liliana segre repubblica colaprico

QUANDO LE FAKE NEWS ARRIVANO DA SINISTRA, A NESSUNO INTERESSA SMENTIRLE - IL PUNTO NON È DIMOSTRARE CHE L'ANTISEMITISMO NON ESISTA NÉ CHE NON CI SIA ODIO IN RETE. È GRAVE ANCHE UN SOLO COMMENTO ANTISEMITA. IL PUNTO È COME LA BUFALA DEI 200 INSULTI È STATA UTILIZZATA. SI È FATTA PASSARE L'IDEA CHE OGNI MATTINA LA POVERA SENATRICE FOSSE TEMPESTATA DI MINACCE. IN REALTÀ, COME HA DICHIARATO LEI STESSA, NON SI ERA ACCORTA DI NULLA - IL TUTTO PER SPINGERE UNA COMMISSIONE CHE AZZITTISCA I ''RAZZISTI DI DESTRA'', QUANDO DI ANTISEMITI CE NE SONO PARECCHI A SINISTRA (E TRA I MUSULMANI)

 

 

FAKE NEWS DA «REPUBBLICA» PER TIRARE LA VOLATA ALLA COMMISSIONE ANTI DESTRA

Francesco Borgonovo per “la Verità

 

l articolo di pietro colaprico su liliana segre

Quando una fake news proviene da sinistra, a nessuno interessa smentirla e combatterla. La si può tranquillamente ignorare, anzi si continua a sostenerla in modo che possa meglio svolgere la sua funzione politica. L' esempio perfetto è il caso Segre. I «200 insulti» al giorno di cui ha scritto Repubblica giorni fa non ci sono. Il rapporto dell' Osservatorio antisemitismo citato da Piero Colaprico sul giornale progressista il 26 ottobre parla di 197 episodi antisemiti in un anno (il 2018) e non tutti rivolti contro la senatrice a vita.

Ieri, per fare chiarezza sui numeri, abbiamo chiamato l' Osservatorio, e con qualche titubanza chi ha curato il rapporto ci ha fatto capire che, in effetti, il dato di 200 attacchi quotidiani non emerge da nessuna parte.

 

l articolo di pietro colaprico su liliana segre.

«Noi raccogliamo le segnalazioni che ci arrivano dal nostro gruppo di osservatori, poi quello che esce sui giornali», ci ha spiegato Stefano Gatti. «Contiamo come episodio di antisemitismo il commento del singolo Mario Rossi ma anche i forum in cui appaiono centinaia di commenti antisemiti». Del resto districarsi fra le mangrovie della Rete non è semplice. «Di commenti di odio ce ne sono tantissimi, non solo contro la Segre», continua il ricercatore. «Anche Giorgia Meloni ne riceve tantissimi». Così come ne ricevono personalità quali Emanuele Fiano, Gad Lerner e altri.

 

episodi antisemitismo 2018 osservatorio

Resta un nodo da sciogliere: i famosi «200 commenti al giorno» da dove escono?

Non si sa. «Forse Repubblica ha ripreso la segnalazione riguardante un articolo del Fatto uscito qualche giorno prima», ipotizzano dall' Osservatorio. In effetti, il Fatto ha pubblicato su Twitter, il 25 ottobre, un pezzo intitolato «Razzismo, la proposta di Liliana Segre: commissione contro odio. Serve lottare contro fascistizzazione del senso comune» . Sotto al post del giornale ci sono parecchi commenti astiosi. Quelli davvero antisemiti, però, sono pochi. I più attaccano l' idea di una commissione contro razzismo e fascismo, non se la prendono con la Segre in quanto ebrea (per fortuna).

 

Ieri, sull' argomento, si è espresso ufficialmente anche il Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec). Nel lungo comunicato si spiega che la relazione dell' Osservatorio «segnala il numero di 197 episodi di antisemitismo che in qualche forma sono stati resi pubblici. Questo numero non ha alcuna relazione con il numero di commenti o espressioni di antisemitismo in rete, che è molto maggiore». E ancora: «L' Osservatorio antisemitismo non è in grado di assegnare numeri ad ogni singolo commento antisemita che si legge in rete. Tuttavia avendo censito -come fa Voxdiritti - 300 siti antisemiti e oltre 200 profili Facebook espressamente antisemiti, è evidente agli osservatori che i numeri con cui si trova a fare i conti la società italiana sono di grande rilevanza».

liliana segre con la scorta 1

 

Infine, la fondazione Cdec precisa che «i dati sulla presenza dell' antisemitismo (non solo online) nella società italiana sono allarmanti e non da ora» e «ribadisce la scientificità dei dati raccolti ed è pronta a intraprendere azioni legali contro qualunque azione che possa recare pregiudizio alla fondazione stessa». Di nuovo, non c' è nessun dato che confermi i «200 insulti al giorno».

