enrico letta mario draghi giuseppe conte

IL PD SI FA DETTARE LA LINEA SULLA GIUSTIZIA DA CONTE E BONAFEDE: ENRICO LETTA CONCEDE LA SPONDA A “GIUSEPPI” PER CAMBIARE LA RIFORMA CARTABIA – I TIMORI DI DRAGHI: APRIRE UNO SPIRAGLIO SULLE MODIFICHE POTREBBE PORTARE A UNA VALANGA DI VETI RECIPROCI, CON LA CONSEGUENZA DI DILATARE I TEMPI E NON CHIUDERE MAI LA RIFORMA, FONDAMENTALE PER OTTENERE I SOLDI DEL RECOVERY – OGGI L’AVVOCATO DI PADRE PIO INCONTRA IL PREMIER

Ilario Lombardo per "la Stampa"

marta cartabia mario draghi

 

Pochi giorni. Questo chiede il Pd a Mario Draghi. Pochi giorni per ritoccare la riforma del processo penale e ridefinire i canoni della prescrizione. Per Enrico Letta una scelta che con il passare dei giorni si è fatta obbligata, dopo la protesta dei magistrati, degli alleati del m5S e per i mal di pancia sempre più difficili da nascondere anche tra i democratici.

 

Questa mattina Giuseppe Conte si presenterà all'incontro con Draghi con il sollievo di avere incassato la sponda nel Pd per cambiare la legge della ministra della Giustizia Marta Cartabia. Il premier e il suo predecessore si vedono per la prima volta dopo la crisi che a febbraio ha portato l'ex banchiere centrale a Palazzo Chigi.

mario draghi giuseppe conte

 

Per Conte è anche il primo confronto politico da leader del M5S, pur se non formalmente incaricato. I due sanno che le strade della mediazione possono essere infinite, ma conoscono anche le insidie che si presenteranno immediatamente, appena si renderà possibile riaprire i giochi sulla giustizia.

 

È il grande timore di Draghi, quello che esporrà oggi a Conte: aprire uno spiraglio di modifica significa spalancare la porta ai veti reciproci, cosa che dilaterebbe i tempi e decreterebbe il rinvio forse definitivo. Forza Italia e Italia Viva sono già sul piede di guerra, pronti a controproporre modifiche che andranno in senso opposto alle richieste sulla prescrizione di 5 Stelle e Pd.

draghi e cartabia a santa maria capua vetere 3

 

«Molto dipenderà da quanto si inasprirà il confronto in Commissione - spiega Carmelo Miceli - noi del Pd siamo consapevoli dell'importanza della riforma e della necessità che tutte le parti in causa debbano rinunciare a qualcosa». Il Pd asseconderà la battaglia di resistenza del M5S e deve farlo anche perché in ballo c'è il seggio per le suppletive di Siena dove Letta non può permettersi di perdere il sostegno del Movimento. Allo stesso tempo, però, i dem non seguiranno gli alleati fino allo strapiombo.

 

ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE BY OSHO

«Sono sicuro che domani sarà una giornata positiva, nella quale si troveranno le giuste soluzioni» ha detto il leader Pd alla vigilia dell'incontro. Il patto tra Conte e Letta si poggia su una condizione: che i tempi siano celeri. Il segretario dem aveva dato questa garanzia a Draghi e vorrebbe mantenere la parola, anche se ora sposta all'«autunno» il termine per approvare l'intero pacchetto della riforma, che comprende anche il processo civile e il Csm, «perché alla base dei soldi del Pnrr»: un modo per guadagnare tempo e aprire alla possibilità di un ulteriore slittamento. Ieri anche la vicepresidente del Senato Anna Rossomando ha detto di «non temere una perdita di tempo, se si tratta di pochi giorni per arrivare alla meta».

giuseppe conte alfonso bonafede

 

Bastano interventi mirati: «Non serve smantellare tutto, ma risolvere qualche criticità». «Le soluzioni tecniche ci sono», dice, e «la mediazione deve trovarla il governo e in particolare la ministra Cartabia». Anche fonti vicine a Conte assicurano che non c'è alcuna volontà di sabotaggio. L'avvocato invita a guardare al modello tedesco e propone sconti di pena contro l'irragionevole durata del processo. Non solo. Nel M5S e nel Pd chiedono di allargare i reati per i quali la tagliola dell'improcedibilità (la prescrizione non più sostanziale ma processuale) interviene più tardi, a tre anni e non a due per l'appello, e a un anno e mezzo e non a uno per la Cassazione.

 

alfonso bonafede, luigi di maio e giuseppe conte

In alternativa, I grillini non escludono di riesumare il lodo Conte - prescrizione sospesa dopo il primo grado per chi è condannato e non per chi è assolto - che fu ideato a inizio 2020 per scongiurare la crisi che si stava apprestando a scatenare Renzi prima che intervenisse la pandemia.

 

Tra i 5 Stelle c'è anche chi vorrebbe far partire il calcolo dell'improcedibilità del secondo grado non al momento del ricorso ma quando il fascicolo arriva in Corte d'Appello, ma è un'ipotesi che è già stata bocciata al tavolo della maggioranza al ministero della Giustizia. In realtà le uniche soluzioni possibili sono quelle impossibili, che mettano d'accordo tutti, da Forza Italia ai 5 Stelle.

enrico letta giuseppe conte

 

È lo scenario che Draghi delineerà a Conte: il pantano potrebbe rinviare l'approvazione a data da destinarsi, e lo slittamento - altra ipotesi a cui lavorano Partito democratico e Movimento - è l'esito peggiore per il premier. Il capo del governo non si fida. Vuole capire fino a che punto è disposto a spingersi Conte. Se, cioè, si accontenterà di poche modifiche di facciata (per esempio la diversificazione dei tempi in base ai reati) o se davvero è intenzionato a votare contro o ad astenersi, rimanendo comunque al governo ma creando un precedente inaccettabile per il banchiere. La legge passerebbe comunque, ma Draghi potrebbe tornare a minacciare le dimissioni, come ha già fatto con i ministri 5 Stelle per convincerli a dire sì. Sempre che non decida di sfidare a sua volta Conte, mettendo la fiducia sul testo.

Ultimi Dagoreport

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…