moratti salvini fontana

UN PIRELLONE NEL SEDERE DI SALVINI – LA MORATTI VUOLE FARSI CACCIARE, FONTANA NON HA LE PALLE PER FARLO E CHIEDE L’INTERVENTO DEL CAPITONE CHE VA A PIANGERE DA BERLUSCONI (MESTIZIA HA LA TESSERA DI FORZA ITALIA) – IL TRUCE È IN GRANDE DIFFICOLTÀ: SE DICE A FONTANA DI CACCIARLA, SA BENE CHE, DOPO LA DISFATTA ALL’ELEZIONI, PERDERA’ ANCHE LA LOMBARDIA DOVE IL NOME MORATTI, SECONDO I SONDAGGI, ATTIRA IL 20% - CALENDA E SALA PRONTI AD APPORGIARLA MENTRE LA MELONI LA VUOLE MINISTRO. PROPOSTA RESPINTA, PERÒ, DALLA MORATTI

1. LA FAIDA DEL PIRELLONE
Paolo Colonnello, Simona Buscaglia per “La Stampa”
 

letizia moratti attilio fontana

Una poltrona per due non è un'ipotesi praticabile al vertice della regione più ricca d'Italia e così ieri sera, ai piani alti di un palazzo Lombardia avvolto da nuvole gravide di pioggia, è scoppiata la prima vera grana per la coalizione di centrodestra appena uscita vittoriosa dalle elezioni. 
 
Perché una cosa è certa: Letizia Moratti rivendica per sé il posto di presidente occupato finora da Attilio Fontana e lui, appoggiato da Matteo Salvini, dopo essere uscito indenne dalle inchieste giudiziarie, di mollare il posto alla sua vice non ci pensa proprio. 
 

LETIZIA MORATTI PIRELLONE

Risultato, un comunicato del governatore di non più di dieci righe, pepatissime: «Il nostro rapporto fiduciario, sul piano del posizionamento politico, si è incrinato», scrive Fontana. Che tradotto dal politichese suona come una dichiarazione di guerra aperta alla sua vice.
 
Perciò l'incontro, anziché trovare una quadra a una storia che rischia di mandare a gambe all'aria la leadership di centrodestra che in Lombardia domina da 30 anni, si è trasformato in un braccio di ferro dall'esito imprevedibile, visto che il vero convitato di pietra ieri era Fratelli d'Italia che non a caso, a metà settembre, attraverso Ignazio La Russa, plenipotenziario di Giorgia Meloni al Nord, aveva fatto sapere che «Letizia Moratti merita una risposta», andando subito in rotta di collisione con l'investitura che era stata appena riproposta da Matteo Salvini per Fontana. 
 

MATTEO SALVINI

Così, tra un governatore «molto duro» e una Moratti «molto seccata», la frattura cominciata all'inizio dell'estate tra presidente e vicepresidente della Lombardia si è consumata del tutto. Ed era difficile che andasse diversamente, perché alle rivendicazioni di Donna Letizia, ribadite l'altra sera in televisione, l'Attilio aveva risposto a muso duro: «Non ho mai promesso nessun passaggio di testimone alla fine del mio mandato, è una prerogativa dei partiti, allora come oggi».
 
Moratti nel suo comunicato ha preferito usare toni più morbidi: «A Fontana ho confermato la coerente disponibilità offerta al centrodestra». Ma c'è mancato poco che il governatore esercitasse una delle sue prerogative, ritirando la delega al Welfare consegnata alla Moratti nel pieno della pandemia, quando le quotazioni della sua giunta, assediata dal virus e dalle inchieste, erano cadute assai in basso.
 

attilio fontana e letizia moratti

Dopo averla cannoneggiata fin dal mattino, «bisogna capire se vuole essere ancora parte di questa squadra o fa parte di un'altra squadra e allora non può più amministrare al nostro fianco», ieri sera Fontana ha fatto prevalere la cautela: «Essendo io il garante della coalizione in Lombardia e per senso di responsabilità e rispetto al momento politico nazionale mi riservo di prendere una decisione definitiva, dopo un incontro con i leader di centrodestra».
 
Il che presuppone una decisione già presa e per il momento solo rimandata. Sebbene all'identica conclusione di affidare la decisione a un arbitrato dei leader di partito arrivi anche il comunicato della vicepresidente: «Resto in fiduciosa attesa che si esprimano definitivamente nel merito i leader nazionali del centrodestra, dopo la formazione del nuovo Governo». 
 

MATTEO SALVINI AL SEGGIO ELETTORALE

Solo che, rispetto all'estate scorsa, almeno un paio di cose sono cambiate: i rapporti di forza tra Lega e Forza Italia in Lombardia si sono invertiti, con Fdi che ha doppiato il partito di Salvini e si immagina avrà l'ultima parola nella scelta del candidato alla presidenza che si deciderà nel marzo prossimo. E in Sicilia il cambio della guardia è avvenuto davvero facendo saltare ogni precedente spartizione. 
 
Poi c'è il ruolo di Silvio Berlusconi, tra i Dioscuri che avevano ingaggiato Donna Letizia (e il fido Bertolaso) per risollevare le sorti della Lombardia, garantendo il passaggio di testimone, rimasto finora silente, nonostante Moratti sia sempre stata un suo asso nella manica. 
 
Infine c'è la posizione di Carlo Calenda, che piace tanto a milanesi e a cui guarderebbe anche Donna Letizia, il quale però sembra per il momento «dubitare» che la signora del Pirellone possa diventare un vessillo del Terzo polo. 

LETIZIA moratti ATTILIO fontana GUIDO bertolaso

 
La verità è che anche il boccino lombardo è ora nelle mani di Giorgia Meloni che non a caso oggi farà la sua prima uscita pubblica dopo la vittoria elettorale proprio a Milano, Parco Sempione, tra le ansie degli agricoltori stretti tra i grattacieli del potere della metropoli.
 
2. SCONTRO TOTALE TRA FONTANA E MORATTI "LA FIDUCIA TRA NOI SI È INCRINATA"

MATTEO SALVINI MEME

Estratto dell'articolo di Andrea Montanari per “la Repubblica”
 
Nel frattempo, il centrodestra cercherà ora di trovare una soluzione. Evitare una spaccatura subito dopo la vittoria alle elezioni di domenica e scongiurare l'eventuale candidatura di Moratti con il Terzo polo di Renzi e Calenda . Matteo Salvini ieri è corso ad Arcore per chiedere l'aiuto di Silvio Berlusconi per blindare la ricandidatura di Fontana. 
 
La posizione ufficiale di Fratelli d'Italia finora resta: «Fiducia a Fontana, ma stima anche a Moratti». Fonti di FdI confermano che prosegue il pressing di Giorgia Meloni perchè Moratti accetti un incarico di prestigio nel futuro governo, ma finora senza successo. 
 

MORATTI FONTANA

La sensazione è che FdI aspetti che sia il leader della Lega a risolvere il rebus della corsa alla rielezione di Fontana. Magari con un terzo nome. Visto che Moratti insiste nel dire che quella candidatura le era stata promessa al momento della nomina. Quando nel gennaio 2021 la Lombardia era in piena crisi per la pandemia. Tesi respinta, però, da Fontana.

matteo salvini hamburgerMATTEO SALVINI GIORGIA MELONI BY VUKIC matteo salvini

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."