catherine belton putin

"PUTIN SI È LANCIATO IN UNA MISSIONE SUICIDA" - CATHERINE BELTON, GIORNALISTA DI REUTERS E AUTRICE DI UN LIBRO SUGLI UOMINI DELLO ZAR: "GLI OLIGARCHI RUSSI PENSAVANO TUTTI CHE NELLA SUA TESTA RESTASSE ANCORA UN PO' DI RAZIONALITÀ. ORA CHE DAL FRONTE TORNANO I CADAVERI E IN RUSSIA SI PRODURRÀ UN COLLASSO ECONOMICO, L'OPINIONE PUBBLICA NON SARÀ CONTENTA" - E INTORNO AL CREMLINO MONTA LA PROTESTA, CON LE "FIGLIE DI" CHE SI SCHIERANO PER LA PACE...

1 - LA GIORNALISTA CATHERINE BELTON: «L'ÉLITE RUSSA È SOTTO CHOC, MA PUTIN LA TERRORIZZA»

Federico Fubini per il “Corriere della Sera

 

catherine belton 2

Catherine Belton, special correspondent di Reuters, è appena uscita indenne da un incubo: per il suo dettagliatissimo Gli uomini di Putin. Come il Kgb si è ripreso la Russia (La Nave di Teseo) era stata sepolta di querele degli oligarchi. Ora tutte ritirate.

 

Lei scrive di Vladimir Putin dagli anni '90. C'è continuità con il dittatore di oggi?

«Nel '92 aveva appena 40 anni, era un uomo molto capace e capiva benissimo cosa serviva alla Russia per sviluppare un'economia di mercato. Ma anche allora c'erano echi di ciò che sentiamo in questi giorni.

 

catherine belton 3

Nel '92 dava la colpa ai bolscevichi per aver creato artificialmente i confini interni all'Unione sovietica e dunque una repubblica come l'Ucraina. In sostanza dava loro la colpa di aver fatto a pezzi l'impero russo».

 

La sua idea di fondo è ricrearlo?

«Sì, restaurarlo nei confini originari».

 

Allora non c'è ragione di credere che si fermerebbe all'Ucraina, se lì vincesse.

«Forse deciderebbe anche di andare oltre, ma ciò a cui stiamo assistendo adesso segnerà la sua fine. Sono ancora sotto choc che sia arrivato a questo punto. Lo sono anche gli uomini d'affari moscoviti con cui parlo.

 

catherine belton e vladimir putin

Pensavano tutti che nella sua testa restasse ancora un po' di razionalità, che avrebbe capito che ci sarebbero state conseguenze economiche durissime. Ora che dal fronte tornano i cadaveri e in Russia si produrrà un collasso economico, l'opinione pubblica non sarà affatto contenta. Putin si è lanciato in una missione suicida».

 

Con lui, gli oligarchi hanno prosperato. Quanto a lungo crede che subiranno le sanzioni prima di rivoltarglisi contro?

«In queste settimane ho parlato con alcuni esponenti dell'élite degli affari. Speravano che tutto si fermasse molto prima, ma temevano che le minacce diventassero realtà. L'incontro trasmesso in tv con i componenti del Consiglio di sicurezza ha mostrato al mondo fino che a punto Putin ha costruito un regno del terrore.

 

catherine belton 1

I suoi più alti funzionari balbettavano e inciampavano al suo cospetto. E questi dovrebbero essere gli uomini della sua cerchia più ristretta... Posso solo immaginare quanto più intimiditi devono essere i miliardari russi, dato che gli uomini della sicurezza hanno monopolizzato del potere».

 

vladimir putin

Ha elementi per sostanziare ciò che dice?

«Gli uomini di Putin possono usare i tribunali e i servizi segreti come vogliono per strappare via ai proprietari interi patrimoni o aziende, in qualunque momento. Piotr Aven, l'ex presidente di Alpha Bank, ha dichiarato chiaramente che quando incontra Putin riceve istruzioni. E se non le esegue, ci sono conseguenze».

 

LA DISINFORMAZIONE DI vladimir putin

Vede incrinature nel sistema, qualcosa che si possa fare a Mosca per fermare il dittatore?

«Non ne sono affatto certa, al momento. Forse quando il collasso dell'economia diventerà evidente e tanti ragazzi torneranno dal fronte dentro una bara, la gente protesterà di più.

 

Ma abbiamo già visto come reagisce Putin alle dimostrazioni di piazza: la polizia picchia e zittisce tutti. Vedremo una repressione brutale e non sono sicura che ci sia qualcosa che chiunque nell'élite russa possa fare, a parte organizzare un "incidente" di qualche tipo. Putin sembra diventato completamente paranoico. È come se avesse deciso che non si fida di nessuno».

