giuseppe conte mario draghi luigi di maio

PRESCRITTO E SOFFRITTO - CONTE E DRAGHI SI VEDRANNO PER DISCUTERE DELLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA - SUPERMARIO CONFIDA NELLE DIVISIONI DEL M5S TRA L'ALA GOVERNISTA, CHE FA CAPO A DI MAIO, E IL RESTO DEI 5STELLE CHE CHIEDE MODIFICHE - IL MODELLO TEDESCO CHE VUOLE CONTE PREVEDE SCONTI DI PENA SE I PROCESSI SI ALLUNGANO TROPPO. MA STRAPPARE QUESTA MODIFICA VORREBBE DIRE FAR SALTARE L'OBIETTIVO PRINCIPALE DI DRAGHI: OTTENERE IL VIA LIBERA DELLA CAMERA ENTRO FINE LUGLIO E QUELLO DEFINITIVO DEL SENATO ENTRO AGOSTO, A RIDOSSO DEL SEMESTRE BIANCO…

Ilario Lombardo per "la Stampa"

 

mario draghi giuseppe conte

Mario Draghi si dirige verso il carcere della mattanza di Santa Maria Capua Vetere lasciandosi alle spalle, a Roma, le tensioni e le incertezze sulla riforma della giustizia. Una coincidenza che è impossibile non notare. Prima di mettersi in macchina, il presidente del Consiglio riceve a colloquio il leader della Lega Matteo Salvini, così come aveva fatto il giorno prima con il segretario del Pd Enrico Letta e con il coordinatore nazionale di FI Antonio Tajani.

 

rocco casalino e giuseppe conte

Da tutti e tre ha ottenuto garanzie sul pacchetto degli emendamenti alla riforma del processo penale approvata la scorsa settimana in Consiglio dei ministri. Dovrà entrare e uscire integro dal Parlamento. Questo è il piano, come spiega il segretario del Carroccio: «Se Conte o Grillo proveranno a frenare, troveranno nella Lega un avversario». Ecco, appunto: Giuseppe Conte. Il grande punto interrogativo di Draghi. Mancano solo i 5 Stelle al tavolo degli inviti a Palazzo Chigi, perché fino a oggi non hanno avuto un leader formalmente riconosciuto.

 

mario draghi luigi di maio 1

Adesso il presidente del Consiglio è pronto a incontrare Conte. Lo farà la prossima settimana e molto probabilmente a ridosso del previsto esordio in Aula del testo della ministra della Giustizia Marta Cartabia. Sarà il primo faccia a faccia tra Draghi e il suo predecessore dopo quello di febbraio quando si passarono il testimone. Il premier ha tutto l'interesse a incontrarlo perché da Conte dipende il destino della riforma in parlamento. Il M5S è spaccato. I quattro ministri hanno votato il provvedimento che prevede l'improcedibilità nel secondo e terzo grado di giudizio dopo una durata predefinita dei processi, ma il corpaccione dei parlamentari era contrario al compromesso.

 

GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI

Ora vogliono capire fino a che punto Conte intende spingersi con le barricate, o se si farà convincere da Draghi a desistere. Il premier non può che confidare nelle divisioni del M5S tra l'ala più governista, rappresentata dal ministro degli Esteri Luigi di Maio e dalla sottosegretaria alla Giustizia Anna Macina, favorevoli alla mediazione proposta da Cartabia, e la maggioranza degli eletti che chiedono radicali modifiche contro l'improcedibilità. Il modello tedesco che ha in mente Conte prevede sconti di pena se i processi si allungano troppo.

 

mario draghi luigi di maio

Strappare questa modifica però vorrebbe dire far saltare l'obiettivo principale di Draghi: ottenere il via libera della Camera entro fine luglio e quello definitivo del Senato entro agosto, a ridosso del semestre bianco, quando non sarà più possibile sciogliere il Parlamento fino all'elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Per questo Draghi si è voluto assicurare con Letta che il Pd resterà compatto e non offrirà sponde al Movimento per far debordare i tempi di approvazione della legge.

 

mario draghi marta cartabia a santa maria capua vetere

È quello a cui punta Conte, in nome dell'alleanza con i democratici. In realtà, il M5S sa di poter far poco. I numeri sono a favore del resto della maggioranza. Al netto di Fratelli d'Italia, che è all'opposizione, tutti i partiti tranne i grillini sono per dare un rapido ok alla legge. Se daranno seguito alle loro dichiarazioni più bellicose, i 5 Stelle potranno però fare una battaglia di testimonianza, spiegano fonti ai vertici, come avvenne quando si espressero contro il Tav Torino-Lione, agli sgoccioli del governo Conte Uno. Servirà a complicare il cammino, a lasciare una traccia di come saranno ridefiniti i rapporti di lealtà con il governo.

 

marta cartabia mario draghi

Un assaggio si è avuto ieri dopo che il M5S ha sposato le contestazioni dell'Associazione nazionale magistrati per la quale la riforma determinerà «un incentivo per le impugnazioni», mettendo così a rischio «il perseguimento dell'obiettivo strategico di riduzione dei processi penali del 25 per cento».

 

Anche per questo motivo, ieri, da Santa Maria Capua Vetere Draghi ha voluto mostrare tutto il suo sostegno a Cartabia, quando ha puntato l'attenzione sulle misure alternative al carcere: un capitolo della riforma di cui si parla meno, perché oscurata dalle polemiche sulla prescrizione. È un sistema che va cambiato, ha promesso Draghi dopo la visita, e per farlo bisogna partire anche da quello che sostiene la ministra: «La pena non è solo carcere».

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...