pignoramento conto corrente conte gualtieri

IL PRELIEVO FORZOSO DAI CONTI CORRENTI: SALVINI PUR DI FAR SECCO IL MES E DESTABILIZZARE CONTE HA AGITATO ANCHE LO SPAURACCHIO DEFINITIVO, OVVERO LA RIEDIZIONE DI QUEL LUGLIO 1992 QUANDO AMATO NOTTETEMPO SUCCHIÒ UNA PICCOLA PERCENTUALE DEI DEPOSITI - POTREBBE MAI SUCCEDERE DI NUOVO? PER IL GOVERNO È PROPAGANDA INSENSATA, MA IL TEMA PER IL NORD-EUROPA ESISTE: TRASFERIRE UNA FETTINA DELLA NOTEVOLE RICCHEZZA PRIVATA ITALIANA ALLO STATO, PRIMA DI CHIEDERE AIUTO AI PARTNER DELL’AREA

 

Giuseppe Timpone per www.investireoggi.it

 

Il governo Conte smentisce e taccia di propaganda insensata le ricostruzioni che arrivano dalle opposizioni e, in particolare, dalla Lega sulla natura della riforma del Fondo salva-stati e sul rischio che i risparmiatori italiani correrebbero di subire un secondo prelievo forzoso dai loro conti correnti dopo quello del luglio 1992.

 

salvini conte

La stessa Europa rassicura sulla non automatica previsione di una previa ristrutturazione del debito pubblico per il caso di richiesta di assistenza finanziaria al MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), un’ipotesi che in Italia ha agitato gli animi persino del governatore Ignazio Visco e di economisti indubbiamente europeisti come Carlo Cottarelli, in quanto spalancherebbe la porta della speculazione finanziaria ai danni dei BTp.

 

Cosa c’entrano in questa storia i conti correnti? Formalmente, nulla. Nessuno a Bruxelles ha mai parlato ufficialmente di mettere le mani sui risparmi depositati presso le banche, se non a proposito del “bail-in” e limitatamente ai casi in cui si rendesse necessario il salvataggio statale di un istituto e le perdite minime dell’8% rispetto alla massa passiva non dovessero essere coperte da azioni e obbligazioni (subordinate e senior). In quei casi, verrebbero intaccate, almeno in teoria, le giacenze sopra i 100.000 euro.

 

PROTESTE A CIPRO CONTRO IL PRELIEVO FORZOSO DAI CONTI CORRENTI

Il “bail-in” con il prelievo forzoso non ci azzeccherebbe nulla, se non fosse che il secondo rischia di divenire la logica conseguenza di un criterio – il coinvolgimento nelle perdite degli “stakeholders” – entrato in vigore dal 2016 con la nuova disciplina sui salvataggi bancari in Europa. La Germania nota da molti anni come l’Italia sia un paese molto indebitato sul piano pubblico, ma al contempo molto ricco nel privato. La ricchezza delle famiglie si aggira sui 10.000 miliardi di euro, circa 5,5 volte il pil, mentre quella tedesca non va oltre le 2,5 volte il pil. Da qui, l’automatismo delineato da alcuni suoi economisti di punta, nonché consiglieri del governo federale: abbattere il debito pubblico italiano imponendo un taglio orizzontale alla ricchezza privata.

 

Cipro-dice-no-al-prelievo-sui-depositi

Prelievo forzoso dai conti correnti?

Ora, poiché operativamente sarebbe molto complicato procedere all’espropriazione di immobili e assets illiquidi o non facilmente negoziabili e monetizzabili, la massa di ricchezza realmente aggredibile sarebbe quella liquida, cioè non investita in titoli o beni fisici.

 

I conti correnti e deposito farebbero al caso. In Italia, su di essi risultano accreditati oltre 1.500 miliardi di euro, qualcosa come oltre il 60% del debito pubblico. Ovviamente, non si tratterebbe di azzerarne i saldi, quanto di prelevarne una porzione per accelerare l’abbattimento dello stock passivo, magari affiancando l’intervento a una ristrutturazione dei titoli di stato, vale a dire allungandone le scadenze, tagliandone il valore nominale e le cedole o un mix di tutto ciò.

GIULIANO AMATO

 

Sembra fanta-finanza, anche perché un’operazione simile avrebbe effetti catastrofici sulla fiducia dei mercati verso il nostro sistema impositivo, il quale diverrebbe retroattivo. Tuttavia, il precedente di 27 anni fa esiste e ci ricorda che quello che crediamo essere impensabile non lo è affatto, almeno non alle alte sfere delle istituzioni, dove non si ragiona granché per il sottile e si guarda con preoccupazione crescente alla percezione negativa riscossa dall’Italia all’estero per il suo alto debito pubblico.

 

La riforma del MES in corso di discussione non è altro che la dimostrazione palese di come i tedeschi e i loro alleati intendano affrontare ciò che per loro resta il nodo dei nodi nell’Eurozona: trasferire ricchezza dai privati allo stato in Italia, prima che il suo governo si trovi costretto a chiedere aiuto ai partner dell’area o a destabilizzarla per la crisi di fiducia che dovesse riesplodere ai danni dei BTp.

 

Nessun governo, di qualsiasi natura ideologica e appartenenza partitica, se la sentirebbe mai di attuare un provvedimento del genere, visto che il prelievo forzoso nel ’92 segnò nei fatti la fine della Prima Repubblica e dei partiti che la ressero per mezzo secolo. E per questo che a Bruxelles si guarda con favore a un eventuale, ennesimo governo tecnico, sganciato dal consenso popolare e sotto sotto sostenuto da una maggioranza parlamentare alla quale non verrebbero prospettate alternative praticabili indolori.

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

 

I nostri conti correnti non sono a rischio imminente, ma se qualcosa andasse storto, lo diverrebbero nel corso di una notte, come quella terribile estate di 27 anni fa.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…