salvini zaia fedriga

IL "CAPITONE" IMPANATO E FRITTO - SALVINI SOTTO ASSEDIO: LA MELONI NON LO VUOLE AL VIMINALE. ZAIA E FEDRIGA GLI HANNO DICHIARATO GUERRA E ASPETTANO LE REGIONALI PER L'ASSALTO FINALE - LA ROTTURA CON GIORGETTI ESCLUSO DALLA ROSA DEI NOMI PER L’ESECUTIVO - INOLTRE C'E' WASHINGTON CHE NON VUOLE IL FILO-PUTIN SALVINI NEL RUOLO DI “VICE”PREMIER. E POI C’E’ SEMPRE L’INCHIESTA A MILANO SUGLI INCONTRI DEL 2018 AL METROPOL DI MOSCA

Estratto dell'articolo di Emilio Pucci per “il Messaggero”

 

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

«Posate i telefonini e non parlate con i giornalisti. Non dovete credere a quello che scrivono i giornali, il clima è ottimo nel centrodestra e anche nella Lega». Comincia così con una riunione convocata a Roma ieri pomeriggio nella sala Umberto a due passi da palazzo Chigi il nuovo corso di Salvini. «Blindato».

 

Perché il Capitano ha varato liste in cui hanno trovato spazio i fedelissimi. Insomma un'unica linea. Nessuna fronda. «Governeremo 5 anni.

Con la Meloni c'è piena sintonia», il mantra. Anche se fuori dalla portata delle telecamere in molti non nascondono i dubbi per l'inizio di questa legislatura. «Il nodo osserva uno dei big è il rapporto tra Matteo e Giorgia. Deve esserci un patto. Devono governare senza fraintendimenti, altrimenti ci si va a schiantare».

 

SALVINI MELONI BY OSHO

Evitare fraintendimenti vuol dire riportare «Matteo al Viminale ad occuparsi di sicurezza e immigrazione». È il grido che si alza dalla sala, insieme alle urla di incitamento per il Capitano.

 

La spinta è insomma univoca, tutti chiedono che sia il leader a tornare al governo. E non nel ruolo di vicepremier. «Giorgia deve difenderlo. Altro che caso Savona, bisogna che siano i vertici istituzionali ad opporsi all'ipotesi di Salvini ministro. Altrimenti viene meno il rapporto di fiducia. Non si può accettare una umiliazione di questo tipo», sussurra un altro ex lumbard.

 

(...)

 

SALVINI MELONI

2 - L'ESCLUSIONE DI GIORGETTI E I CONGRESSI DEL NORD: MATTEO SEMPRE PIÙ DEBOLE

Estratto dell'articolo di Emilio Pucci per “il Messaggero”

 

La decisione di non candidare al governo Giorgetti come segnale di discontinuità con l'esecutivo Draghi («Allora mi riposo e mi curo», ha detto il ministro dello Sviluppo che soffre di un problema alla schiena e che ieri comunque ha perorato la causa di Salvini ministro) e le tensioni con i governatori. Mentre il segretario del partito di via Bellerio vara l'operazione compattezza riunendo i deputati e i senatori nel teatro Sala Umberto di Roma, a due passi da palazzo Chigi, a chilometri di distanza Fedriga e Zaia partecipano (a Trieste) ad un convegno.

 

Nessuna parola contro il leader del partito, in verità, ma «neanche un segnale di difesa a Matteo e soprattutto di volontà di fare squadra», si lamentano i fedelissimi del Capitano.

 

I FRONTI APERTI La Lega è impegnata nella partita del governo ma anche con la grana congressi. E Zaia e Fedriga vengono additati sempre più come coloro che si stanno preparando a scalare il partito. Poi la distanza tra il segretario e Giorgetti apre un altro fronte nel Carroccio in quanto il numero due della Lega è sempre stato considerato un punto di riferimento degli imprenditori. «Ma sono proprio loro che sono venuti a mancare», il ragionamento di chi ritiene comunque ben salda la leadership di Matteo.

ZAIA - GIORGETTI - FONTANA - CALDEROLI - SALVINI - FEDRIGA

 

Sarà così? In realtà c'è chi dice che i presidenti di Regione di Friuli e Veneto (ieri è stato Maroni a lanciare la proposta di Zaia come sostituto di Salvini) stiano aspettando le prossime Regionali prima di lanciare l'assalto. Fedriga in particolar modo viene considerato sempre più da una parte della Lega come l'uomo che potrebbe rianimare i militanti. «Ma qui in Parlamento - obietta un big ex lumbard - i due non hanno nessuno.

Se avessero voluto veramente la Lega avrebbero potuto impegnarsi di più in campagna elettorale...».

 

Dietro le quinte dunque c'è chi non nasconde l'insofferenza nei confronti di entrambi i governatori e si ritiene che pure Fontana non sia al sicuro in Lombardia, con l'eventualità che possa essere lui stesso a fare un passo indietro alla vigilia delle prossime amministrative. «Fedriga - la linea che avanza sempre più nel partito di via Bellerio - se vuole essere confermato deve allinearsi. Altrimenti Salvini potrebbe anche decidere di puntare su qualcun altro oppure di disimpegnarsi come ha fatto lui a queste Politiche».

luca zaia matteo salvini massimiliano fedriga attilio fontanaGIORGIA MELONI MATTEO SALVINI

 

(...)

 

 

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"