 

2 - LA RIVOLTA DELLE FIGLIE IN FAVORE DELLA PACE: QUELLE PRIME CREPE INTORNO AL CREMLINO

Marco Imarisio per il “Corriere della Sera

 

roman abramovich con la figlia sofia 2

Non sono affari di famiglia, ma di un intero Paese. Sembravano la conseguenza di un'onda emotiva, i primi «No alla guerra» scritti sui social dalle figlie degli oligarchi russi. Infatti, due delle eredi più celebri, come Sofia Abramovich, nota per postare su Instagram ogni dettaglio della sua vita sontuosa, e poi Elizaveta Peskova, primogenita del potente Dmitry, portavoce di Vladimir Putin, avevano subito fatto marcia indietro, cancellando le tracce della loro presa di posizione sul web.

 

Ma adesso altre defezioni illustri stanno trasformando queste piccole e altolocate ribellioni nell'unità di misura del disagio. Non certo della società russa, basta guardare il tenore di vita delle figlie in questione per capire la distanza che le separa dalla vita quotidiana della Russia profonda, ma di quelle élite che devono molto, quasi tutto, al Cremlino.

 

sofia abramovich 6

E che in questi vent' anni di relativa briglia sciolta si sono trasformate in una immagine lussuosa della Russia cosmopolita, che considera ancora Mosca e San Pietroburgo come un affaccio sul resto del mondo al quale sentono di appartenere.

 

Perché a mettere in fila l'elenco delle defezioni dall'ortodossia putiniana emerge il sospetto che si sia davvero aperta una linea di frattura, forse non solo generazionale. Non solo padri allineati e muti contro figlie, e anche qualche figlio, loquaci e dissenzienti.

 

Ma anche giovani che forse parlano a nome e delle loro famiglie, e in qualche modo vengono utilizzati per mandare un messaggio. Non si spiega altrimenti la lista sempre più lunga dei distinguo via social operati dai giovani rampolli dell'oligarchia russa.

 

ksenia sobchak

E l'ultima definizione va presa in senso esteso. Non solo quella economica, ma anche quella politica, che per almeno per cognome dovrebbe appartenere al cerchio ristretto di Putin.

 

Ksenia Sobchak

Prendiamo ad esempio Ksenija Sobchak, popolare conduttrice della televisione statale e di Instagram, professione ufficiale influencer, definita fino a poco tempo fa la Paris Hilton russa per via del suo stile di vita non propriamente sobrio.

 

Una, due, tre volte contro la guerra, con dichiarazioni, post e applausi alla mamma, la senatrice Ljudmila Narusova, una dei due componenti della Duma - su 411 - ad avere espresso la sua contrarietà all'«operazione militare speciale».

 

Ksenia Sobchak, testimonial Samsung

«Sono fiera di lei» ha detto Ksenija. Sempre da Mosca, dove ancora risiede. Suo padre era l'ex sindaco di San Pietroburgo Anatoly Sobchak, scomparso nel 2000, nientemeno che l'uomo sotto la cui ala sono cresciuti Putin e il suo ormai ex alter ego, il sempre fedelissimo Dmitrij Medvedev.

 

Quello che ancora oggi viene considerato come il clan del Cremlino, i cui membri controllano le principali aziende statali, vedi alla voce Gazprom, nasce grazie a lui. L'insistenza della figlia nel proprio «No» sembra quasi sottolineare il fatto che le cose siano cambiate, ormai gli antichi patti di sangue tra padri non valgono più.

 

maria yumasheva

Vale lo stesso per Maria Yumasheva, che di russo ormai ha poco, essendo nata a Londra 19 anni fa, munita com' è di passaporto austriaco e poi russo. Ma è pur sempre la figlia dell'oligarca Valentin Yumashev, ramo immobili, proprietario di buona parte della «City» di Mosca, nonché nipote di Boris Eltsin, che di Putin fu mentore e principale sponsor, anche se i rapporti tra le due famiglie viaggiano spesso a corrente alternata.

 

Nel 2000, Tatjana, la madre di Maria, venne allontanata dallo staff del Cremlino per fare posto a Dmitry Peskov, il portavoce di Putin che cominciò allora la sua ascesa non solo politica, e che oggi si ritrova anch' esso alle prese con una figlia ribelle.

 

maria yumasheva 2

Sono legami all'apparenza indissolubili, sui quali è stata costruita la storia recente della Russia, che oggi alla prova del salto di generazione appaiono meno scolpiti nel marmo di quanto si pensava. In casa di ogni falco sembra annidarsi una colomba.

 

maria yumasheva 1

Anche del più rapace di tutti, come può esserlo il ministro della Difesa Sergej Sojgu, l'uomo che ha assecondato e forse incoraggiato la scelta ucraina. Alexej Stolyarov, marito di Ksenja, la sua seconda figlia, ha risposto agli auguri di compleanno con un messaggio nel quale sostiene che il miglior regalo possibile sarà la pace.

 

Senza ricorrenze da festeggiare, Karina Boguslasvkj ha scritto su Instagram che occorre chiamare «i nostri cari, compagni, amici», chiunque possa porre fine «a questa tragedia». Sembra quasi un messaggio ricolto a papà Irek, deputato di Russia Unita e amico personale di Putin. Se son colombe, un giorno fioriranno. Anche dalle parti del Cremlino.

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...