matteo salvini giuseppe conte

POLITICA USA E GETTA – LA SOVRAESPOSIZIONE DEI LEADER È LA LORO PIÙ GRANDE CONDANNA: INVADONO GLI SCHERMI, PARLANO DI TUTTO SENZA SAPERE NULLA, E I CITTADINI SCAPPANO! – LUCA JOSI: “UN CONSUMISMO DELLE ASPETTATIVE HA ABITUATO GLI ELETTORI, SPETTATORI DI TALENT E REALITY, A UN’USURA DEI PROTAGONISTI ASSAI RAPIDA E INCONCILIABILE CON I LUNGHI TEMPI DI FORMAZIONE NECESSARI ALLA COSTRUZIONE DI UNA COSIDDETTA CLASSE POLITICA. SONO DUE CURVE CHE NON S’INCONTRANO. UNA SI STUFA SEMPRE PIÙ VELOCEMENTE E L’ALTRA AVREBBE BISOGNO DI SEMPRE PIÙ TEMPO” - IL "MAMMOZZONE" DI FUNARI E I "MORTI DI FAMA" DI DAGO

Luca Josi per “Prima comunicazione”

 

luca josi foto di bacco

Paolo Sorrentino, nell’immaginario dialogo tra il suo giovane Papa e la sua addetta marketing affrontò il tema così: Pio XIII: “Chi è lo scrittore più importante degli ultimi vent’anni? … Attenta però, non il più bravo. La bravura e degli arroganti… L’autore che ha destato una curiosità così morbosa da diventare il più importante?“.

 

Sofia Dubois: “Non saprei. Philip Roth?”.

Pio XIII: “No. Salinger. Il più importante regista cinematografico?”.

 

Sofia Dubois: “Spielberg?”.

Pio XIII: “No. Kubrick. L’artista contemporaneo?”.

 

CECILE DE FRANCE E JUDE LAW IN THE YOUNG POPE

Sofia Dubois: “Jeff Koons … Marina Abramovich?”.

Pio XIII: “Banksy. Il gruppo di musica elettronica?”.

 

Sofia Dubois: “Ohh, non so assolutamente nulla di musica elettronica …”.

Pio XIII: “E poi c’è chi dice che Harvard è una buona università… Comunque. I Daft Punk. E invece la più grande cantante italiana?”.

Sofia Dubois: “Mina”.

 

Pio XIII: “Brava. Adesso lei sa qual è l’invisibile filo rosso che unisce tutte queste figure che sono le più importanti nei loro rispettivi campi? Nessuno di loro si fa vedere. Nessuno di loro si lascia fotografare”.

 

paolo sorrentino foto di bacco (2)

Potremmo definirlo il teorema dell’assenza che alimenta la presenza. Certo occorre aver guadagnato una notorietà da cui fuggire perché scatti l’interrogativo Morettiano: “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”.

 

Ecco, adesso parliamo di politica italiana e del suo deficit di carisma.

 

Proviamo a dividere la storia della comunicazione politica, democratica, in Avanti ’92 e Dopo ’92; escludiamo, per ora, le cosiddette leadership per concentrarci sull’esercito di carneadi assurti a ruoli apicali in ragione di un metodo di selezione parente più della lotteria che di un processo di formazione; isoliamo i due principali argomenti di critica - “Son tutti una banda di ladri” e “Son tutti una banda d’incompetenti” asserzioni atemporali e di declinazione universale – e domandiamoci: ma come mai è così difficile costruire fascinazioni durature?

bettino craxi 5

 

Subito dopo il ’92, lustri prima dell’esplosione e della frammentazione dei canali di auto promozione (i social) iniziò una deriva di protagonismo in cui un desiderio incontenibile di presenzialismo cominciò a erodere qualunque aura della leadership (vi ricordate quando si diceva che gli attori cinematografici non dovevano comparire fuori dallo schermo per non veder vanificata la loro magia di estraneità al quotidiano?).

 

Il più geniale distruttore di tutto questo fu Gianfranco Funari con il suo “Mammozzone”; concepì una specie di carro allegorico viareggino in cui l’ospite, appollaiato sul trabiccolo, veniva spinto in pasto al pubblico; la posizione era così grottesca che avrebbe reso goffa Coco Chanel. E loro, i politici, ci andavano. Da lì, il diluvio.

