"CRAXI ERA TECNICAMENTE LATITANTE" - GRANDE SCONTRO TRA D’ALEMA E STEFANIA CRAXI ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI SORGI (TUTTE LE FOTO) - MAX: "MAI PARTECIPATO AL LINCIAGGIO DI BETTINO. TRATTAI PER IL SUO RITORNO. CHIEDEMMO CHE IL LEADER SOCIALISTA, MALATO, NON FOSSE ARRESTATO. MA IL GIUDICE BORRELLI S'IMPUNTÒ...” - SULLA MANCATA AMNISTIA: “NEL CASO DI CRAXI NON SAREBBE SERVITA” – E POI BERLINGUER, L’OLP E IL DISEGNO DEI PROPRIETARI DI ALCUNI GIORNALI DI…

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Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

 

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All'associazione della Stampa Estera di Roma è stato presentato il libro di Marcello Sorgi su Bettino Craxi, ''Presunto innocente'' (Einaudi). Con l'autore c'erano Massimo D'Alema e Stefania Craxi, moderatore Virman Cusenza, direttore del ''Messaggero''.

 

Tra il pubblico, l'ex ministro Margherita Boniver, l'avvocato Guido Calvi, l'ex presidente della Calabria Agazio Loiero, Laura Morino, Jas Gawronski, l'ex direttore del ''Messaggero'' Mario Pendinelli, Paolo Repetti, Vito Riggio, Annamaria Malato, Gabriella Carlucci, Livia Azzariti e la moglie di Sorgi, Anna Chimenti, costituzionalista attualmente distaccata presso l'ambasciata italiana a Londra per gestire le conseguenze istituzionali del referendum sulla Brexit.

 

 

 

massimo d alema stefania craxi foto di bacco (4) massimo d alema stefania craxi foto di bacco (4)

Da Il Fatto Quotidiano

 

Alla presentazione a Roma del libro di Marcello Sorgi Presunto colpevole, gli ultimi giorni di Craxi, botta e risposta tra Massimo D’Alema e Stefania Craxi. Un confronto sul mancato rientro in Italia da Hammamet del leader socialista per potersi curare mentre D’Alema era premier.

 

“Ti ho sentito spesso rivendicare il primato della politica, dopo 20 anni si può dire che in quel caso non ci fu? ”, ha detto Stefania Craxi rivolgendosi a D’Alema in merito all’intervento che fece con la Procura di Milano. “Craxi – ribatte D’Alema – era tecnicamente un latitante. Noi come governo prendemmo una posizione pubblica dicendo che eravamo favorevoli a che Craxi potesse venire a curarsi in Italia.

libro presentato libro presentato

 

In quel momento oltre il 90 per cento degli italiani era contrario. Assumemmo una posizione molto impopolare. Parlai con la Procura di Milano: Craxi non sarebbe stato arrestato, ovviamente, Borrelli però si impuntò sul fatto che loro lo avrebbero piantonato in ospedale. Ma Craxi disse ‘io posso venire solo da uomo libero’. Io non so quale fantasia, Stefania, si sarebbe potuta inventare per impedire che i magistrati decidessero di piantonare Craxi, fare un decreto? Le condizioni erano quelle e Craxi rifiutò”.

 

2. D'ALEMA

Mario Ajello per “il Messaggero”

 

 

Il tema Craxi tira. La sala della Stampa estera è piena. E la platea si anima, rumoreggia e si divide quando Massimo D'Alema osserva: «Non serve mettersi a dire chi, tra Berlinguer e Craxi fosse più o meno innovativo. I torti nella loro azione politica erano equamente distribuiti. Berlinguer fu un conservatore sul piano istituzionale. Ma fu un innovatore sul piano sociale, ambientale o nelle grandi questioni come il femminismo». E ancora: «Io sono stato un avversario politico di Craxi e stavo al fianco di Berlinguer. Non tutti i torti erano da una parte e tutta la ragione era dall'altra. E i reati per i quali Craxi è stato condannato non cancellano i suoi meriti politici».

