"CASINISTA, POPULISTA, ARRUFFAPOPOLO, MASANIELLO E QUALUNQUISTA" - "LA STAMPA" VA GIU' DURO RIPERCORRENDO LE TANTE VITE DI LUIGI DE MAGISTRIS: "CASALEGGIO NE VEICOLO' LA CANDIDATURA ALLE EUROPEE NEL 2009 MA CON GRILLO FINI' PRESTO A RECIPROCI VAFFA. CANDIDATO A SINDACO DI NAPOLI SENZA IL SOSTEGNO DI NESSUNO, CAMBIA ASSESSORI COME MUTANDE".  IL FLOP DEL 2013 CON INGROIA E ORA...

Giuseppe Salvaggiulo per “la Stampa”

 

luigi de magistris con mimmo lucano 1

Richiesto di un chiarimento sui fondamentali ideologici dell'Unione Popolare, il cartello di estrema sinistra che ha fondato con Luigi de Magistris, il segretario di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo se la cava così: «Io sono un marxista. Luigi è uno di quelli che David Harvey, tra i massimi studiosi del marxismo, chiama comunisti di fatto».

 

Tanti hanno cercato di liquidarlo. Invece de Magistris, da quindici anni sulla cresta di un'onda politico-mediatica, surferà anche il 25 settembre. Il suo nome comparirà sulle schede in tutta Italia, all'interno del simbolo dell'Unione Popolare che ha messo in piedi con i vecchi compagni di Rifondazione e con i nuovi di Potere al Popolo. Ha raccolto 100 mila firme in due settimane.

le immagini di che guevara sulla scrivania di luigi de magistris

 

Pochi ci scommettevano, commettendo un errore che in tanti hanno fatto: sottovalutare de Magistris. Che ha mille difetti, per lo più incorreggibili, ma non difetta di resistenza, anche fisica. Gira l'Italia dormendo due ore a notte.

 

Classe 1967, figlio nipote e pronipote di alti magistrati, borghese del Vomero, da ragazzo studente modello a differenza del più bohémien fratello Claudio, che dopo una trentina d'anni sarà suo consigliere politico al Comune, non senza imbarazzi per il lavoro di organizzatore di grandi eventi cittadini. Entra in magistratura come da copione familiare. Ne esce dopo 15 anni, sanzionato e trasferito dal Csm dopo inchieste calabresi a dir poco controverse su malaffare politico-massonico.

luigi de magistris a tagada 3

 

La Casaleggio Associati ne veicola la candidatura alle Europee del 2009 come indipendente nella lista dell'Italia dei Valori di Tonino Di Pietro, che pure in privato non lesina epiteti coloriti. Con Beppe Grillo finisce presto a reciproci vaffa perché rifiuta il controllo preventivo sul suo blog.

 

L'elezione è plebiscitaria: 415.646 preferenze. Ma la grama vita brussellese lo annoia anzichenò. «E se mi candidassi sindaco di Napoli?», butta lì ai suoi assistenti a fine cena in un'uggiosa serata. I commensali si guardano increduli. «E con chi, Luigi?».

«Da solo».

Sì, vabbè. Da solo.

 

luigi de magistris

Sei mesi dopo è sindaco di Napoli. Se non da solo, quasi: a sostenerlo solo Rifondazione e Italia dei Valori, quotate dagli esperti il 3 per cento. Festeggia in una gremita piazza Plebiscito. Descamisado con bandana arancione, inneggia alla rivoluzione del popolo dei senza potere di cui s' intesta modestamente la rappresentanza.

 

La politica la impara presto, anche troppo. Cambia assessori come mutande e con notevole cinismo litiga prima o poi con tutti i collaboratori: dai prof benicomunisti Mattei e Lucarelli al magistrato-assessore Narducci e al carabiniere-capogabinetto Auricchio, questi ultimi eroi dell'inchiesta Calciopoli.

Rompe anche con Sandro Ruotolo, antico sodale di agorà televisive, dopo aver scaricato la nipote Alessandra Clemente, vittima di camorra e assessora.

