biden putin russia ucraina

 “LA RUSSIA NON VUOLE LA GUERRA” – DOPO IL VERTICE CON IL CANCELLIERE TEDESCO SCHOLZ (CHE PROTEGGE TREGUA E GASDOTTO), PUTIN INIZIA A RITIRARE LE TRUPPE DAL CONFINE CON L’UCRAINA - BIDEN E’ SCETTICO ("L'INVASIONE DELL'UCRAINA E' UN PERICOLO CONCRETO”) MA NON MOLLA LA VIA DIPLOMATICA: "PRONTI A NEGOZIARE ACCORDI SCRITTI" – IL SOTTILE COMPROMESSO SU CUI SI GIOCA LA PACE: LO ZAR VLAD SA BENE CHE LE RICHIESTE FORMULATE AGLI USA, PRIMA FRA TUTTE QUELLA DI CHIUDERE PER SEMPRE LA PORTA DELLA NATO ALL’UCRAINA, SONO IRRICEVIBILI. MA SA ANCHE CHE.. - VIDEO

https://video.corriere.it/esteri/ucraina-putin-se-vogliamo-guerra-certo-che-no-russia-non-vuole-guerra/94d7447e-8e86-11ec-a91e-e98defcaa657?vclk=video3CHP%7Cucraina-putin-se-vogliamo-guerra-certo-che-no-russia-non-vuole-guerra

 

 

 

RITIRO FINTO O REALE?

Paolo Valentino per corriere.it

 

JOE BIDEN VLADIMIR PUTIN MEME

Le grandi manovre russe sono iniziate. Ma non quelle dell’invasione dell’Ucraina, destinata per fortuna a rimanere l’avatar di una guerra mediatica tra Mosca e Washington. Bensì quelle di una parziale de-escalation militare e politica, che Vladimir Putin si prepara a orchestrare dopo aver raggiunto alcuni obiettivi importanti, sia pure scontando conseguenze non desiderate. È ancora presto per parlare di fine della crisi ucraina, che ormai da settimane tiene in sospeso la comunità internazionale. Ma ci sono segnali significativi che il picco della più grave confrontazione Est-Ovest dai tempi della Guerra Fredda sia stato raggiunto e superato.

 

VLADIMIR PUTIN OLAF SCHOLZ

Ieri il ministero della Difesa russo ha fatto sapere che una parte delle truppe spiegate nelle regioni frontaliere dell’Ucraina ha iniziato a far ritorno nelle basi, dopo aver terminato le esercitazioni. L’agenzia Interfax ha precisato che anche i soldati schierati in Crimea hanno cominciato a far rientro nelle caserme. Le manovre, tuttavia, continuano nel resto delle zone di confine. L’annuncio si aggiunge alle indicazioni fornite lunedì da Sergei Shoigu, il ministro della Difesa, secondo il quale anche le simulazioni in Bielorussia «stanno per concludersi».

 

TENSIONE RUSSIA UCRAINA

È stato il primo, concreto segnale distensivo sul piano militare venuto da Mosca, in sintonia con il cambio di tono inaugurato lunedì dal ministro degli Esteri Sergej Lavrov. In una messa in scena chiaramente preparata, alla presenza di Putin che osservava annuendo, Lavrov si era dichiarato favorevole a proseguire gli sforzi diplomatici per disinnescarla. Ieri anche la sfinge del Cremlino ha parlato, dichiarandosi pronto al «dialogo con l’Occidente».

 

 

VLADIMIR PUTIN OLAF SCHOLZ

La prima reazione ucraina all’annuncio della fine delle manovre è stata scettica. Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha detto che Kiev crederà alla de-escalation quando vedrà un ritiro vero e completo. Scettici sono anche gli americani, secondo cui la Russia rimane in ogni caso in grado di sferrare un’offensiva in qualunque momento. E scettico è il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, secondo cui altre volte i russi hanno finto un ritiro, lasciando però in loco sistemi d’arma pesanti pronti a essere usati più tardi.

tensione russia ucraina

 

Cosa sarà necessario allora perché le apparenti intenzioni distensive del Cremlino siano credibili e vengano prese sul serio? E ancora: in che modo è concretamente possibile uscire dalla crisi, una volta smentito lo scenario dell’invasione?

