donald trump edward gallagher

QUANTE VITTIME POTRÀ FARE TRUMP PRIMA CHE I GENERALI GLI SI RIVOLTINO CONTRO? - CACCIARE IL CAPO DELLA MARINA PER SALVARE IL NAVY SEAL SBRUFFONE È UNA MOSSA CHE PIACE AL SUO POPOLO MA FA INFURIARE GLI UFFICIALI. TRUMP È UN MILITARISTA E PURE UN ISOLAZIONISTA; COCCOLA LE FORZE ARMATE MA LE VUOLE USARE IL MENO POSSIBILE. SOLO CHE IL PENTAGONO HA UNA CLASSE DIRIGENTE FORMATA PER GESTIRE UN IMPERO, NON UNA RITIRATA

 

1 - TRUMP SALVA L'UFFICIALE VIOLENTO E LICENZIA IL CAPO DELLA MARINA

Giuseppe Sarcina per il “Corriere della sera

 

La carriera militare dell' ufficiale del momento, Edward Gallagher, 40 anni, è pericolosamente sospesa tra coraggio e vigliaccheria, eroismo e infamia.

Donald Trump è il suo ammiratore numero uno, il virtuale capofila del piccolo, ma rumoroso movimento che ha trasformato questa vicenda in un caso politico.

 

eddie gallagher

Il Segretario alla Marina, Richard Spencer, invece, avrebbe voluto radiarlo dai «Navy Seal», il corpo dell' élite dell' arma. Alla fine, nella serata di domenica 24 novembre, il Segretario alla Difesa, Mark Esper ha licenziato bruscamente Spencer affermando poi di essere «sbalordito» dal suo tentativo di interferire sul caso. E ha riferito come Trump abbia dato l' ordine al Pentagono di non radiare il militare. Il soldato Gallagher aveva già ringraziato Trump su Instagram con queste parole: «Credo davvero che la Nazione sia benedetta per avere un Commander-in-Chief (cioè il presidente ndr) che sostiene i suoi guerrieri».

 

D' altro canto il militare si difende così: «Nei miei vent' anni di servizio ho fatto degli errori, errori tattici, etici, morali. Non sono perfetto».

Studi in medicina, Gallagher si è arruolato in Marina nel 1999. E' diventato un tiratore scelto, un esperto artificiere, pur continuando a prestare assistenza e cure come dottore da campo. Subito in prima linea, dall' Afghanistan all' Iraq: decorato più volte con la «Bronze Star». Nel 2017 eccolo al comando della pattuglia Seal 7, dislocata a Mosul, nella guerra contro l' Isis.

 

eddie gallagher

Nel corso della battaglia viene ferito e poi catturato un miliziano dell' Isis: è un ragazzo di 17 anni. Gli americani lo portano alla base per farlo curare. «Lasciatelo a me, questo è mio», avrebbe detto Gallagher. Ma anziché mettere mano alle bende, avrebbe accoltellato al collo il prigioniero inerme, uccidendolo. Poi, il medico-guerriero, forse non a caso soprannominato «Blade», la lama, si fa fotografare davanti al cadavere. Nel 2019 i suoi commilitoni lo denunciano. Si fa quattro mesi di carcere.

 

Il 17 giugno del 2019 Gallagher compare davanti alla Corte marziale per rispondere di 10 capi d' accusa, tra cui omicidio, ostruzione alla giustizia, uso di stupefacenti. Ma il 2 luglio i giudici militari lo assolvono dall' accusa più grave. Un altro dottore testimonia che fu lui a uccidere il terrorista dell' Isis, soffocandolo per evitare di consegnarlo agli iracheni. Gallagher aveva comunque accoltellato il ragazzo, ma viene condannato solo per gli scatti macabri.

 

donald trump

Gli alti gradi dell' Arma sono in subbuglio. L' Ammiraglio Collin Green lo vuole radiare dal corpo, strappandogli dall' uniforme «Il Tridente», il distintivo dorato dei Seal. Il Segretario alla Marina, Spencer è d' accordo. Ma nel frattempo Gallagher diventa un simbolo sui social: il valoroso soldato punito dai burocrati di Washington. Trump fiuta la polemica e il 21 novembre twitta: «Dovete ridargli il Tridente». A quel punto l' epilogo è scontato: via Spencer, il numero uno della Marina.

