antonello nicosia giuseppina occhionero

PORTABORSE SOTTO GLI OCCHI – IL CLAMOROSO CASO DI ANTONELLO NICOSIA, COLLABORATORE DELLA DEPUTATA RENZIANA OCCHIONERO, ARRESTATO CON L’ACCUSA DI ASSOCIAZIONE MAFIOSA, RIAPRE LA QUESTIONE DEI COLLABORATORI DEI PARLAMENTARI - GLI INCARICHI SONO STRETTAMENTE FIDUCIARI, GESTITI DIRETTAMENTE DA DEPUTATI E SENATORI, E NESSUNO CONTROLLA - NICOSIA CON 50 EURO AL MESE POTEVA…

Sergio Rizzo per “la Repubblica”

 

MESSINA DENARO ANTONELLO NICOSIA

C' è un buco nero, da sempre, nel Parlamento italiano. Una falla che nessuno, finora, ha però voluto colmare. Ma dopo il caso clamoroso di Antonello Nicosia, l' assistente parlamentare che entrava in carcere con il tesserino della Camera per tenere rapporti, dicono le intercettazioni, con i boss mafiosi detenuti al 41 bis, questa storia rischia di deflagrare già nei prossimi giorni al Senato durante la discussione sul bilancio interno. Dove si prepara una battaglia a colpi di ordini del giorno.

 

giuseppina occhionero 2

La deputata di Italia Viva Giuseppina Occhionero ha raccontato ai magistrati che le chiedevano chiarimenti, secondo quanto riferisce il giornale online agrigentino Grandangolo , che il regolare contratto da lei stipulato con l' ormai ex collaboratore Nicosia prevedeva una retribuzione di 50 euro al mese.

 

antonello nicosia

Per quanto possa sembrare incredibile, cinquanta euro sono dunque sufficienti per avere un tesserino che consente che di circolare liberamente negli uffici del parlamento e magari fare una capatina nelle carceri di massima sicurezza. Senza alcun controllo. Possibile?

 

Proprio così. Gli incarichi ai collaboratori sono strettamente fiduciari, com' è giusto che sia. Ma in Italia i contratti sono gestiti personalmente dai deputati e dai senatori, contrariamente a quanto avviene altrove. A Strasburgo, per esempio, gli europarlamentari nominano all' inizio del mandato i propri collaboratori ma è poi l' amministrazione che fa i contratti e paga gli stipendi.

antonello nicosia

 

antonello nicosia

Con tutte le garanzie del caso, ovvio. Da noi, invece, deputati e senatori provvedono direttamente anche a retribuire gli assistenti, ma senza alcun obbligo particolare. E le amministrazioni di Montecitorio e Palazzo Madama sono sollevate da qualunque tipo di responsabilità contrattuale come pure da ogni controllo. Per avere il tesserino alla Camera è sufficiente depositare un contratto almeno annuale: di qualunque importo, come sta a dimostrare il caso Nicosia. Al Senato invece è stato fissato per regolamento un limite minimo di 375 euro al mese. Lordi, s' intende.

 

antonello nicosia

Ed è chiaro che in condizioni del genere si possono produrre situazioni di ogni tipo. La storia è vecchia. Nel 2007 le Iene scoprirono che su 683 collaboratori parlamentari appena 54 avevano un regolare contratto. Ma da allora è cambiato poco o nulla. Basta dire che alla fine della legislatura spirata nel 2018 si contavano soltanto al Senato, oltre a 44 contratti co.co.co. (una formula abolita ormai da anni), 43 consulenze con partita Iva e 11 non meglio precisate "prestazioni occasionali".

 

Mentre a una domanda di Report a proposito del numero dei collaboratori ufficialmente registrati alla Camera il presidente Roberto Fico ha risposto qualche mese fa: «Circa 400». Solo quattrocento per 630 deputati? Certo, c' è anche un partito, la Lega di Matteo Salvini, i cui parlamentari fanno addirittura a meno di collaboratori personali.

 

giuseppina occhionero

Ma di tutto questo non ne può non risentire la stessa attività del Parlamento. Un deputato che non ha uno staff adeguato non farà bene il proprio lavoro. Per questa ragione il parlamento britannico stanzia per i collaboratori di ogni eletto l' equivalente di 14 mila euro e quello tedesco 15.798. L' Europarlamento addirittura 21.209: da cinque a sei volte le somme assegnate ai nostri deputati e senatori.