 

La soluzione dovrà necessariamente procedere sul doppio binario militare e diplomatico. Vladimir Putin non vuole né può permettersi di tenere in piedi il costoso e pericoloso giocattolo che ha messo in campo, tanto più che gli è già servito a ottenere un serie di risultati non trascurabili:

olaf scholz volodymir zelensky

 

«Si è piazzato al centro della politica estera americana e della conversazione internazionale e ha ottenuto il sostegno della Cina, nel senso che non deve preoccuparsi di alcun problema alla frontiera con Pechino», spiega Fiona Hill, esperta di Russia della Brookings Institution, ex membro del Consiglio per la Sicurezza nazionale nell’Amministrazione Trump. Ma per smontarlo progressivamente ha bisogno di poter vantare un bonus al tavolo della diplomazia.

tensione russia ucraina 18

 

Certo Putin non aveva calcolato la forte reazione americana e l’effetto di collante che i suoi giochi di guerra hanno avuto sulla Nato: «Senza volerlo Putin è diventato il secondo padre dell’Alleanza», dice l’ex ministro degli Esteri tedesco, Joschka Fischer. Per questo ora deve trovare una via d’uscita che gli consenta di salvare la faccia. Il leader del Cremlino sa benissimo che le richieste formulate agli Stati Uniti, prima fra tutte quella di chiudere per sempre la porta della Nato all’Ucraina, sono irricevibili. Ma sa anche che non c’è alcuna possibilità concreta per Kiev di aderire all’Alleanza nei prossimi dieci o vent’anni.

tensione russa ucraina 11

 

È in questa faglia di ambiguità che si può forgiare il compromesso. Ciò è apparso chiaro nell’incontro tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, entrambi pronti a dire che il re è nudo: l’ingresso dell’Ucraina nella Nato non è all’ordine del giorno. Il problema è trovare il modo di affermarlo, senza metterne in dubbio il principio cardine: la politica delle «porte aperte» in base a cui ogni Paese sovrano ha diritto di chiedere l’adesione al Patto atlantico.

 

olaf scholz gerard schroder

Si tratta insomma di dire un’ovvietà, ma dandole una qualche veste formale. Il negoziato diplomatico ruoterà intorno a questo esercizio verbale (che è anche sostanziale) più una serie di tavoli collaterali ma non meno importanti, che sono quelli del disarmo e della sicurezza: eliminazione dei missili nucleari intermedi, nuovo trattato per la limitazione di quelli strategici, misure di fiducia reciproca come un nuovo regime di ispezioni.

 

Naturalmente, il maligno si cela nei dettagli. E fino a quando la possibilità tecnica di un’azione militare russa sarà in campo, ci sono poche possibilità che anche la diplomazia faccia progressi. Le due cose stanno o cadono insieme.

 

 

BIDEN

Da liberoquotidiano.it

 

tensione alle stelle tra russia ucraina

 

Quello di un'invasione russa dell'Ucraina resta "un pericolo concreto": in un atteso discorso dalla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto di non poter confermare le notizie di un parziale ritiro dei militari russi dal confine con l'Ucraina e ha voluto avvertire il presidente Vladimir Putin sulle conseguenze irreversibili di un'invasione. "Se la Russia invaderà nei prossimi giorni o settimane, sarà immenso il costo di vite umane per l'Ucraina e saranno immensi i costi strategici per la Russia". Se ci sarà un'invasione, ha aggiunto, "il mondo non dimenticherà che la Russia ha scelto morti inutili e distruzione".

putin

 

Rimasto deluso chi si aspettava che stasera Biden annunciasse una possibile soluzione di pace con Mosca. "Arrivano notizie su un possibile ritiro russo - ha spiegato Biden - sarebbe bello ma è una notizia non ancora confermata". La Russia, ha aggiunto, resta ancora una "minaccia" e una "invasione resta possibile".

