pier silvio berlusconi marina giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

QUANTO DURA GIORGIA? IL GOVERNO E’ UN RING: DAGLI EXTRAPROFITTI AL VENETO, E’ RISSA CONTINUA TRA TAJANI E SALVINI. LA MELONI FRENA IL FORZISTA: "BASTA UMILIARE MATTEO PERCHÉ È CAPACE DI FAR SALTARE TUTTO” – TAJANI MORDE IL CAPITONE: “TEME VANNACCI, HA PAURA CHE GLI SFILI IL PARTITO”- E SUL VENETO E’ MURO CONTRO MURO: TAJANI CONTINUA A PUNTARE SU TOSI, L’ARCINEMICO DI SALVINI - IL PRESSING DEL “CAPITONE” SULL’ABBASSAMENTO DEL CANONE RAI (CHE ANDREBBE A DETRIMENTO DI MEDIASET) E I SOSPETTI DI MELONI SU PIER SILVIO, CHE, COME DAGO DIXIT, POTREBBE SCENDERE IN CAMPO DOPO... DAGOREPORT

DAGOREPORT

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/arrivata-rsquo-ora-pier-silvio-nbsp-segnatevi-questa-data-409291.htm

Ilario Lombardo per la Stampa - Estratti

 

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

(...) il duello tra Antonio Tajani e Matteo Salvini, un ring quotidiano, a tratti livoroso, a sempre più alta intensità

 

(...) Allo striscione di Pontida: «Tajani scafista», alla sorpresa in Forza Italia, e alle scuse di Salvini. Prima che il giorno dopo – cioè ieri - tutto riprendesse come sempre: Andrea Crippa, l’uomo che parla per conto di Salvini, che rilancia l’avvertimento dal palco del segretario sulle tasse ai banchieri, e Maurizio Gasparri, capogruppo dei senatori di Forza Italia, che replica: «Facile prendere gli applausi criticando le banche».

 

La storia di come si è arrivati fin qui la racconteremo tra poco, dopo aver svelato cosa pensano e dicono l’uno dell’altro Tajani e Salvini, secondo fonti azzurre e leghiste che hanno parlato con loro in questi giorni. Ma c’è anche una terza protagonista che va tenuta in conto: Giorgia Meloni, coinvolta dalla saga dei battibecchi tra i due vicepremier.

 

antonio tajani giorgia meloni matteo salvini

Sabato pomeriggio, a Milano, Tajani si muove orgoglioso tra iscritti ed eletti di Forza Italia che riempiono l’auditorium, dove ha appena presentato ufficialmente il testo sulla nuova cittadinanza agli stranieri. Gli girano l’agenzia che riporta gli insulti dei giovani della Lega dal pratone di Pontida.

 

La frase gli strappa un mezzo sorriso, raccontano. Subito dopo, però, invia dei messaggi amari a Salvini. Mentre a chi gli sta intorno confida: «È preoccupato da Vannacci - dice riferendosi al generale eletto in Europa con la Lega –. Comincia a temere che gli sfili il partito al congresso».

 

 

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

L’indomani Salvini, completamente indifferente alle lamentele dell’alleato, mette nel mirino le banche, sapendo benissimo che l’unico rimasto nella maggioranza a difendere gli istituti di credito è il successore di Silvio Berlusconi. Ai lati di Salvini ci sono l’olandese Geert Wilders, il portoghese André Ventura e, soprattutto, il premier ungherese Viktor Orban. È la prima fila dell’Europa nera, i Patrioti del neonato gruppo dell’ultradestra che pretendono che Bruxelles non sia madre, ma ancella delle nazioni.

 

Tajani ha fatto pubblicare su tutti i canali social di Forza Italia l’omaggio del presidente dei Popolari europei Manfred Weber: «Tajani è il volto europeista dell’Italia». Il leader azzurro si considera l’artefice dell’avvicinamento di Meloni alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, e dunque del conseguente allontanamento dei conservatori di Ecr dalla galassia degli ultranazionalisti di Salvini&Co. Il giudizio sul collega vicepremier è molto influenzato dalla bassa considerazione di cui gode il leghista negli ambienti di Bruxelles e dei popolari: «Lo trattano come un appestato», ha detto più volte ai collaboratori.

pier silvio marina berlusconi

 

Epiteti che sono impronunciabili pubblicamente. Però a volte la tentazione c’è. Tajani si ferma sempre un attimo prima di sfogarsi, fedele a quello che gli ha chiesto Meloni, quando è andato a lamentarsi con lei, a chiederle un riconoscimento formale del sorpasso compiuto sulla Lega: «Non umiliarlo, perché è capace di far saltare tutto».

 

(...)

 

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

Meloni vuole un candidato di Fratelli d’Italia, mentre Tajani continua a puntare maliziosamente su Flavio Tosi, l’arcinemico di Salvini e dell’amatissimo governatore Luca Zaia. Il Veneto sarà il campo della resa dei conti del Carroccio. Lo pensano a Palazzo Chigi e dentro FI. Lo temono nella Lega. L’idea che la destra possa dividersi non è così remota, spiegavano ieri a La Stampa fonti vicine a Zaia. Se la Lega andasse da sola, con magari un fedelissimo del presidente uscente, la coalizione ne uscirebbe a pezzi.

 

A Meloni serve un accordo, come ha fatto per la Liguria. Ma deve arrivarci senza troppi strappi. Quando si parlano - ed è di frequente - lo fanno a tre, in chat. Tajani e Salvini raramente da soli: entrambi non sembrano orientati a smettere di punzecchiarsi. Ed è evidente che qualcosa non se la sono perdonata.

 

silvio berlusconi con marina e pier silvio

Per esempio, Salvini non ha mai digerito come Tajani ha gestito e sfruttato a proprio favore il clamoroso endorsement di Bossi a favore di Forza Italia, alla vigilia delle elezioni europee. Tajani invece va più indietro e ricorda come Fi sia stata svantaggiata dalla spartizione dei collegi uninominali che, nel 2022, ha enormemente favorito la Lega in Parlamento. Più di recente, ha notato una certa intenzionalità nel caricare la proposta di tagliare il canone alla Rai, con conseguenze a svantaggio di Mediaset, il polo privato di casa Berlusconi, ancora padroni economici di Forza Italia.

 

Il rapporto con i figli del fondatore, la pressione – più di Pier Silvio che di Marina – hanno progressivamente raffreddato il legame più confidenziale che aveva con Meloni, che lo ha voluto come vicepremier dopo le insistenze di Salvini per la stessa poltrona, già occupata ai tempi del governo Conte.

matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani

 

Ma la premier, in questo ultimo anno, si è fatta sempre più sospettosa verso i Berlusconi e i piani politici del secondogenito amministratore delegato del gruppo tv. E ha notato che da luglio – proprio dopo le sollecitazioni di Pier Silvio - Tajani ci ha preso gusto a fare il leader. A dare forma a una pulsione interna che prescinde da lui, ma che sta assecondando e accarezzando. L’eterna competizione al centro, il mercato dei voti moderati, la domanda di diritti e il desiderio di un partito di destra liberale sono fattori di una maturazione e, insieme, di una dialettica tra alleati che può diventare destabilizzante. Separarsi, però, è difficile a destra. Si litiga, si litiga ma non si rompe mai.

matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani

Ultimi Dagoreport

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”