 

luigi de magistris

Casinista, populista, arruffapopolo, masaniello, qualunquista, per dieci anni governa una «Napoli ribelle», come intitola l'ultimo libro edito da una casa editrice di Scampia, Marotta&Cafiero. Sbraitando contro i poteri forti, agita una personale connessione popolare. Pedonalizza il lungomare e rinfaccia al presidente del Napoli De Laurentiis di volere «uno stadio da 40mila posti, elitario e non per il popolo».

 

Dà la cittadinanza onoraria al leader curdo Ocalan, a quello palestinese Abu Mazen e ai calciatori Maradona, Reina, Hamsik. Inventa lo zapatismo partenopeo e riceve in Comune il filosofo Latouche, teorico della decrescita felice. A dispetto dei numerini della Corte dei Conti, proclama l'inesigibilità dei debiti comunali che gonfia assumendo maestre negli asili.

luigi de magistris canta a radio rock sui migranti

 

Sentendosi leader nazionale, dal primo giorno da sindaco medita il grande salto. Conteso dai talk show (un tempo Santoro, ora Giletti), lancia mille progetti nazionali ma non ne cava nulla di realmente concreto. Finisce male anche con Di Pietro e, nel 2013, con l'altro ex pm Ingroia, che chiama quale alter ego a guidare la brancaleonesca Rivoluzione Civile, non volendo rischiare in prima persona.

 

Ne viene fuori un flop clamoroso, che costringe Ingroia, che aveva lasciato la toga sicuro dell'elezione, a mettersi a fare l'avvocato. In mancanza di meglio, de Magistris resta sindaco e continua a meditare il salto nazionale. Alla fine del secondo mandato da sindaco, si candida alle regionali in Calabria, arruolando - tipico metodo suo - come star Mimmo Lucano. Due ribelli, due perseguitati. Il 17 per cento non è niente male, ma il seggio non scatta.

luigi de magistris come genny in gomorra

 

A de Magistris, peraltro disoccupato avendo dismesso la toga senza ricorrere all'aspettativa, non restano che le elezioni politiche. Altro giro, altra corsa, altro logo. Unione Popolare come quella francese, lanciata ai primi di luglio in un'assemblea conclusa con de Magistris che fa il pugno chiuso, alla Mélenchon e nessuno si senta offeso. Obiettivo 3 per cento. Dietro di lui una galassia movimentista che va dai centri sociali agli accademici pacifisti D'Orsi e Bevilacqua, dall'ambientalista Finiguerra, in rotta con i Verdi alleati al Pd, agli ex assessori a Roma, Berdini e Montanari, traditi e cacciati dalla Raggi.

belen luigi de magistris napoli

 

E più ampia e variegata sarebbe stati la compagnia, se non si fossero rivelati infruttuosi gli abboccamenti con gli ex 5S di Alternativa come Pino Cabras, Di Battista e i prof della commissione DuPre anti Green Pass. Buoni rapporti con Fico, pessimi con Conte che de Magistris mette sullo stesso piano di Draghi. Slogan: le privatizzazioni sono un golpe, fuori la mafia dallo Stato, il neoliberismo sta crollando e così via.

 

LUIGI DE MAGISTRIS BACIA L AMPOLLA CON IL SANGUE DI SAN GENNARO

Nel programma di 15 pagine no all'invio delle armi in Ucraina, superamento della Nato, salario minimo, scala mobile, sanità pubblica, fisco progressivo. Il più a sinistra di tutti, ma con un leader che non si è mai connotato fino in fondo. Ha sempre pescato voti altrove e fatto alleanze trasversali. Terzomondismo post moderno. Masse popolari e borghesia. Purché sia lui, e solo lui, a comandare.

luigi de magistris raccoglie l'immondizia di notte 3luigi de magistris fa visita a una scuola 3luigi de magistris fa il rapperluigi de magistris raccoglie l'immondizia di notte

Ultimi Dagoreport

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO