PRIMA I FATTI, POI LE PAROLE – IN ATTESA DEL FACCIA A FACCIA TRA XI E PUTIN A SAMARCANDA, NAVI DA GUERRA RUSSE E CINESI INIZIANO NUOVE ESERCITAZIONI CONGIUNTE NEL PACIFICO – OGGI AL VERTICE ASIATICO IN UZBEKISTAN “MAD VLAD” CERCHERÀ DI STRAPPARE AL PRESIDENTE CINESE UN APPOGGIO CONCRETO PER LA GUERRA IN UCRAINA MA XI SEMBRA PERPLESSO NELL'OFFRIRE UN SOSTEGNO PLATEALE ALL'ALLEATO TANTO INDEBOLITO SUL FRONTE MILITARE – TRA I NODI DEL VERTICE IL CONFLITTO DI NUOVO ACCESO TRA ARMENIA E AZERBAIJAN...

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1 – MANOVRE NAVALI CONGIUNTE RUSSIA-CINA NEL PACIFICO

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(ANSA) - Navi da guerra russe e cinesi stanno svolgendo pattugliamenti congiunti nel Pacifico, incluso il Mare di Okhotsk, nell'Estremo oriente russo, e si apprestano a dar vita a esercitazioni congiunte. Lo ha annunciato il ministero della Difesa di Mosca.

 

"Navi delle flotte russa e cinese eseguiranno manovre tattiche congiunte compresi tiri di artiglieria con vere munizioni e operazioni di sostegno ad elicotteri che si alzeranno in volo dalle stesse navi", ha detto in un video il vice comandante della flottiglia di Primorye, regione russa a nord-ovest del Giappone. Lo riferisce l'agenzia Interfax. (ANSA).

 

2 - IL GRANDE GIOCO DI PUTIN E XI RICOMINCIA A SAMARCANDA

Francesca Sforza per “La Stampa”

 

XI JINPING ARRIVO A SAMARCANDA XI JINPING ARRIVO A SAMARCANDA

Il grande gioco asiatico riprende a Samarcanda, dove oggi e domani si incontreranno i leader del gruppo di Shanghai (Sco, Shanghai Cooperation Organisation), in un formato che vede, accanto ai fondatori - Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan - due importanti membri che si sono aggiunti nel 2017 - India e Pakistan - i Paesi osservatori Bielorussia, Afghanistan, Mongolia e Iran e gli ospiti "speciali" Armenia, Azerbaigian, Turchia e Turkmenistan.

 

Se si uniscono i puntini nella cartina geografica ne esce un reticolato di medie e grandi potenze regionali che insieme raccolgono 3 miliardi e mezzo di persone e il 24 per cento del pil mondiale.

 

VLADIMIR PUTIN ARRIVO A SAMARCANDA VLADIMIR PUTIN ARRIVO A SAMARCANDA

Numeri che non possono non impressionare gli analisti occidentali, che fino all'anno scorso guardavano con poco interesse a un gruppo nato per monitorare la stabilità dei confini in seguito al crollo dell'Urss, considerandolo privo di aspirazioni multilaterali e con i contorni più di una "chaikanà" (la tipica sala da tè asiatica, in cui si chiacchiera senza concludere nulla) che di un'organizzazione con finalità politiche e strategiche.

 

La guerra in Ucraina ha cambiato le cose: i partecipanti saranno accolti dal presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev con lo slogan "Il mondo sta arrivando a Samarcanda" e l'agenda dei lavori prevede una serie di "prime volte" degne di nota: il primo viaggio del presidente cinese Xi Jinping dopo l'autoisolamento che si era imposto a inizio del 2020 con l'inizio della pandemia, il primo incontro faccia a faccia tra Xi e Putin dai tempi del "patto delle Olimpiadi" (quando l'Ucraina non era ancora stata invasa), e tra Xi e l'indiano Modi da due anni a questa parte, il primo ingresso dell'Afghanistan a guida taleban in un contesto che gli consenta di riconnettersi con i suoi vicini, la prima firma ufficiale dell'Iran, che da questa edizione entrerà a far parte del gruppo in pianta stabile.

 

PUTIN A SAMARCANDA PUTIN A SAMARCANDA

La due giorni vedrà una serie di incontri in plenaria e soprattutto, molti scambi bilaterali, che con tutta probabilità daranno vita a una fitta trama di intese commerciali e alleanze strategiche. Gli obiettivi comuni sono stati delineati da Xi Jinping in due suoi articoli pubblicati sui quotidiani di Stato uzbeco e kazako alla vigilia del summit: «Di fronte ai complessi scenari regionali e internazionali - ha scritto - dobbiamo rafforzare il coordinamento sotto tutti gli aspetti, dobbiamo rifiutare l'unilateralismo e salvaguardare un ordine internazionale più giusto e più equo».

 

samarcanda uzbekistan samarcanda uzbekistan

Non che manchino le divergenze all'interno del gruppo: India e Cina hanno visto un peggioramento dei loro rapporti - mai facilissimi - dopo l'uccisione di 20 soldati indiani e quattro cinesi in uno scontro, nel 2020, presso un'area di confine contesa vicino l'Himalaya; le tre repubbliche dell'Asia centrale, Kazakhstan in particolare, hanno preso le distanze da Mosca dopo l'invasione ucraina nel timore che anche la loro sovranità venga messa in pericolo; Armenia e Azerbaijan si sono appena scontrati per il Nagorno-Karabakh; Turchia e Russia sono su due fronti opposti sia nella gestione della crisi caucasica (Ankara appoggia Baku, Mosca appoggia Erevan) sia in quella del Mar Nero; India e Pakistan sono antagonisti di lunga data, e tutti sono ancora molto diffidenti con l'Afghanistan dei taleban.

 

XI JINPING E VLADIMIR PUTIN XI JINPING E VLADIMIR PUTIN

L'enfasi che è stata data dal febbraio scorso alla necessità di un nuovo ordine mondiale di matrice asiatica e il fatto che Russia, Bielorussia e Iran siano sotto sanzioni occidentali fa pensare tuttavia che il summit troverà molte voci concordi nel criticare l'Occidente, gli Stati Uniti e la Nato.

 

Ma è anche vero che la situazione è estremamente delicata: la Cina - che per cortesia nei confronti dei kazaki non ha ufficializzato l'incontro con Putin - sembra perplessa nell'offrire un sostegno plateale all'alleato tanto indebolito sul fronte militare (la stampa ufficiale russa dà per scontato che questo avvenga, vedremo) e anche le repubbliche dell'Asia centrale non hanno gran voglia di polarizzazioni estreme, né di essere costrette a scegliere da che parte stare (preferiscono fare affari con tutti, le loro economie ne hanno bisogno).

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