 

BIDEN

La dichiarazione del presidente Putin sul ritiro non verificabile è coerente con quella fatta dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che aveva escluso la "presenza di segnali di de-escalation". Parlando dalla East Room della Casa Bianca, Biden ha però voluto offrire un'altra chance alle negoziazioni, ma anche promesso di non essere disposto a "sacrificare i principi basilari" come l'autodeterminazione delle nazioni e il diritto a proteggere i propri confini. Il riferimento è all'Ucraina, ma è un messaggio rivolto a tutti gli alleati Nato, che si sentono da settimane sotto pressione. "Noi - ha promesso Biden - proteggeremo ogni centimetro del territorio Nato e lo faremo con tutta la forza della potenza americana".

joe biden

 

Ma la diplomazia, era stata la premessa del presidente, resta la prima opzione e su questo ha detto qualcosa di più: "Il governo russo ha parlato di volere continuare a seguire il dialogo ai massimi livelli e io concordo. Abbiamo portato sul tavolo proposte concrete come più trasparenza e un maggiore controllo sulle armi". Il presidente si è rivolto direttamente ai russi per rassicurarli: gli Stati Uniti e la Nato, ha detto, non devono essere considerati una minaccia per loro, e "non vogliono destabilizzare la Russia". Ma, ha ricordato, siamo "pronti a rispondere" a un eventuale attacco informatico da parte degli hacker russi, mentre le sanzioni, in caso di invasione, saranno gravi e "mineranno la capacita' economica" della federazione.

tank russisoldati usa

 

possibili rotte invasione russa

 

navi da guerrasoldati usa 1soldati russiminacce di guerra russia ucrainaminacce di guerra russia ucraina

 

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...

antonio tajani edmondo cirielli

ALTRO CHE GOVERNO COESO: È GUERRA APERTA IN CASA! – IL PIÙ INCAZZATO PER L’INVESTITURA DI EDMONDO CIRIELLI A CANDIDATO DEL CENTRODESTRA IN CAMPANIA È ANTONIO TAJANI. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CONSERVA UN’ANTICA ANTIPATIA (RICAMBIATA) CON IL SUO VICEMINISTRO – E IL SEGRETARIO REGIONALE AZZURRO, FULVIO MARTUSCIELLO, MINACCIA GLI ALLEATI: “PRIMA ANCORA DI SEDERCI AL TAVOLO CON EDMONDO CIRIELLI, DEVE CHIEDERE SCUSA PER GLI INSULTI RIVOLTI A SILVIO BERLUSCONI E RIPORTATI NEL LIBRO ‘FRATELLI DI CHAT’” – TAJANI TEME CHE, CON CIRIELLI CANDIDATO, FDI SCAVALCHI, E DI PARECCHIO, FORZA ITALIA IN CAMPANIA, STORICO FEUDO AZZURRO...

tridico giuseppe conte matteo salvini occhiuto giorgia meloni calabria fico antonio tajani

DAGOREPORT! IN CALABRIA, COME NELLE MARCHE, SI REGISTRA LA SCONFITTA DI GIUSEPPE CONTE: HA VOLUTO FORTISSIMAMENTE LA CANDIDATURA DI PASQUALINO TRIDICO CHE NON HA PORTATO CONSENSI NÉ AL CAMPOLARGO, NÉ TANTOMENO AL M5S CHE HA PRESO GLI STESSI VOTI DEL 2021 - LA DUCETTA ROSICA PERCHÉ FRATELLI D’ITALIA HA UN TERZO DEI VOTI DI FORZA ITALIA, CHE CON LA LISTA OCCHIUTO ARRIVA FINO AL 30% - LA SORPRESA È LA CRESCITA DELLA LEGA, CHE PASSA DALL’8,3 AL 9,4%: MOLTI CALABRESI HANNO VOLUTO DARE UN PREMIO A SALVINI CHE SI È BATTUTO PER IL PONTE SULLO STRETTO - ORA LA BASE DEI 5STELLE E' IN SUBBUGLIO, NON AVENDO MAI DIGERITO L'ALLEANZA COL PD - LA PROVA DEL FUOCO E' ATTESA IN CAMPANIA DOVE IL CANDIDATO CHE CONTE HA IMPOSTO A ELLY E DE LUCA, ROBERTO FICO, NON PARE COSI' GRADITO AGLI ELETTORI DEL CENTROSINISTRA...    