 

craxi d'alema craxi d'alema

E' stato spumeggiante, e a tratti anche duro per effetto dei toni incalzanti di Stefania Craxi, questo dibattito intorno al libro di Marcello Sorgi (Presunto colpevole, Einaudi stile libero), con l'autore, la figlia di Bettino e il moderatore Virman Cusenza, direttore del Messaggero. D'Alema da premier, nel 1999, si attivò per il ritorno di Craxi in Italia, da Hammamet, in modo che venisse curato.

nicola carnovale margherita boniver foto di bacco nicola carnovale margherita boniver foto di bacco

 

 

«Trattai non di nascosto, ma prendendo una posizione politica pubblica e anche molto impopolare, il 92 per cento degli italiani era contrario al rientro di Craxi, con il procuratore di Mani Pulite, Borrelli. Noi avevamo chiesto che il leader socialista, malato, non fosse arrestato una volta arrivato in Italia. Ma su questo il giudice Borrelli s'impuntò, ne fece una questione di principio. E Craxi rifiutò: o torno da uomo libero o niente».

 

 

guido calvi mario pendinelli foto di bacco guido calvi mario pendinelli foto di bacco

Poi il funerale, con la strana contraddizione di un governo che considera latitante Bettino ma vorrebbe tributargli i funerali di Stato e manda una delegazione ministeriale alle esequie ad Hammamet. D'Alema si assume tutta la responsabilità di quel tentativo. E quando Stefania gli dice «ma perché non avete fatto un'amnistia?», lui replica: «Perché non sarebbe servita nel suo caso».

 

LA RIVALUTAZIONE

pubblico pubblico

L'ex premier, nella rivalutazione di Craxi, arriva a dire che «già al tempo del Pci io sostenni che su molte cose i socialisti erano nel giusto e noi sbagliavamo». Racconta di quando con Veltroni andò nel camper di Bettino durante l'assemblea socialista di Rimini e commenta: «Lo trovai molto aperto verso l'evoluzione del nostro partito. E ci fece anche entrare nell'Internazionale Socialista». Ma quello fu prima della tempesta di Tangentopoli. Ma all'ex premier si ricorda che poi, nell'episodio delle monetine dell'Hotel Raphael, nel 93, il segretario del Pds Occhetto cavalcò la furia popolare. «Io fui quello che disse che Craxi non si doveva dimettere per un avviso di garanzia. E dicevo anche: l'ho combattuto politicamente ma mi rifiuto di partecipare al linciaggio». Segue piccola chicca: «Bettino apprezzò quelle mie posizioni, tanto è vero che da Hammamet mi faceva indirettamente arrivare consigli relativi all'azione di governo. Lui era un uomo di sinistra e l'Olp di Arafat era il nostro canale di comunicazione».

ANTONIO DI PIETRO E BETTINO CRAXI ANTONIO DI PIETRO E BETTINO CRAXI

 

 

Una parte molto intrigante del libro di Sorgi è quella sull'eventuale complotto americano per far fuori Craxi e tutta la Prima Repubblica. D'Alema si mostra piuttosto scettico. «Quello che so di sicuro - dice - è che c'è stato un disegno della grande borghesia proprietaria di alcuni giornali per eliminare la politica e sostituirsi ad essa senza più mediazioni. Certi giornali hanno massacrato i partiti, su impulso dei loro editori, fomentando la furia popolare contro la politica». Dunque un complotto della stampa? Qui interviene Sorgi: «Le posso assicurare, presidente D'Alema, visto che facevo il giornalista in quegli anni, che non ci fu nessuna pressione dei proprietari dei giornali. I quali cercavano pubblico e colsero il vento dell'opinione pubblica». Ma D'Alema è D'Alema, difficile convincerlo. Mentre lui, pur tra qualche evasività ma almeno non si nasconde a differenza di tanti del Pd, s'è mostrato davvero convinto che Craxi sia da rivalutare.

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