salvini luca morisi

LA "BESTIA" HA PERSO GLI ARTIGLI: LUCA MORISI LASCIA LA SQUADRA DI COMUNICATORI DI SALVINI - IL MOTIVO UFFICIALE? "RAGIONI FAMIGLIARI" - MA PARE CHE IL GURU FOSSE A DISAGIO A SOSTENERE LA LINEA NO VAX E NO GREEN PASS DI UNA PARTE DELLA LEGA - MA MORISI ERA FINITO NEL MIRINO DI ZAIA E DI GIORGETTI CHE HANNO AL "CAPITONE" CHIESTO DI "TORNARE A PARLARE CON LE IMPRESE E CON LA GENTE E SEGUIRE MENO IL SENTIMENT DEI SOCIAL" 

Alessandro D’Amato per https://www.open.online

 

MATTEO SALVINI E LUCA MORISI

Il Casaleggio di Salvini lascia. Luca Morisi, professore a contratto all’università di Verona e creatore della “Bestia” del Capitano, ovvero la squadra di comunicatori che ha aiutato sui social network il segretario della Lega con Alessandro Paganella negli ultimi anni e direttore del web della Lega, ha deciso di lasciare l’incarico.

 

«Ringrazio tutti per l’interesse e l’amicizia: sto bene, non c’è alcun problema politico, in questo periodo ho solo la necessità di staccare per un po’ di tempo per questioni famigliari», ha fatto sapere lui in un messaggio in chat. Ma dietro le parole di circostanza ci sono due spiegazioni diverse che circolano nel Carroccio per la decisione dell’ex guru del web. Che non è improvvisa anche se è stato improvviso l’annuncio arrivato ieri, mentre nella Lega ancora si discuteva dell’addio di Francesca Donato.

luca morisi, matteo salvini e lo staff della lega festeggiano la vittoria alle europee

 

PERCHÉ IL CREATORE DELLA “BESTIA” LASCIA LA LEGA?

La prima spiegazione sussurrata in queste ore è che Morisi fosse a disagio nel sostenere la linea No vax (o meglio: Free Vax, qualunque cosa ciò voglia dire) del Capitano. Secondo fonti interne al Carroccio citate ieri dall’agenzia di stampa AdnKronos Morisi non condivideva le ambiguità sulla vaccinazione anti-Covid portate avanti da una parte dei leghisti, contrari anche al Green pass.

 

Da qui, secondo alcuni, la decisione di scendere dalla nave del Capitano. Mollando la macchina di propaganda online che negli anni era cresciuta dai 18mila ai 4 milioni e mezzo di fans. Riuscendo anche nell’impresa – non così scontata, visto che di regola essere famosi su Facebook è come essere ricchi a Monopoli – di capitalizzare il risultato in voti nelle elezioni europee del 2019 che hanno incoronato il Carroccio come primo partito d’Italia.

iva garibaldi luca morisi matteo salvini

 

Consigliere provinciale della Lega Nord dal 1993 al 1997, Morisi aveva abbandonato la politica per dedicarsi all’insegnamento (è laureato in filosofia e teneva un corso di informatica filosofica). Poi nel 2015 la folgorazione sulla via di Matteo e la costruzione della gioiosa macchina da guerra dei social network che a colpi di «invasioni» dei migranti e di «risorse boldriniane» era arrivata fino al ministero dell’Interno, con emolumenti di tutto rispetto per Morisi (65mila euro l’anno) e il suo socio Paganella (85mila).

 

Negli ultimi due anni la Bestia ha speso 400mila euro in sponsorizzazioni su Facebook. E ha trovato una sede piuttosto curiosa: via delle Botteghe Oscure a Roma, sede del sindacato Ugl ma soprattutto ex storico indirizzo della segreteria del Partito Comunista Italiano. Con un contratto pagato dal gruppo della Lega in Senato.

LUCA MORISI

 

VITTIMA DEI NO VAX O DEI GOVERNATORI?

Ma perché Morisi ha mollato Salvini? «Era nell’aria da un po’, da tempo si era allontanato anche come presenza fisica — racconta a Repubblica un leghista di lunga data e ben addentro all’inner circle di Salvini — . Essendo una persona estremamente intelligente e sensibile Morisi ha capito che un ciclo era finito. E ne ha tratto le conseguenze».

 

Quello che non è chiaro è se il guru di Salvini abbia anche lasciato l’incarico nella segreteria della Lega che ricopre dal 2020. E proprio facendo leva su questo oggi La Stampa fornisce un’altra chiave di lettura al gesto di Morisi. Il quotidiano spiega che tra gli uomini della vecchia guardia del Nord vicini a Giancarlo Giorgetti, quando si cercavano le cause delle difficoltà del Carroccio, il nome di Morisi veniva scandito con insistenza. In molti lo volevano fuori dalla Lega.

 

luca morisi

E nell’ultima settimana, nelle varie interlocuzioni tra Giorgetti e i governatori leghisti – secondo quanto risulta alla Stampa – una frase più di ogni altra ha martellato nelle chat e nelle telefonate: «Matteo viene consigliato male». E chi consiglia Salvini se non Morisi? Anche il governatore del Veneto Luca Zaia, sempre ascoltato all’interno del partito, avrebbe chiesto di «tornare a parlare con le imprese e con la gente, ascoltare le loro paure, e seguire meno il sentiment dei social».

 

iva garibaldi luca morisi matteo salvini

Perché non si può – lamentavano in risposta alcuni colonnelli del Nord – vivere la politica come una corsa dietro a Giorgia Meloni, in una «guerra continua su Facebook». Secondo questo punto di vista la Bestia e il suo intercalare sui social danneggiano la costruzione di un grande partito di centrodestra. E mettono in pericolo l’attrattiva del Carroccio presso il voto dei moderati. Per questo Morisi se ne è andato. E adesso in molti attendono anche le dimissioni dalla segreteria. Che suonerebbe proprio come una resa.

SALVINI LUCA MORISI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…