giuseppe marotta giovanni carnevali

DAGOREPORT! GIUSEPPE MAROTTA STRINGE ANCORA PIÙ LE MANI SULLA FIGC. IN SETTIMANA SI VOTA LA SOSTITUZIONE NEL CONSIGLIO FEDERALE DI FRANCESCO CALVO, EX MARITO DI DENIZ AKALIN ATTUALE COMPAGNA DI ANDREA AGNELLI, E IL PRESIDENTE DELL’INTER STA BRIGANDO PER PORTARE AL SUO POSTO IL SODALE, NONCHÉ TESTIMONE DI NOZZE, GIOVANNI CARNEVALI, AD DEL SASSUOLO (MA C'E' ANCHE L'IDEA CHIELLINI) - IN CONSIGLIO FEDERALE SIEDEREBBERO COSÌ MAROTTA, CARNEVALI E CAMPOCCIA, IN QUOTA UDINESE MA LA CUI FEDE INTERISTA È NOTA A TUTTI. MILAN, JUVENTUS, NAPOLI E LE ROMANE RIMARREBBERO CON UN PALMO DI NASO…

giorgia meloni pro palestina manifestazione sciopero

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI QUESTA VOLTA SBAGLIA: SBEFFEGGIARE LA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA È UN ERRORE DI CALCOLO POLITICO. IN PIAZZA NON C’ERANO SOLO I SOLITI VECCHI COMUNISTI IPER-SINDACALIZZATI O I FANCAZZISTI DEL “WEEKEND LUNGO”. TRE MILIONI DI PERSONE CHE IN TRE GIORNI HANNO SFILATO E MANIFESTATO, NON SI POSSONO IGNORARE O BOLLARE COME "DELINQUENTI", COME FA SALVINI. ANCHE PERCHÉ SEI ITALIANI SU DIECI SONO SOLIDALI CON IL POPOLO PALESTINESE – LA DUCETTA È LA SOLITA CAMALEONTE: IN EUROPA FA LA DEMOCRISTIANA, TIENE I CONTI IN ORDINE, APPOGGIA L’UCRAINA E SCHIFA I SUOI ALLEATI FILORUSSI (COME IL RUMENO SIMION, A CUI NON RISPONDE PIÙ IL TELEFONO). MA QUANDO SI TRATTA DI ISRAELE, PERDE LA PAROLA…

mediobanca mps alessandro melzi deril vittorio grilli francesco milleri gaetano caltagirone fabio corsico phillippe donnet alberto nagel

DAGOREPORT - AL GRAN CASINÒ DEL RISIKO BANCARIO, “LES JEUX SONT FAITS"? ESCE DAL TAVOLO DA GIOCO MILANO DI MEDIOBANCA, ADESSO COMANDA IL BANCO DI PALAZZO CHIGI, STARRING IL GRAN CROUPIER FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE – DAVVERO, ‘’RIEN NE VA PLUS”? MAI STARE TROPPO TRANQUILLI E CANTARE VITTORIA… IN ITALIA PUÒ SEMPRE SPUNTARE QUALCHE MALINTENZIONATO DECISO A GUASTARE LA FESTA DEI COMPAGNUCCI DELLA PARROCCHIETTA ROMANA - A PIAZZA AFFARI SI VOCIFERA SOTTO I BAFFI CHE FRA QUALCHE MESE, QUANDO I VINCITORI SI SARANNO SISTEMATI BEN BENE PER PORTARE A COMPIMENTO LA CONQUISTA DEL "FORZIERE D'ITALIA", ASSICURAZIONI GENERALI, NULLA POTRÀ VIETARE A UNA BANCA DI LANCIARE UN’OPA SU MPS, DOTATO COM’È DEL 13% DEL LEONE DI TRIESTE - A QUEL PUNTO, CHE FARÀ PALAZZO CHIGI? POTRÀ TIRARE FUORI DAL CILINDRO DI NUOVO LE GOLDEN POWER “A TUTELA DEGLI INTERESSI NAZIONALI”, COME È ACCADUTO CON L’OPS DI UNICREDIT SU BANCO BPM, CARO ALLA LEGA? – COME SONO RIUSCITI A DISINNESCARE LE AMBIZIONI DEL CEO DI MPS, LUIGINO LOVAGLIO…