 

Però la verità è che questo nostro sistema apparentemente meno dispendionso, libera un sacco di risorse soprattutto per i partiti sempre più poveri. E proprio a scapito della qualità del lavoro parlamentare, evidentemente sempre meno importante.

 

antonello nicosia

Per pagare i collaboratori ogni deputato può contare su 3.690 euro al mese, che salgono a 4.180 per i senatori. Ma solo metà della somma va rendicontata. Ne consegue che ogni deputato e senatore dispone rispettivamente di 22 mila e 25 mila euro l' anno esentasse, di cui non deve giustificare l' utilizzo, magari pronti per essere girati al partito: beneficiando in più di una detrazione del 26 per cento. Non sono pochi soldi.

PORTABORSE2

 

Parliamo di 8 milioni al Senato e 14 alla Camera pronti a evaporare. Ecco spiegato perché nessuno ha mai voluto mettere mano a uno stato di cose semplicemente scandaloso per il parlamento, che dovrebbe essere il tempio della legalità.

 

«Oggi esistiamo solo come tesserini da autorizzare, non abbiamo statuto professionale, né una voce di bilancio autonoma. Ma neppure un codice di condotta, ed è inaccettabile », denuncia José De Falco, il presidente dell' associazione dei collaboratori.

RICCARDO MAGI

 

Ma nessun effetto hanno avuto, finora, i propositi di Fico espressi in diversi incontri proprio con i rappresentanti di quell' associazione. Né le pressioni di alcuni parlamentari, come Riccardo Magi di +Europa, che si è visto bocciare ripetutamente, l' ultima volta pochi giorni fa, gli ordini del giorno presentati per approdare a una situazione più civile. I costi sono la scusa dietro a cui il palazzo si è sempre nascosto.

roberto fico prima dell auto blu

 

Nel 2018 il collegio dei questori aveva calcolato che la Camera avrebbe dovuto sopportare un costo fra 6 e 8 milioni l' anno se avesse avuto l' incombenza di gestire direttamente, ma sempre con quei denari oggi assegnati ai parlamentari, contratti regolari con retribuzioni fino a 1.500 euro netti al mese. Troppo, era stata la conclusione.

giuseppina occhionero 1

 

Troppo, per un bilancio di 943 milioni l' anno e 450 milioni spesi fra stipendi e pensioni del personale. Troppo. Eppure il taglio dei vitalizi agli ex parlamentari avrebbe fatto risparmiare (Fico dixit) 44 milioni l' anno: se è così, meno del 20 per cento di quella somma basterebbe per mettere in regola qualche centinaio di ragazzi e tenere il parlamento al riparo da altri casi come quello di Nicosia.

 

E non si può fare a meno di notare che mentre c' è chi annaspa nel precariato, la Camera dove si è appena deciso di ridurre da 630 a 400 i deputati ha deciso di bandire un concorso per assumere 30 nuovi consiglieri parlamentari.

 

Ultimi Dagoreport

a lume di candela federica panicucci fabio rovazzi tommaso cerno pio e amedeo elonoire casalegno barbara d urso

DAGOREPORT BY CANDELA - BARBARA D’URSO E IL PROGETTO ARENATO CON URBANO CAIRO - NUOVO SHOW DI PIO E AMADEO SU CANALE5 IN PRIMAVERA - FEDERICA PANICUCCI CONDURRÀ CAPODANNO IN MUSICA" SU CANALE 5: AL SUO FIANCO POTREBBE TORNARE FABIO ROVAZZI. TRA I DUE, L’ANNO SCORSO, NON ERA SCATTATA LA SCINTILLA - SI CERCA CONDUTTORE SOVRANISTA PER NUOVO TALK DI RAI2: POTREBBE ESSERE COINVOLTO IL MELONIANO CERNO - RAI1 E CANALE 5 COPRIRANNO I LORO BUCHI “SPOSTANDO” IN PRIMA SERATA “AFFARI TUOI”, “L’EREDITÀ” E "LA RUOTA DELLA FORTUNA" - ELENOIRE CASALEGNO SI PAPPA DUE NUOVE CONDUZIONI - NELLA REDAZIONE DI ''LIBERO'' ESPLODE IL “TAXI GATE” - UNA VIVACE SIGNORINA STA CERCANDO DI VENDERE A DIVERSI GIORNALI, PROVE ALLA MANO, LA SUA "RELAZIONE SEGRETA" CON L'ATTACCANTE FIDANZATISSIMO. INDIZIO: LUI GIOCA IN UNA SQUADRA DI ALTA CLASSIFICA IN SERIE A E IN NAZIONALE. DI CHI SI TRATTA?

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...