IL PREMIER PENSA DI ESSERE L’UOMO DELLA PROVVIDENZA MA STAVOLTA HA PAURA CHE LO FOTTANO: UNA VOLTA DIMISSIONARIO, RENZI IMPIEGHEREBBE UN ISTANTE A UCCELLARLO, PROPONENDO UN ALTRO AL SUO POSTO. COSÌ È TENTATO DI DARE RETTA AGLI EDITORIALI DI TRAVAGLIO: SE IL GOVERNO DEVE CADERE LO FARÀ IN PIEDI, PER UN VOTO DEL PARLAMENTO. MA SE IL SENATO GLI NEGA LA FIDUCIA PUÒ SCORDARSI UN NUOVO INCARICO; ACCETTANDO IL GIOCO DI RENZI, INVECE... - IL TERRORE DI RITORNARE ALLA CASELLA DEL CONTE 1 QUANDO ERA...

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DAGONEWS

renzi conte renzi conte

Conte nel pallone. Chiuso nel suo bunker di Palazzo Chigi, affiancato dai consigliori Casalino e Goracci, riceve via telefono consigli e suggerimenti da tutti i partiti della maggioranza: se un partito ti toglie la fiducia non puoi non rassegnare le dimissioni, Italia Viva non è una corrente di un partito, eccetera. Di Goffredo Bettini, il più attivo nelle rassicurazioni, si fidano poco perché sanno che conta poco.

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Ma il premier per caos non intende dimettersi per ripartire subito con un Conte ter. Da una parte,  pensa che sia l’uomo della Provvidenza. Dall’altra, ha paura che lo fottono: una volta dimissionario, Renzi impiegherebbe un istante a uccellarlo, proponendo un altro al suo posto.

 

Così è tentato di dare retta agli editoriali di Travaglio, di andare alla sfida finale: se il governo deve cadere lo farà in piedi, per un voto del parlamento. È la strada che tutti, da Zinga a Di Maio, gli sconsigliano di prendere. Se il Senato gli nega la fiducia non si rialza più e può scordarsi un nuovo incarico; accettando il gioco di Renzi, invece, qualche possibilità ce l'ha di non ritornare a fare l’avvocato.

 

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Avendo ceduto alla richieste di Renzi, dal Recovery ai Servizi, con il Mes da portare al vaglio del voto del Parlamento, Conte pensa di rafforzare il governo con un rimpastino, con la sostituzione di un paio di ministri, senza passare attraverso le dimissioni. Una cosiddetta “crisi pilotata” che è ferma al palo. Intanto i ministri da sacrificare per “rafforzare la squadra” non intendono dimettersi: il M5S ha ribadito che non vuole cambiare i propri ministri.

 

Ma per irrobustire il governo, anzi di “rifondarlo”, occorrono ministri con più autorevolezza e un rimpasto di tal genere prevede la salita al Quirinale e rassegnare le dimissioni nelle mani di Mattarella. Ma Conte è terrorizzato di entrare papa ed uscire cardinale. E di ritornare alla casella del Conte 1, quando faceva il semplice passacarte tra Salvini e Di Maio.

renzi conte stampa estera renzi conte stampa estera

 

Sostituire il gruppo dei renziani con un gruppo di ‘’responsabili” è un’idea che è rigettata sia dal Pd che da Mattarella. Anche le dichiarazioni di Salvini e Meloni a favore di un esecutivo istituzionale di larghe intese con Draghi premier, lo impauriscono.

 

COLLE E PD, PRESSING SU CONTE PER EVITARE LA SFIDA DELL'AULA

Marco Conti per il Messaggero

 

travaglio conte travaglio conte

L' intenzione di Giuseppe Conte di andare alla sfida in Aula con Italia Viva perde quota. Dal Nazareno ieri sera sono partite due dichiarazioni che, oltre ad invitare tutti al «buonsenso», sollecitano il presidente del Consiglio ad avviare un confronto nella maggioranza per «un patto programmatico di legislatura». Le firme sono quelle del capodelegazione del Pd Dario Franceschini e del capogruppo dem alla Camera Graziano Delrio. Nei due testi anche la richiesta a tutte le forze politiche - Iv in testa - di licenziare prima il Recovery Plan.

 

IL VENTO L' ennesimo invito al presidente del Consiglio ad assumere un' iniziativa va letto anche alle luce del cambio di passo di Nicola Zingaretti che venerdì in direzione, oltre ad escludere il voto anticipato, ha speso parole per difendere la maggioranza ma non per l' attuale esecutivo, e ha anche chiuso la porta a maggioranze raccogliticce o con il centrodestra.

renzi mejo dello sciamano di washington renzi mejo dello sciamano di washington

 

Domani dal ministero di Roberto Gualtieri dovrebbe arrivare il piano completo del Next Generation Eu che verrà consegnato ai partiti in vista del consiglio dei ministri di martedì o mercoledì. Non più quindi le tredici paginette contro le quali venerdì sera si sono scagliati i renziani Bellanova, Faraone e Boschi, ma oltre cento pagine con grafici e tabelle.