Gianfranco Funari

 

I partiti non c’erano più o ne nasceva uno al mese con tanto di araldica botanica o rapita ai supermercati. Intanto i nuovi volti cominciavano a occupare ogni spazio televisivo, con forme di transumanza che li portava ad albergare in pianta stabile nei vari format ispirati ai principi fondamentali della serialità: definisci le figure chiave della narrazione e fai trovare allo spettatore, in modo metodico e continuativo, quelle facce per creare abitudine e appartenenza (a Roberto D’Agostino il merito di aver definito questa categoria prepolitica di ospiti: “Morti di fama; famosi per essere famosi”; pensate oggi a quello che Antonio Ricci cucina quotidianamente; parlamentari che per pochi secondi di visibilità si consegnano alla “perculata” dell’inviato di turno e che per affacciarsi a quelle finestre di visibilità venderebbero le mamme. Anche le loro).

 

Dago ph Porcarelli

Ma com’è possibile che a questa infestante presenza mediatica non corrisponda un'equivalente memoria e ricordo da parte degli spettatori dei succitati protagonisti?

 

Ipotesi:

 

-       Per il sospetto che il loro “sapere di nulla e parlare di tutto” denunci la loro insradicabile incompetenza (condizione che però, oggi, sembra abilitare più o meno a qualunque incarico).

 

matteo salvini balla al papeete

-       la vocazione a coprire con l’estroflessione delle loro opinioni ogni cosa e il suo contrario (opinionismo a tergicristallo, forte della totale incapacità dello spettatore di memorizzare una posizione e di verificare che il medesimo oratore sosteneva, poche ore prima, l’opposto).

 

-       lo svaccamento voyeristico del mostrare ogni angolo privato per catturare attenzione può aver alimentato l’effetto Tunik (dal fotografo Spencer, Tunik, quello delle immagini di distese di corpi nudi sdraiati nei contesti urbani; riesci a distinguerne più qualcuno in particolare? No).

 

bettino craxi e luca josi 3

Suggerimenti non richiesti:

 

-       acquisire una competenza differenziante: meglio presidiare un campo, risultare degli inavvicinabili esperti dei bigodini catarinfrangenti anziché mostrarsi come un “emporio vendi tutto” di conoscenze tanto superficiali quanto evanescenti.

 

-       lasciate ai conduttori l’obbligo di essere sempre presenti in scena. Rendete non consecutive le vostre presenze e apparizioni (non prevedibili); lasceranno il sospetto che abbiate dedicato il tempo della vostra assenza a studiare (o, ancor più nobilitante, a lavorare).

 

GIUSEPPE CONTE VENDITORE DI CALDARROSTE

-       in ultima analisi, parafrasando l’irrinunciabile testo dell’abate di Dinouart su “L’Arte di tacere” affidiamoci a Oscar Wilde: “È meglio tacere e sembrare stupidi, che parlare e togliere il dubbio”.

 

Prospettive:

 

-       Aldilà di quegli scherzi, tragici, della storia - come il riaffacciarsi della guerra che toglierà frivolezza a chi invita alla calma della pace senza aver mai subito un graffio dalla guerra e a chi parla di guerra senza aver mai giocato nemmeno a soldatini - il futuro appare complesso.

Perché? Perché un consumismo delle aspettative ha abituato gli elettori, spettatori di talent e reality, a un’usura dei protagonisti assai rapida e assolutamente inconciliabile con i lunghi tempi di formazione necessari alla costruzione di una cosiddetta classe politica.

 

GIUSEPPE CONTE ROCCO CASALINO E IL TAVOLINO MEME

Sono due curve che non s’incontrano. Una, quella dei cittadini, si stufa sempre più velocemente dei suoi politici e l’altra, quella che dei politici, avrebbe bisogno di sempre più tempo per prepararsi ad affrontare una società sempre più complessa. Auguri a tutti noi.

Gianfranco Funari matteo salvini fa llinguacce al papeete

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...