giancarlo giorgetti matteo salvini mario draghi

"SE CADE IL GOVERNO CI ANDIAMO DI MEZZO TUTTI" – NON SOLO LE IMPRESE DEL NORD E IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA BONOMI CHE L’HA CHIAMATO, ANCHE I MILITANTI LEGHISTI AVVISANO SALVINI – “SE MATTEO SFASCIA TUTTO E ROMPE, CI RIMETTIAMO NOI. LA MIA PENSIONE NON BASTA PIÙ. ANCHE IL PANE ORMAI COSTA TROPPO. FARE OPPOSIZIONE COME FA LA MELONI È FACILE. DOBBIAMO PRENDERE I SOLDI DELL'EUROPA, SONO TEMPI ECCEZIONALI" – "IL CAPITONE" DAL PALCO: “NE HO LE PALLE PIENE DI QUELLI CHE SBARCANO A LAMPEDUSA E PRETENDONO TUTTO”

Niccolò Zancan per la Stampa

 

È già un altro mondo.

MATTEO SALVINI MARIO DRAGHI

Matteo Salvini arriva e non c'è ressa. Camicia di lino fuori dai pantaloni, croce di legno al collo.

 

Tocca i capelli dei bambini che gli chiedono un selfie. Stringe le mani dei due carabinieri e dei due poliziotti di guardia, va in cucina a salutare il cuoco e tutti i camerieri. Fa una battuta a un vecchio militante: «Ah, già il limoncello!». Sono le nove di sera. Cielo arancio. Dal lago trasuda un bruma calda. Parte una canzone di Sabrina Salerno: «Boys boys boys!». È passato un secolo. Tutti i gesti appaiono consumati. «Prima ceno, poi parlerò dal palco», annuncia Matteo Salvini nei giorni cruciali per la sorte del governo.

 

Anche il foglio del menù è marchiato Lega. Patatine fritte, affettati, birra, frittura del Lago. Hanno abbattuto il canestro da basket per fare posto al piccolo palco. C'è la scritta su uno striscione: «Prima il Nord!». E c'è il verde Padania, mica l'azzurro degli anni successivi. «Matteo è uno che è sempre stato con la gente, quindi qualunque cosa deciderà noi saremo con lui» dice Marco Bianchi, 46 anni, operaio di quarto livello ora disoccupato.

GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI MEME

 

«Il tessile del comasco sta soffrendo tantissimo. La mia fabbrica faceva pezzi anche per Armani, ma ha chiuso da un giorno all'altro e ci hanno lasciati a casa. Se cade il governo ci andiamo di mezzo tutti, quindi mi auguro che succeda qualcosa. Forse possono convincere Draghi a ripensarci. Io ho due speranze: aiuti economici per chi sta soffrendo e poi, quando finisce la legislatura, una campagna elettorale fra la gente come ai vecchi tempi del grande Bossi». Martina Carollo e Ilaria Rosso con la maglietta della Lega ultra local, Alberto da Giussano e il profilo del lago, vanno avanti e indietro con i vassoi: un piatto di salamelle e patatine fritte a 7 euro.

CONTE SALVINI

 

C'è, qui, un pezzo di mondo operaio che non ha trovato più casa altrove. Ci sono ragazzi della zona come a una sagra paesana, quelle con le giostre e i calci in culo. Ci sono tutti i politici locali venuti a fare una foto con il segretario. Per esempio, Claudio Vertaggia, 73 anni, pensionato e segretario della Lega a Guanzate: «Fare opposizione come fa la Meloni è facile. Ma io credo che Matteo abbia fatto bene a stare nel governo. Dobbiamo prendere i soldi dell'Europa, sono tempi eccezionali. Io lo vedo quello che chiede la gente sul territorio: tutti vogliono meno tasse, tutti vogliono più certezze e un po' di tranquillità». L'ultimo motoscafo taglia il lago. La Svizzera è dietro alle montagne, la villa di George Clooney lungo la strada per arrivare qui. Ma qui dove?

salvini putin conte

 

C'è Rino Gilardoni, operaio in pensione, 80 anni, che urla mentre dall'impianto impazza Yanez di Davide Van De Sfross: «È un casino. Se adesso Matteo cerca di ricomporre il governo, la Meloni avanza.

Ma se Matteo sfascia tutto e rompe, ci rimettiamo noi. La mia pensione non basta più. Anche il pane ormai costa troppo.

 

Non possiamo perdere tempo». Ma c'è qui anche Luca Bertoncello, 38 anni, tassista d'acqua: «Speriamo che parli bene!

Dobbiamo andare subito alle elezioni. Ma immediatamente.

Dobbiamo toglierci dalle palle 'sti comunisti e poi, subito dopo, devono mettere in sicurezza il Paese». È lui, a farci caso, il primo a pronunciare la parola feticcio della Lega. Ma anche questo è un riflesso di un tempo che non esiste più. «Il lago è vuoto. Manca l'acqua. Servono piani d'emergenza per mettere in sicurezza il lavoro, il turismo, tutta la nostra economia. E i giovani devono darsi una mossa, basta regalare soldi con il reddito di cittadinanza».

 

salvini draghi

«Lezzeno Comune video sorvegliato», 2 mila abitanti. Dopo due anni di rinunce per colpa della pandemia, questa che va in scena è la ventennale festa della Lega. Il campetto da basket è mezzo vuoto. Due ragazzi vendono i gadget della Lega Giovani. Una maglietta con scritto: «Omofobi, squadristi, sciacalli, nazisti, trogloditi, barbari, bastardi, grezzi, populisti Semplicemente liberi». Un accendino comasco con apri bottiglia annesso: 3 euro.

 

Non è una festa triste, ma nemmeno c'è allegria. È una festa stanca. «A far l'amore comincia tu, ahahaha». «People from Ibiza». Salvini si apparta davanti al lago per parlare al telefono con Berlusconi. «Tranquillo mamma sono qui che sto shakerando». Nugoli di zanzare, il vino rosso, le capriole sui gonfiabili, un altro selfie con Matteo. E poi un fischio dall'impianto. «Ringraziamo tutti! Ci attendono momenti difficili. Mi raccomando, sorridere e non mollare mai, fra poco il nostro segretario!». Sfilano sul palco sette amministratori locali. Solo uno cita «i migranti».

 

MATTEO SALVINI IN SENATO APPLAUDE DRAGHI

L'eurodeputata Isabella Tovaglieri: «Lo sviluppo ambientale senza lo sviluppo del nostro territorio è nulla. Noi siamo il vero contrappeso alle follie green della sinistra e dei 5 Stelle. Abbiamo bisogno del vostro supporto. Viva Lezzeno! Viva la Lega! Viva Matteo Salvini!». «Finalmente!», annunciano al microfono. Due telecamere. «Grazie di cuore, è qui che devo essere. Perché questa è l'Italia più vera. Questa dei paesi.

 

Questa dei gonfiabili, questa delle famiglia. Delle mamme e dei papà, con i ragazzi che si divertono in maniera sana e non con le canne e con le droghe come qualcuno vorrebbe in Parlamento. Guai! È la morte». E dopo la droga, la cittadinanza. E subito dopo, un vecchio cavallo di battaglia: «Ne ho le palle piene di quelli che sbarcano a Lampedusa e pretendono tutto!». Ma il rumore dei giochi sui gonfiabili copre quello degli applausi. L'ultima frase dal palco: «Voteremo solo e soltanto per il bene degli italiani».

SALVINI DRAGHISALVINI DRAGHI

Ultimi Dagoreport

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....