raffaele volpi

RAFFAELE VOLPI SI È DIMESSO DA PRESIDENTE DEL COPASIR. LASCIA ANCHE L’ALTRO DEPUTATO LEGHISTA MEMBRO DEL COMITATO DI CONTROLLO SUI SERVIZI, PAOLO ARRIGONI - SALVINI CHIEDE “L’IMMEDIATA APPLICAZIONE DELLA LEGGE, CHE PREVEDE L’ASSEGNAZIONE ALL’OPPOSIZIONE DI 5 COMPONENTI SU 10, TRA CUI SCEGLIERE IL PRESIDENTE”. È OVVIAMENTE UNA FORZATURA, VISTO CHE L’UNICO PARTITO CHE NON È IN MAGGIORANZA È FRATELLI D’ITALIA E CHE PD E CINQUE STELLE DIFFICILMENTE ACCETTERANNO DI CONSEGNARE METÀ DEL COMITATO ALLA MELONI…

Francesco Bechis per www.formiche.net

 

RAFFAELE VOLPI

La Lega abbandona il Copasir, il comitato di controllo dei Servizi segreti. Il presidente Raffaele Volpi e il deputato Paolo Arrigoni hanno rassegnato questa mattina le loro dimissioni, anticipate dal leader Matteo Salvini, “noi le depositiamo, non le annunciamo”. Si chiude così un primo capitolo di uno stallo durato tre mesi con Fratelli d’Italia che reclamava la presidenza, ai sensi della legge 124 del 207 che la assegna a una forza politica di opposizione.

 

“La Lega da ora pretende l’immediata, integrale applicazione della legge 124 del 2007 che prevede l’assegnazione all’opposizione di 5 (cinque) componenti su 10 (dieci) tra cui poter scegliere l’eventuale Presidente”, si legge in un comunicato del Carroccio. Un monito alle altre forze politiche: se si deve rispettare la legge, si segua alla lettera il testo della 124. Che include una previsione evidentemente difficile da far accettare a Pd e Cinque Stelle: affidare metà dei componenti all’opposizione, cioè a Fdi. Un’evidente forzatura che consegnerebbe metà del comitato di Palazzo San Macuto.

 

ADOLFO URSO GIORGIA MELONI

“I Componenti della Lega nel Copasir non parteciperanno alla votazione di nessun Presidente fino alla completa applicazione della legge e si attendono istantanee dimissioni di tutti gli altri componenti del Comitato al fine di consentire ai Presidenti di Senato e Camera le conseguenti valutazioni, riconfermando che gli stessi Presidenti avevano dichiarato completamente legittima sia la composizione del Comitato sia la sua presidenza”, continua il comunicato leghista. “Ora attendiamo le dimissioni di tutti gli altri componenti e la nomina di un altro comitato”, rincara Salvini.

 

giuseppe conte raffaele volpi

La mossa leghista segue a stretto giro un comunicato dei componenti di Pd (Enrico Borghi) e Cinque Stelle (Federica Dieni, Francesco Castiello, Maurizio Cattoi) che annunciava l’abbandono dei lavori “al fine di porre il Comitato al di fuori delle ripercussioni politiche e ripristinare quanto stabilito dal comma 3 dell’articolo 30 della medesima normativa”.

 

Mercoledì sera perfino Giuseppe Conte, ex premier e capo in pectore di un turbolento Movimento Cinque Stelle, è uscito allo scoperto con un tweet a difesa di Fdi. “Non si può più tergiversare: la presidenza del Copasir spetta all’opposizione. Così prevede la legge del 2007 per garantire i diritti della minoranza e l’equilibrio dei poteri e delle funzioni di controllo”.

PAOLO ARRIGONI

 

L’all-in di Salvini mette i partiti di fronte a una scelta non facile. Nessuno è infatti disposto a lasciare cinque seggi al partito di Giorgia Meloni. Ma proseguire i lavori senza i componenti della Lega potrebbe esporre la maggioranza a un pericoloso fuoco di fila. L’unica soluzione passa da un tavolo politico del centrodestra, su cui mettere pesi e contrappesi, dal Copasir alle elezioni amministrative, finite in un pantano non molto diverso dopo i niet di Gabriele Albertini a Milano e Guido Bertolaso a Roma.

 

marco mancini e matteo renzi

Certo è che lo stallo non può durare ancora a lungo. Dal Quirinale hanno già fatto filtrare l’irritazione del capo dello Stato Sergio Mattarella per uno scontro politico che dovrebbe rimanere al di fuori del comitato di controllo dell’intelligence. Peraltro alle prese, in queste settimane, con dossier a dir poco scottanti. Su tutti l’incontro svelato da Report fra il leader di Italia Viva Matteo Renzi e il caporeparto del Dis Marco Mancini in un Autogrill, lo scorso dicembre, nel mezzo della partita per le nomine ai vertici delle agenzie.

giorgia meloni e matteo salvini foto di bacco

 

Prima del terremoto di questa mattina, il comitato è riuscito ad approvare la richiesta di un’indagine interna al Dis ai sensi dell’articolo 124 del 2007 per scoprire se e come gli incontri di Mancini siano stati approvati dai vertici del Dipartimento. Il voto non era scontato e ha richiesto una mediazione per vincere i tentennamenti dei Cinque Stelle. Sulla materia comunque è in arrivo una direttiva del sottosegretario di Stato con delega all’Intelligence e alla Sicurezza Franco Gabrielli.

raffaele volpiGIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI BY GIANBOY

 

 

raffaele volpisalvini meloniRAFFAELE VOLPI

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?