matteo salvini luigi di maio danilo toninelli beppe grillo

POLVERE DI 5 STELLE – “NON E’ PIU’ IL MIO MOVIMENTO”, GRILLO DA’ DEL POLTRONARO A DI MAIO IRONIZZANDO SUL MANDATO ZERO CON UNA PARODIA DI “SE MI LASCI NON VALE” DI JULIO IGLESIAS: “DI ANDARMENE A CASA NON HO PROPRIO IL CORAGGIO” -  IL SILENZIO DI FICO E DI BATTISTA DOPO IL SI’ ALLA TAV - E SALVINI: “TONINELLI SI DIMETTA, SE HA UN PO' DI DIGNITÀ”

Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

BEPPE GRILLO A UN INCONTRO DELLA NOVAMONT ATTACCA I GIORNALISTI

Chissà se Beppe Grillo quel tweet lo aveva pensato anche in vista di una giornata che è finita nel peggiore dei modi per il M5S. Con un Sì alla Tav che è una gigantesca smentita della storia politica sua e dei suoi ragazzi. Con quel modo di fare un po' così, scherzando ma anche no, disseminando il vetriolo della sua comicità sulle ferite del Movimento, Grillo ha dato del poltronaro a Luigi Di Maio.Il comico genovese si unisce al coro dell' ironia nazionale sul «mandato zero» ideato dal capo politico e citando Julio Iglesias scrive di «andarmene a casa non ho proprio il coraggio».

 

beppe grillo

Parte da questa canzonetta canticchiata di buon mattino la giornata che ha terremotato tutto. Dagli occhi di Grillo che osservano il disfacimento del suo M5S. Pezzo, dopo pezzo. Chi lo ha sentito in queste ore ha raccolto non rabbia ma un misto di rassegnazione e amarezza, un disincanto beffardo. Lo stesso sentimento che consegna agli amici del bar a Nervi, ai vicini in Toscana o in Sardegna. «Il mio Movimento ovviamente era un' altra cosa» dice lui. Perché «governare è difficile», e lo è ancora di più «con questi qui» che non sono solo i leghisti, ma anche il Pd e tutti gli altri che per Grillo rappresentano quel «Sistema» che voleva liquidare a colpi di battute e di clic.

Grillo e Di Maio

 

In fondo già l' investitura di Di Maio fu l' atto unico di un addio vissuto come un sollievo. Grillo si è fatto da parte e persino nel nuovo statuto, quello del dicembre 2017, che incorona Davide Casaleggio e Di Maio come unici soci fondatori, risulta semplice garante. Di cosa? Perché certo non pensava si sarebbe arrivati a questo. «Non è più il mio movimento» ripete ogni volta, per scacciare il fastidio di chi gli rinfaccia le promesse. Il Tap, l' Ilva, la regola del secondo mandato e ora la Tav. Una bandiera che viene incenerita assieme a migliaia di ricordi, di emozioni e di preoccupazioni.

 

BEPPE GRILLO

Per la Tav Grillo si è beccato una condanna a 4 mesi nel 2014, finita in prescrizione, per aver rotto i sigilli dei cantieri della Val Susa. Sia chiaro, il garante era stato avvertito. In serata, Di Maio, allarmato per le notizie di un Grillo furioso per «l' ennesimo tradimento», ha fatto sapere che aveva informato il comico via telefono. Ma tanto già a marzo, quando Conte si ingegnò per trasformare i bandi in avis de marché, sperando di guadagnare tempo con questa trovata semantica, Grillo aveva capito come sarebbe finita.

 

Da allora Di Maio ha scaricato tutta la responsabilità del dossier sul premier, nella speranza di restare il più possibile immune dalle critiche. Ma è un trucco che non ha funzionato perché l' elenco delle promesse tradite si allunga e nel M5S in queste ore non si fa cenno a minacce di crisi in nome della coerenza. Solo il senatore Alberto Airola annuncia il suo addio. Gli altri protagonisti di questo dramma tacciono. Tace Alessandro Di Battista, che si fa fotografare con il figlio nella serenità bucolica di Tarquinia.

ROBERTO FICO

 

Proprio lui che a febbraio aveva assicurato si sarebbe fermata l'opera. E si chiude nel suo silenzio Roberto Fico, che appena quattro mesi fa sentenziò: «Eravamo No Tav prima di essere M5S». Ricordava la prima riunione dei meet-up in Piemonte, la battaglia della vita, il simbolo che riempiva di senso le cinque stelle. Adesso nel M5S c' è chi chiede e spera nelle dimissioni del ministro Danilo Toninelli.

 

alessandro di battista l'altro mondo 6

«Se ha un po' di dignità dovrebbe lasciare» lo fredda Matteo Salvini. Ma lui sembra intenzionato a restare, fino a quando glielo permetteranno, contento che Conte lo abbia gratificato per i risparmi conquistati. Il trauma è fortissimo ma Di Maio è pronto ad affrontarlo lasciando almeno l' ultima parola al Parlamento ben sapendo che la sconfitta è certa e che il M5S sarà l' unico con Sinistra italiana a votare contro.

 

alessandro di battista l'altro mondo 4

«La nostra posizione non cambia. E' un' opera dannosa, un regalo a Macron. Non abbiamo paura di restare da soli e fra non molto potremo vedere in aula con i nostri occhi chi decide di andare a braccetto con Renzi, Monti, Calenda, e Berlusconi».

 

Nella mutazione in atto di Di Maio, l' idea è di trasformare il M5S in un partito attrattivo, e in competizione con il Pd, per quei mondi imprenditoriali che lo hanno sempre snobbato anche per le campagne dei No. Ma sarà appunto tutta un' altra storia e per scriverla bisognerà prima far dimenticare quella di un passato che ieri si è chiuso per sempre.

alessandro di battista l'altro mondo 5

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...