 

 

2 - "ARROGANTE E INCOMPETENTE" I GENERALI NON AMANO PIÙ TRUMP

Federico Rampini per “la Repubblica

 

richard spencer

Dal governo dei generali al governo contro i generali. L' ultimo a cadere nell' Amministrazione Trump è un civile, per la verità: il ministro della Marina militare Richard Spencer (che comunque vanta un passato negli avieri della marina). Il suo licenziamento però ne fa l' ultimo agnello sacrificale, immolato al seguito di un ennesimo scontro fra questo presidente "militarista" e i vertici delle forze armate. Le apparenti affinità ideologiche, la generosità finanziaria di un presidente che ha aumentato in modo robusto la spesa per la difesa, non bastano a evitare conflitti costanti, spesso irrimediabili. Ben quattro generali ne hanno fatto le spese lasciando incarichi ai vertici del governo federale.

 

Sulla Siria, tuttavia, sembrano avere avuto l' ultima parola loro.

Spencer è stato fatto fuori perché non tollerava un criminale di guerra nei ranghi della US Navy. Il sottufficiale Edward Gallagher, denunciato dai suoi stessi commilitoni nei corpi speciali dei Seal, era accusato di reati gravi: dall' assassinio di un prigioniero alle sparatorie contro civili in Iraq. I suoi compagni d' armi non tolleravano di avere al fianco una canaglia.

ken braithwaite

 

La corte marziale lo ha assolto da diverse accuse ma lo ha condannato per la foto ignobile in cui esibiva a fianco del cadavere di un prigioniero, un giovane jihadista. La US Navy ha applicato il regolamento: rimozione della pecora nera. Trump ha deciso invece di riabilitarlo e di farne un eroe, prima twittando indignazione per il modo "indecoroso, ignobile" con cui il sottufficiale era stato trattato, poi ordinando il suo reintegro.

 

Scontro ideologico, in questo caso. Trump più che occuparsi del merito cavalca un vecchio cavallo di battaglia della destra più radicale: l' idea che dal Vietnam in poi l' America in preda alla deriva progressista e pacifista abbia sistematicamente vituperato o perfino criminalizzato i propri militari.

 

Trump del mondo militare ha pochissima esperienza visto che si fece comodamente riformare per non combattere in Vietnam (all' epoca c' era la leva obbligatoria). Ha però antenne sensibili per captare gli umori della destra radicale, una sua constituency di ferro. Un militare condannato per abusi contro un jihadista gli suona come un controsenso. Diverso è l' approccio dei vertici delle Forze armate: il rispetto delle convenzioni internazionali e della legalità, anche contro i nemici combattenti, viene considerato un imperativo perché gli abusi legittimerebbero altri abusi, e gli stessi militari americani correrebbero rischi se "sospendessero" le regole. Inoltre c' è il problema della disciplina: la pecora nera semina zizzania, sconcerto o crisi di coscienza tra i suoi compagni.

mark esper

 

La cacciata di Spencer è l' ultima puntata nel dissidio con i capi delle Forze armate. All' inizio della sua presidenza, Trump reclutò ben quattro generali in posizioni di altissima responsabilità. Erano John Kelly, capo dello staff del presidente; Michael Flynn e poi H.R. McMaster alla guida del National Security Council; Jim Mattis alla Difesa. La presenza di militari al governo era senza preced enti per il numero e per il peso delle funzioni esercitate.

 

Si parlò perfino di un "commissariamento" della presidenza da parte degli uomini in divisa, in nome di una continuità nella direzione strategica della politica estera. Venne anche coniata l' immagine dei militari come "gli adulti nella stanza", incaricati di portare ordine in una Casa Bianca sull' orlo del caos.

 

Ma alla fine ha sempre vinto il caos. Uno dopo l' altro i generali hanno dovuto dimettersi. Il più pesante è stato l' abbandono di Mattis, che ha lasciato per divergenze strategiche con Trump: era contrario alla ritirata dall' Afghanistan e dalla Siria.

 

Il dissenso è su questioni di fondo: Trump è un militarista e al tempo stesso un isolazionista; coccola le Forze armate ma le vuole usare il meno possibile, è convinto che l' America debba smettere di fare il gendarme mondiale. Il Pentagono ha una classe dirigente formata per gestire un impero, non una ritirata. Le dimissioni non escludono che i generali vincano certe battaglie: da ieri i soldati Usa hanno ripreso a combattere a fianco dei curdi nella Siria settentrionale. E' quello che voleva Mattis, non Trump.

Edward Gallagher, ufficiale dei Navy SealEdward Gallagher, ufficiale dei Navy SealEdward Gallagher, ufficiale dei Navy Seal

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