donald trump kamala harris federico rampini

"KAMALA HARRIS È LA PEGGIORE CANDIDATA CHE IO ABBIA MAI VOTATO" - FEDERICO RAMPINI, GIORNALISTA ITALO-AMERICANO, SI È "TURATO IL NASO" PUR DI NON FAR TORNARE TRUMP ALLA CASA BIANCA: "VORREI EVITARE UN SUO BIS ALL’AMERICA E AL MONDO, VIDI PUTIN MENTRE GLI SUGGERIVA LE RISPOSTE A UN VERTICE, NEL 2018. LO RITENGO INDEGNO DI GOVERNARE DOPO L’INFAMIA DEL 6 GENNAIO 2021. PREPOTENZA, EGOMANIA, DISPREZZO PER LA COSTITUZIONE LO RENDONO INADATTO"

Estratto dell’articolo di Federico Rampini per www.corriere.it

 

federico rampini

Il mio dovere di elettore Usa l’ho già compiuto, per corrispondenza, così sarò libero nella giornata «infuocata» di martedì. Ho votato Kamala Harris. La considero la peggiore candidata che io abbia mai votato, dopo aver messo la mia scheda nell’urna con i nomi di Barack Obama nel 2012, Hillary Clinton nel 2016, Joe Biden nel 2020 (sono, secondo la definizione americana, un registered Democrat, cosa che non preclude la libertà di scelta nell’Election day).

 

[...] Donald Trump l’ho visto da vicino per quattro anni, l’ho seguito come corrispondente alla Casa Bianca in tanti summit internazionali. Incluso uno, tremendo, il 16 luglio 2018 a Helsinki con Putin: quest’ultimo, letteralmente, gli suggeriva le risposte, lo imbeccava su dossier come la Crimea. Vorrei evitare un bis, all’America e al mondo. Poiché conservo la cittadinanza italiana e amo il mio Paese d’origine, mi preoccupano i danni che il protezionismo di Trump potrebbe infliggere alle economie degli alleati. Ho a cuore il futuro della Nato.

 

PROIEZIONI ELEZIONI AMERICANE - DATI AL 3 NOVEMBRE 2024

Sopra ogni altra cosa, lo ritengo indegno di governare dopo l’infamia del 6 gennaio 2021. Non penso che sia un potenziale Mussolini o Hitler; ho fiducia che la Repubblica americana sia più forte di ogni tentazione autoritaria, e lo dimostrò nel 2021. Però prepotenza, egomania, disprezzo per la Costituzione lo rendono inadatto a guidare la massima potenza mondiale, la nazione leader del mondo libero.

 

Il mio voto per Harris non deve vietarmi uno spirito critico verso il Partito democratico. Respingo l’idea che l’altra metà della nazione accetterebbe una dittatura. Come in tante democrazie, le battaglie politiche sono spesso «cinquanta sfumature di grigio» anziché una lotta tra le forze del Bene e le forze del Male. In questo caso le sfumature sono di un grigio sporcato nel fango: è stata una campagna elettorale orribile, nessuna volgarità e bugia ci è stata risparmiata. Da ambo le parti.

dibattito tra donald trump e kamala harris 1

 

Avendo escluso ogni simpatia per Trump, avendo sempre votato democratico, la domanda che mi assilla è questa: com’è possibile che lui sia ancora in gara, capace di conquistare metà dell’elettorato nazionale? Troppi miei amici newyorchesi e californiani si rifugiano nella risposta più comoda, arrogante e offensiva. Descrivono quella metà del Paese come una massa di bifolchi ignoranti, che non sanno quel che fanno. O peggio, razzisti e fascisti. Biden ha riassunto: gli elettori di Trump sono «spazzatura». L’unico razzismo sdoganato nell’élite progressista è contro di loro. Ignora che il popolo repubblicano è più o meno lo stesso che votò per i moderati Bush, McCain, Romney; con l’aggiunta di quote crescenti di black, latinos, giovani.

FEDERICO RAMPINI

 

Riformulo la domanda: dove hanno sbagliato i democratici, per rendere Trump ancora competitivo? C’è l’imbarazzo della scelta. Mi limito alla storia recente di questa oscena campagna elettorale. Fino all’ultimo l’establishment democratico, vicepresidente inclusa, ha mentito sullo stato di salute di Biden. Una pagina vergognosa: tuttora, sapere che la valigetta nucleare può essere comandata da un uomo così decaduto, è grave. Dopo il ritiro di Biden, quella vice che era nota come una mediocrità è stata trasformata in Superwoman, a furor di media fiancheggiatori.

 

Vidi all’opera Harris quando abitavo in California e lei era ministro della Giustizia di quello Stato: fu partecipe di un lassismo giudiziario che contribuì a peggiorare la sicurezza dei cittadini. Nel 2019-2020 la sua campagna per la nomination presidenziale era allineata con l’estrema sinistra: per esempio frontiere aperte all’immigrazione clandestina e un’agenda radicale per l’abbandono rapido di tutte le energie fossili. Raccoglieva fondi per la scarcerazione di criminali violenti; delegittimava le forze dell’ordine. Quattro anni dopo è irriconoscibile. Promette l’esatto contrario: frontiere chiuse, legge e ordine, decarbonizzazione lenta e pragmatica.

donald trump bacia kamala harris immagine fake generata dall ia

 

[...] Per questo confesso il mio peccato: al voto per mandare Harris alla Casa Bianca, ne ho affiancato uno a favore dell’opposizione, al Congresso. Per la prima volta da quando sono cittadino mi sono rassegnato a quello che si chiama split vote (voto divergente), in favore del divided government (potere condiviso). [...]

IL TRUMP-OLINO DI KAMALA - VIGNETTA BY GIANNELLIfederico rampini foto di bacco (2)KAMALA HARRIS DONALD TRUMP FEDERICO RAMPINI - LA SECONDA GUERRA FREDDAFEDERICO RAMPINI federico rampini a quarta repubblica 2

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…