vladimir putin al club valdai di mosca - 4

PERCHÉ PUTIN NON ANDRÀ AL G20 DI BALI? IN QUESTO MOMENTO MEGLIO NON LASCIARE MOSCA – DOPO LA RITIRATA DA KHERSON PER “MAD-VLAD” SI METTE MALE. LUI SCARICA LA COLPA SUI MILITARI E TRA I FALCHI NAZIONALISTI (CHE DA PRINCIPALI SOSTENITORI SONO DIVENTATI I SUOI NUOVI NEMICI) SERPEGGIA L'IDEA DI UN “ROVESCIAMENTO” DI REGIME - ANNA ZAFESOVA: “NON E' DATO SAPERE CHI ABBIA "TRATTO IN INGANNO" PUTIN. IL RISULTATO È UNA FIGURACCIA DI DIMENSIONI EPICHE. E GIRA LA VOCE DI UN PUTIN PRONTO A RITIRARSI NEL 2024..."

Anna Zafesova per “la Stampa”

 

vladimir putin al club valdai di mosca 1

Un uomo è stato arrestato nel centro di Mosca per un manifestino con la scritta «Traditori, avete perso Kherson». La resa dell'unico capoluogo regionale conquistato dagli invasori russi in otto mesi segna una svolta anche sul fronte interno: a finire in manette non sono quelli che si oppongono alla guerra, bensì i suoi sostenitori.

 

Mentre Mosca per la quinta volta in due giorni chiede i negoziati "senza condizioni" con l'Ucraina, a creare problemi al regime di Vladimir Putin sono ora i suoi principali sostenitori, i falchi nazionalisti e militaristi. 

 

La "zrada", la caccia ai traditori, un classico tormentone della politica ucraina, arriva a Mosca, e perfino un fedelissimo putiniano come lo scrittore Zakhar Prilepin giustifica la disastrosa resa da Kherson con un «comandante supremo tratto in inganno» da innominabili ignoti. 

 

vladimir putin al club valdai di mosca 2

Il mito di una "ritirata strategica", presentato nei talk show e nei canali Telegram del Cremlino dai propagandisti, è sbiadito con il passare delle ore, e verso la fine della giornata di venerdì, quando Volodymyr Zelensky annuncia ufficialmente il ritorno di Kherson all'Ucraina, le immagini degli abitanti che abbracciano i soldati di Kyiv (mostrate anche dalla Tv russa), e quelle dei soldati russi in fuga precipitosa, convincono anche i più scettici: la Russia ha perso.

 

Una vittoria ucraina molto attesa, e molto annunciata: il destino di Kherson era diventato chiaro il 12 luglio scorso, quando gli ucraini avevano colpito per la prima volta il ponte Antonivskiy con i missili americani Himars. Il giorno prima, il Kyiv Independent pubblicava un dettagliato piano della controffensiva, con la distruzione dei ponti annunciata come primo atto di un assedio. 

 

vladimir putin

Ovviamente, si trattava di un parziale depistaggio - aveva spinto infatti i russi a dirottare verso Sud il grosso delle loro truppe, scoprendo il fianco a Kharkiv e nel Donbass - che però conteneva un messaggio vero: i russi erano invitati ad andarsene dalla sponda destra del Dnipro con le buone, prima di venire isolati dai rifornimenti provenienti dal Donbass e dalla Crimea. 

 

Nei mesi successivi, i ponti sul Dnipro erano diventati oggetto di un tiro a segno quotidiano con gli Himars, e la notizia che i militari russi avessero spazzato dai negozi di Kherson ogni mezzo natante, inclusi i canotti gonfiabili, risale a settembre. Nello stesso periodo, a Mosca circolava voce che i militari russi si fossero perfettamente resi conto dell'inesorabile finale, e avessero chiesto a Vladimir Putin di ritirarsi dalla città prima di dover venire costretti alla fuga.

 

i segni sulla mano di putin 2

Il presidente russo ha preferito invece aggiungere un altro errore alla montagna di quelli già commessi, annunciando la "annessione" dei territori ucraini occupati. Soltanto pochi giorni fa era apparso davanti alle telecamere con alle spalle una sagoma della Russia con le regioni annesse bene in vista. 

 

Non è dato sapere chi abbia "tratto in inganno" il presidente russo, spingendolo a dichiarare suoi territori sui quali non solo non aveva alcun diritto, ma che non controllava nemmeno. Così come non è chiaro se sia stata un'idea di Putin minacciare l'uso dell'atomica per difendere quelle che riteneva "terre russe". 

 

MEME TAVOLO PUTIN

Il risultato è una figuraccia di dimensioni epiche, che con la sua stessa esistenza cancella qualunque ipotesi di "ritirata strategica": è impossibile fingersi un Kutuzov che lascia Mosca a Napoleone, quando poco più di un mese fa scandivi "Russia, Russia", in compagnia dei collaborazionisti che avevi insediati a Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhia. 

 

Alcuni di loro sono già morti in strani incidenti d'auto, i ponti sono stati fatti saltare dagli stessi russi in ritirata, e gli abitanti delle città liberate stanno strappando i manifesti "Kherson è Russia, per sempre", sui quali le autorità dell'occupazione avevano investito budget cospicui.

 

kherson liberata

Il Cremlino ripudia la paternità di questa sconfitta umiliante, e il portavoce della presidenza Dmitry Peskov commenta la resa di Kherson con un clamoroso «andate a chiederlo ai militari». Putin latita dai media, come fa sempre quando è in difficoltà, e i volti della sconfitta sono i generali e il ministro della Difesa Sergey Shoigu, mentre i blogger militaristi un tempo amati dal Cremlino - già minacciati dalla magistratura dopo le critiche alla ritirata russa da Kharkiv - preferiscono tacere. 

 

SOLDATI UCRAINI SUL FRONTE DI KHERSON

Una posizione che suscita critiche nemmeno tanto velate di molti alleati, come Mikhail Leontiev, il portavoce del potente capo di Rosneft Igor Sechin, che in tv dichiara: «Deve essere la politica ad assumersi la responsabilità». La realtà sembra aver bussato finalmente alle porte del castello di sabbia ideologico costruito da e per Putin, e gli stessi personaggi che inneggiavano alla "Russia per sempre" ora sembrano rassegnarsi non solo alla perdita di Kherson, ma anche alla sconfitta nella guerra. 

bandiera bianca sul carro armato russo

 

Nei canali Telegram gira la voce di un Putin pronto a ritirarsi nel 2024, a favore di un "delfino" che inizi un negoziato con Kyiv, Bruxelles e Washington. E Aleksandr Dugin, il mistico neonazista che ha contagiato il Cremlino con l'idea che la Russia sta «combattendo l'Occidente satanista», arriva a minacciare Putin con la sorte del «re della pioggia», sacrificato se non riesce a «salvare il suo popolo». 

 

Proprio ieri Putin ha deciso di non partecipare al G20 di Bali nemmeno online: segno che non spera in una svolta diplomatica, e non vuole umiliazioni pubbliche, ma forse anche preferisce non lasciare Mosca.

controffensiva ucraina nella regione di kherson 3

 

controffensiva ucraina nella regione di kherson 2

 

Ultimi Dagoreport

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…