 

Intendiamoci: il punto non è dimostrare che l' antisemitismo non esista né che non ci sia odio in Rete. Sarebbe grave anche un solo commento antisemita. Il punto è il modo in cui la fake news dei 200 insulti è stata utilizzata. Si è fatta passare l' idea che ogni mattina la povera senatrice fosse tempestata di minacce. In realtà, come ha dichiarato lei stessa, non si era accorta di nulla, anche perché non ha profili social.

 

liliana segre

Tutto ciò ha conferito un carattere di estrema urgenza all' approvazione della commissione Segre, impedendo una serena riflessione sui contenuti, che sono decisamente criticabili. Così si è creato il caso, e si è potuto dare addosso alla destra «che difende i nazisti del Web».

 

Solo che a scrivere insulti contro gli ebrei - come specifica la stessa relazione dell' Osservatorio antisemitismo - non sono solo estremisti di destra, ma pure di sinistra. Altro odio proviene genericamente dai «complottisti» e dai musulmani. Per giunta individuare gli insulti in arrivo dall' universo islamico è difficile, a causa della barriera linguistica. Tuttavia questo odio non interessa a nessuno. Conta solo quello proveniente da destra, perché lo si può sfruttare come arma politica. La conferma l' ha offerta Repubblica ieri.

 

Sulla fake news dei 200 insulti non ha scritto mezza riga. In compenso, sulla prima pagina, appariva un robusto editoriale in cui Gad Lerner se la prendeva con un esponente di Fratelli d' Italia che avrebbe «schedato gli stranieri in nome dell' odio».

lilli gruber foto di bacco (2)

Occhiello del pezzo: «Nazismo quotidiano». Curioso davvero. Repubblica attacca con rabbia l' iniziativa di Fdi e parla di nazismo, però ha difeso il simpatico Chef Rubio, quello che definisce gli israeliani «esseri abominevoli».

Nel pomeriggio di ieri, alla fine, Piero Colaprico ha dovuto pubblicare su Repubblica.it un articolo di spiegazione. Titolo: «Repubblica «conferma i dati».

 

il premiolino 2016 piero colaprico (vice presidente giuria)

«Dunque facciamo chiarezza», ha scritto Colaprico.

«I 197 episodi di antisemitismo resi pubblici non hanno nulla a che vedere con quanto accade sul Web, e dipendono da segnalazioni varie di singoli fatti, che vanno dallo sputo alla scritta sul muro. I nostri dati si riferiscono appunto ai messaggi d' odio sui social network: 200 al giorno sono quelli verificati, e anzi potrebbero essere molti di più».

 

Ma verificati da chi, e come? Non si sa. Se Twitter ha contato oltre 15.000 insulti nel 2019, significa che sono circa 50 al giorno e non tutti contro la Segre. Invece Colaprico, nell' articolo del 26 ottobre, ha scritto chiaramente: «Di messaggi come quelli qui riportati contro Liliana Segre, superstite dell' Olocausto, testimone del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, ogni giorno ne partono duecento. Ogni giorno si registrano attacchi politici e religiosi, insulti, maldicenze contro una donna di 89 anni, sempre moderata nel linguaggio, testimone dell' orrore, ancora adesso incapace di "sopportare" i fotogrammi di alcuni documentari di guerra».

 

Di più. Il celebre giornalista ha spiegato che «l' Osservatorio antisemitismo è stato costretto a realizzare un rapporto sugli attacchi e Repubblica ha potuto leggerlo».

Ma, appunto, nel rapporto quei 200 messaggi al giorno non ci sono. Colaprico ha fatto un conto spannometrico e lo ha attribuito all' Osservatorio antisemitismo. In questo modo ha scatenato il putiferio che ha fatto alzare l' allarme, orientando il dibattito sulla commissione Segre.

 

francesco borgonovo la verita'

Se davvero avessero voluto aprire una seria riflessione sull' antisemitismo - che esiste - gli amici progressisti avrebbero potuto limitarsi a dire la verità. Avrebbero potuto e dovuto citare anche il diffuso antisemitismo rosso e quello (molto pericoloso) di impronta islamica. Ma l' unica cosa che volevano fare era attaccare i sovranisti e ribadire, come ha fatto Roberto Saviano, che se partono 200 insulti al giorno contro la Segre è colpa di Giorgia Meloni e Matteo Salvini (i quali sono a loro volta bersagliati da attacchi feroci). Ora cercano di giocare con i numeri per mascherare la figuraccia. E hanno pure la faccia tosta di darci dei «negazionisti».

 

Sapete che cosa hanno ottenuto? Hanno banalizzato un problema serio, strumentalizzandolo. E hanno scatenato una nuova ondata di attacchi, alimentando il clima di tensione. Ma ancora si sentono in diritto di dare lezioni di giornalismo e di vita.

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