Salvo sorprese, che potrebbe anche esserci qualora contenesse ancora la fondazione per la cybersicurezza, il Recovery plan dovrebbe essere quindi inviato in Parlamento già a metà settimana.

 

Zinga di Maio Conte Renzi Zinga di Maio Conte Renzi

Renzi, per non essere accusato di bloccarlo, è pronto al via libera e anche a votare in aula lo scostamento di bilancio prima di aprire la crisi. Il varo del Recovery non chiude infatti per Iv la verifica di governo. I renziani si aspettano da Conte «un' iniziativa forte», «un confronto aperto» che non si limiti alla riproposizione dei tavoli del programma avviati dal premier mesi fa e che «non hanno portato a nulla».

 

Sollecitano un incontro politico e un' iniziativa del premier che dovrebbe convocare i leader di maggioranza e stabilire con loro nuove priorità e anche una nuova squadra di governo. Anche se i toni cambiano, la richiesta dei dem è simile a quella di Iv. La differenza è che Renzi, più del Pd, considera esaurita la benzina dell' attuale squadra di governo e chiede a Conte di dimettersi per formarne uno nuovo.

di maio zingaretti conte di maio zingaretti conte

 

Conte resiste e, consigliato da arguti strateghi, resta fermo in difesa dell' attuale esecutivo («il migliore degli ultimi quarant' anni») rischiando quindi - ragionano al Nazareno - di doversi dimettere o a seguito di uno scontro perdente in Aula, o perché ne esce vincente ma grazie ad un gruppetto di responsabili che non gli eviterà il passaggio al Quirinale, o perchè Iv ritira i suoi ministri dal governo.

 

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Quando? Martedì o mercoledì se Conte non chiama a palazzo Chigi i leader e va oltre le buone intenzioni. Propositi e promesse scritte da Conte in maniera confusa ieri sera sui social. Al punto che palazzo Chigi ha dovuto precisare definendole «un' apertura nei confronti di Renzi» e non quindi a possibili responsabili come invece pensa Iv.

 

Il bizantinismo del post su Facebook, vergato a seguito delle pressioni dem e la surreale precisazione, danno il senso di come palazzo Chigi tema e soffra un' eventuale capitolazione che se avverrà sarà anche figlia delle continue sottovalutazioni. In sostanza nel post il premier offre la correzione del Recovery Plan, un nuovo patto di legislatura e un rimpasto. Ovvero - a detta dei renziani- «nulla» (a parte le modifiche apportate al Recovery) - e, soprattutto, nessuna parola su una possibile rifondazione dell' esecutivo, ma la promessa di un rimpastino.

zingaretti di maio zingaretti di maio

 

Renzi, che ieri sera ha riunito i gruppi parlamentari, non sembra però disposto a concludere la sfida incassando qualche poltrona in più.

 

Ricorda i trenta punti inviati a Goffredo Bettini, ribadisce la volontà di sfilarsi dalla maggioranza e definisce un bluff le elezioni anticipate.

 

I TEMPI Al Quirinale si osserva con crescente preoccupazione lo scontro che avviene nel bel mezzo di una ripresa della pandemia. Non si comprende il momento e la rigidità con la quale i duellanti tengono da giorni in tensione il Paese. Conte compreso, quindi, che al chiassoso protestare di un partner di maggioranza ha risposto chiudendo le finestre di palazzo Chigi.

 

Bettini e Zingaretti Bettini e Zingaretti

Malgrado i rapporti siano a dir poco sfilacciati a Conte si consiglia di non arroccarsi in un' improbabile sfida ma incontrare i leader dei partiti, stringere un patto di legislatura e, se necessario, non sottrarsi ad un passaggio al Quirinale dove Mattarella potrebbe congelare le dimissioni in attesa di ricevere rassicurazioni dallo stesso Conte che un nuovo programma, un nuovo governo e una maggioranza è pronta per riprendere il cammino.

 

Strada stretta, ma poichè dall' attuale Parlamento è difficile che escano maggioranza diverse - ieri lo stesso centrodestra ha escluso intese da larga coalizione - in mancanza di questa volontà rischia di esserci il voto. Magari non subito, vista la pandemia, ma a giugno. Anche se poi, messo su un governo Cartabia o Cottarelli, sarà poi difficile buttarlo giù.

 

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