salvini bergoglio

PORTIAMO SALVINI SOTTO LA CAPPELLA - DOPO IL BOOM DELLA LEGA ALLE EUROPEE, IN VATICANO HANNO CAPITO CHE SERVE UN DIALOGO ANCHE CON SALVINI E PREPARANO UN INCONTRO TRA IL MINISTRO E BERGOGLIO - NON È UN CASO SE PERSINO IL “CAPITONE” (CHE FINO A POCHE SETTIMANE FA URLAVA CHE IL SUO PAPA ERA BENEDETTO XVI) HA INIZIATO AD ATTENUARE I TONI…

Franca Giansoldati per “il Messaggero”

 

salvini rosario

La plurisecolare diplomazia vaticana addestrata ad affrontare ben peggio che non un rimediabile muro contro muro a distanza con il vice premier Matteo Salvini, ha fatto un bel respiro e, il giorno dopo i risultati elettorali, predisposto un piano per rimodulare la propria posizione istituzionale, seguendo il collaudato cammino della realpolitik, di cui la Santa Sede è maestra incontrastata.

 

Sono in atto importanti movimenti di avvicinamento per entrambi. L' obiettivo è di arrivare ad un incontro riservato. Così si procede con cautela ma i gesti non mancano. Ieri mattina, per esempio, il cardinale Pietro Parolin, il numero due del Vaticano ha lanciato un messaggio indito e più che possibilista. «Si deve dialogare anche con Salvini».

papa francesco bergoglio e il cardinale parolin

 

Fino a qualche mese fa parole simili erano impensabili, mentre adesso la musica necessita di qualche sfumatura diversa. Così Parolin citando il Papa che «continua a dire: dialogo, dialogo, dialogo» aggiunge. «E perché non si dovrebbe fare con Salvini? Anzi, il dialogo si fa soprattutto con quelli che non la pensano come noi e con i quali abbiamo qualche difficoltà e qualche problema». «Lo ringrazio», risponde a sera via Facebook il vicepremier, «non penso di avere la lebbra o la peste...».

 

LE POSIZIONI

SALVINI ROSARIO

Pensare che Parolin solo un paio di mesi fa aveva incontrato per un lungo discorso programmatico, Luigi Di Maio, l'altro vice premier, sicuramente più affine alla visione del pontificato a proposito dei poveri inclusi nel piano del reddito di cittadinanza. Ma siccome gli eventi politici sono spesso imprevedibili, la diplomazia vaticana essendo abituata ad essere flessibile e far fronte anche agli scenari meno favorevoli non ha esitato a trovare spiragli.

 

Spazi entro i quali uomini di fiducia da ambo le parti si sono già messi all'opera. Non è un caso se persino Salvini (che fino a poche settimane fa urlava deciso che il suo Papa era Benedetto XVI) ha iniziato ad attenuare i toni, inaugurando dosi di rispetto e riconoscimento verso il pontefice regnante. Naturalmente Parolin non ha mancato di fare presente al leader leghista che l' uso spregiudicato di rosari e croci ai comizi non può continuare. «Credo che a usare i simboli religiosi per manifestazioni di parte come sono i partiti c' è il rischio di abusare di questi simboli. E da parte nostra non possiamo rimanere indifferenti di fronte a questa realtà».

papa francesco bergoglio e il cardinale parolin

 

Perché questo repentino cambiamento? La risposta non può cogliere nessuno alla sprovvista dopo il voto, visto che al Papa risulta difficile ignorare il quadro lacerato che le elezioni hanno fatto emergere nelle diocesi e sul territorio, visto che una buona fetta dell' elettorato di riferimento non ha seguito né l' indicazione dell' episcopato ad andare a votare, né ha dimostrato di essere incline a sbarrare il passo alla Lega.

 

Difficile anche ignorare l'inefficacia degli spin doctor di Papa Francesco in materia di immigrazione: invece di compattare i cattolici insistendo sull' accoglienza - hanno sortito l'effetto opposto. In Vaticano ha colpito molto un dato, quello di Lampedusa, l' isola visitata dal pontefice come suo primo viaggio, lì i voti sono andati alla Lega per la paura di perdere la propria sicurezza sociale ed economica. E all' orizzonte si profila la guerra dei poveri.

PAPA BERGOGLIO

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