letizia moratti enrico letta

POLITO SBERTUCCIA IL PD CHE DICE NO A LADY MORATTI: “C’È CHI PREFERIREBBE PERDERE LE ELEZIONI, PIUTTOSTO CHE ALLEARSI CON LEI, NONOSTANTE IL PADRE PARTIGIANO, NONOSTANTE ABBIA PORTATO L’EXPO A MILANO INSIEME A PRODI, E NONOSTANTE L’ATTUALE SINDACO, BEPPE SALA, SIA STATO IL SUO CITY MANAGER – LA POLITICA È UNA DISCIPLINA DA TEMPO ABBANDONATA DAGLI EREDI DEL PCI E DELLA DC, PARTITI CHE SAPEVANO BENISSIMO CHE IL FINE DELLA LORO AZIONE ERA VINCERE LE ELEZIONI. NEL PD, INVECE…"

Antonio Polito per corriere.it

 

letizia moratti e il padre partigiano alla manifestazione del 25 aprile

Colpisce il disprezzo con cui a sinistra è stata accolta la candidatura di Letizia Moratti alla Regione Lombardia. L’avvocato Giuliano Pisapia, sul Corriere, l’ha liquidata come pura e semplice bramosia di potere: respinte a destra le sue smodate ambizioni, ecco donna Letizia perseguirle altrove. L’attrice Ottavia Piccolo, sul Fatto, aggiunge che sostenerla significherebbe «scendere sotto la soglia della decenza», equivarrebbe a candidare «la sorella di La Russa, se ne ha una».

 

Naturalmente ci sono comprensibili ragioni per cui un elettore di sinistra non voglia votare per una ex ministra di Berlusconi (tra le migliori, peraltro). Ma non c’è nessuna buona ragione per condannarla come una voltagabbana senza scrupoli, assetata di potere, un cavallo di Troia infilato dalla destra nel campo dei valorosi resistenti democratici, o di ciò che ne resta.

LETIZIA MORATTI

 

Il rifiuto è basato fondamentalmente su questo argomento: la Moratti è di centrodestra. Si badi bene: non «proviene da», ma «è» di centrodestra. Quasi come se fosse un tratto antropologico, una tara genetica, dalla quale non si può guarire neanche lasciando pubblicamente e fragorosamente la parte politica in cui si è militato. Semel di destra, semper di destra. Chi nasce tondo non può morir quadrato. E così via.

 

Questo (pre)giudizio nasce da un’idea della coalizione guidata da Giorgia Meloni come male assoluto, pericolo per la democrazia, ricettacolo di valori contrari ai principi basilari di umanità e progresso. Lasciamo stare se sia vero o no. Ma è proprio se fosse vero che si dovrebbe uccidere il vitello grasso per festeggiare il figliuol prodigo staccatosi da quel mondo oscuro e minaccioso, accogliere ogni profugo che abbandona la nave dei folli. Si potrebbe anzi dire che più Letizia Moratti viene considerata di destra, e più le si dovrebbe aprire le porte; perché potrebbe contribuire a scassinare la cassaforte lombarda del nemico. Con esiti imprevedibili sul piano nazionale, e certamente utili a un centrosinistra oggi percosso e attonito, sconfitto e fuori dai giochi.

LETIZIA MORATTI

 

Paradossalmente avrebbe più senso dire: non vogliamo sostenere la Moratti perché lei non appartiene veramente al mondo del centrodestra lombardo, e dunque non ne può intercettare i voti. Ma questo sarebbe l’abc della politica, una disciplina da tempo abbandonata dagli eredi del Pci e della Dc, partiti che sapevano benissimo che il fine della loro azione era vincere le elezioni. Nel Pd, invece, da tempo una moralistica condanna del potere convive agevolmente con una spregiudicata ansia di prenderselo.

 

D’altra parte, neanche dal punto di vista della moralità pubblica si spiega tanta animosità contro Letizia Moratti. Viene accusata di essere una trasformista per aver abbandonato il suo schieramento. Ma trasformista è chi trasferisce i consensi ottenuti da una parte al servizio di un’altra. Trasformista è un parlamentare che cambia casacca. La Moratti si presenta invece al giudizio dell’elettorato sulla base della scelta motivata di lasciare il centrodestra, anche a costo di una sconfitta: sembrerebbe il contrario del trasformismo.

letizia moratti corteo per la pace

 

Né si vede che cosa mai ci avrebbe guadagnato in termini di potere da questa sua decisione. Era assessore in Lombardia e ora non lo è più. Poteva essere nominata amministratrice delegata delle Olimpiadi Milano-Cortina, e ha rifiutato. Avrebbe meritato certamente un ministero, visti i nomi dei ministri, ma era troppo imbarazzante per qualcuno. Eppure c’è chi preferirebbe perdere le elezioni, piuttosto che allearsi con lei, nonostante il padre partigiano, nonostante abbia portato l’Expo a Milano insieme a Prodi, e nonostante l’attuale sindaco, Beppe Sala, sia stato il suo city manager.

 

antonio polito

Una prova di coerenza perinde ac cadaver con i valori della sinistra: soprattutto da parte di chi aveva accolto come «leader fortissimo dei progressisti» Giuseppe Conte quando ancora non si era asciugato l’inchiostro della sua firma sui decreti sicurezza di Salvini.

 

«Magari — ha scritto un’autrice non certo di destra, Natalia Aspesi su La Repubblica — lo smarrito Pd, che si è schierato contro se stesso partecipando alla marcia per la pace di Roma, saprà scovare un suo rappresentante che non si sa con quali esorcismi conquisterà la Lombardia».

 

letizia moratti manifestazione pace milano

Nel frattempo sarebbe già qualcosa se la smettesse di insultare chi è già in prima linea contro quello che dovrebbe essere il nemico comune.

tweet lega contro letizia morattiLETTAletizia moratti manifestazione pace milano

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?