vito crimi beppe grillo

POLVERE DI CINQUE STELLE - NONOSTANTE L'APPOGGIO DI BEPPEMAO A CRIMI, LE ESPULSIONI PREVISTE PER QUESTO FINE SETTIMANA POTREBBERO SLITTARE: IL REGGENTE TIRA DRITTO E SCODELLA LE LETTERE DI ESPULSIONE A 41 DISSIDENTI, MA CACCIARLI POTREBBE ESSERE PIÙ COMPLICATO, VISTO CHE ANCHE IL COLLEGIO DEI PROBIVIRI È SPACCATO – GLI ESILIATI MINACCIANO DI RICORRERE ALLE VIE LEGALI, MA VENGONO MOLLATI DA DIBBA CHE SI TIRA INDIETRO SU…

Federico Capurso per "La Stampa"

 

grillo crimi

Il Movimento 5 stelle si sta squagliando velocemente, all'alba del nuovo governo. Intorno alle espulsioni dei 15 senatori e 26 deputati anti-Draghi, che un tempo si sarebbero risolte in uno schiocco di dita, si consuma un braccio di ferro tale da renderle incerte. Il reggente Vito Crimi, travolto dalle contestazioni, tira dritto sulla linea della massima severità e in mattinata recapita le lettere di espulsione dei 41 dissidenti dai loro gruppi parlamentari.

 

Ma cacciarli dal partito potrebbe essere più complicato, perché anche l'organo chiamato a comminare le sanzioni (il collegio dei probiviri) è spaccato. Uno dei tre giudici interni, Raffaela Andreaola, chiede pubblicamente che ogni procedura venga «congelata» fino all'elezione della nuova segreteria politica, prevista i primi di marzo, disconoscendo la validità della reggenza di Crimi.

vito crimi

 

 E lascia intendere che, in attesa della nuova leadership, anche il collegio dei probiviri potrebbe sciogliersi per essere rinnovato. Su una linea simile si sarebbe posizionato un altro dei tre membri, Jacopo Berti, considerato vicino a Davide Casaleggio. E così, nonostante l'appoggio di Beppe Grillo a Crimi, le espulsioni previste per questo fine settimana potrebbero slittare. Ma l'opposizione al pugno di ferro del capo politico si alza anche dentro il gruppo parlamentare, dove si stanno muovendo nomi pesanti nel tentativo di fermare l'emorragia.

 

LUIGI DI MAIO PAOLA TAVERNA

Tra i più attivi c'è la vicepresidente del Senato Paola Taverna, che sui social ricorda come «tanti colleghi che hanno votato in dissenso sono parte fondamentale del Movimento, oltre che amici fraterni e compagni di tante battaglie. Serve unità adesso». E come lei, anche l'ex ministra del Lavoro Nunzia Catalfo trova «impensabile immaginare il futuro del M5S senza i tanti amici e compagni con cui in questi anni abbiamo combattuto le nostre battaglie. Non è il momento di dividerci».

 

Le convulsioni pentastellate sono appena iniziate. Molti dei 41 esiliati minacciano di ricorrere alle vie legali: «Non ci sono i presupposti per un'espulsione», sottolinea Lorenzo Borrè, storico avvocato della dissidenza e spina del fianco degli epuratori M5S. Alcuni di loro, invece, si stanno organizzando per formare un gruppo d'opposizione, sia alla Camera che in Senato, sotto il vessillo dell'Italia dei Valori. Circola il nome dell'"Alternativa".

 

LUIGI DI MAIO E VITO CRIMI

Entrerebbero circa 10 senatori e altrettanti deputati, ma Alessandro Di Battista, indicato come un punto di riferimento da alcuni dissidenti, vuole restarne fuori. Viene però attaccato, preventivamente, da dentro il partito: «Vuole fare come Renzi con Italia viva», è il messaggio che trapela agli organi di stampa. E Di Battista,che oggi interverrà sui social, reagisce: «Rispettate le mie idee senza comportarvi da infantili avvelenatori dei pozzi. Non mi occupo di scissioni. Comunque, Renzi è un vostro alleato».

DI BATTISTA

 

I dissidenti, con o senza Dibba, promettono battaglia: «Siamo stati espulsi dal capo politico dell'Udeur», attacca il deputato Alvise Maniero. E punta il dito contro «chi non restituisce parte dello stipendio da mesi, pur non ricevendo alcuna sanzione». Dai vertici, in risposta, trapela nel primo pomeriggio la volontà di sanzionare anche i ritardatari e chi si è tenuto le indennità di carica, come Taverna. Una mossa che metterebbe a repentaglio la candidatura della senatrice romana alla segreteria politica e che, soprattutto, aprirebbe un altro fronte incandescente nel Movimento.

 

vito crimi alle consultazioni

 Idea che infatti, poche ore dopo, viene spenta dai pontieri: «Si risolverà tutto senza dover ricorrere ai probiviri». Un duro lavoro, di questi tempi, quello dei pontieri. E la partita dei sottosegretari, da chiudere entro i primi giorni della prossima settimana, non aiuta. Tra i più attivi per ottenere una delega allo Sport, ad esempio, ci sarebbe l'ex ministro Vincenzo Spadafora, osteggiato però da un pezzo del Movimento. Lo stesso sulle caselle economiche: Carla Ruocco sgomita e c'è chi cerca di affossarla. Accade in ogni forza politica, ma il Movimento, più che a un partito, assomiglia a una polveriera.

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