈ DELL’ATTUALE MINISTRO DEL TURISMO? LA “PITONESSA” NEGLI SCORSI ANNI HA CHIESTO LE DIMISSIONI DI TUTTI: DA FINI A BOSCHI, DA LUCIA AZZOLINA FINO AI SUOI BERSAGLI PREFERITI, I GRILLINI DI MAIO, CONTE E BONAFEDE. BASTAVA CHE VENISSE APERTA UN’INDAGINE E LA SOLERTE (EX) PROPRIETARIA DEL TWIGA PARTIVA ALL’ASSALTO. ORA CHE UN’INCHIESTA TOCCA DA VICINO LEI, PERÒ, NIENTE, NON MOLLERÀ PERCHÉ “NESSUNO HA CHIESTO LE MIE DIMISSIONI…”