federico rampini donald trump

RAMPINI SCATENATO – “GLI ECONOMISTI HANNO INCOLPATO TRUMP DI PRECIPITARE IL MONDO IN UN’APOCALISSE E INVECE NON È SUCCESSO NULLA DI CATASTROFICO” – “MACRON? HA UN TALENTO SPECIALE PER METTERSI TUTTI CONTRO ANCHE QUANDO HA RAGIONE” – LE PAURE SULL’EUROPA CHE SI VENDE ALLA CINA E L’IDEOLOGIA SBAGLIATA DELLA TECNOCRAZIA: “LA FEDERAL RESERVE HA TRA I SUOI OBIETTIVI LA CRESCITA DELL’OCCUPAZIONE, LA BCE NO…”

Silvia Truzzi per “il Fatto Quotidiano”

 

FEDERICO RAMPINI - LA SECONDA GUERRA FREDDA

La seconda guerra fredda è l' ultimo libro di Federico Rampini, una delle poche voci controcorrente di un dibattito pubblico immiserito dagli slogan, svuotato dai tabù, ucciso dal politicamente corretto, in cui i portatori di tesi "altre" vengono ridicolizzati da chi non ha competenze né titoli, ma ha dalla propria il mainstream. La tesi del libro è che l' ordine del mondo è destinato a cambiare, perché la "Chimerica" (acronimo di China+America) si è rivelata una chimera: "La simbiosi tra la fabbrica del mondo (cinese) e il suo mercato di sbocco (gli Usa)" non c' è più.

 

La politica economica di Trump è stata demonizzata dalla maggioranza degli osservatori: in realtà l' economia Usa non va male.

Trump ha capito che la globalizzazione come l' abbiamo conosciuta negli ultimi trent' anni non è più sostenibile: regole asimmetriche negoziate per integrare la Cina quando era povera e arretrata, la favoriscono in modo inaccettabile ora che è una superpotenza, in grado di sorpassare l' Occidente nelle tecnologie avanzate. Trump ha fatto sue le critiche che erano anche della sinistra americana, in difesa della classe operaia impoverita dal libero scambio.

 

Ormai i Democratici Usa danno ragione a Trump sulla Cina.

federico rampini foto di bacco (2)

Il contenzioso commerciale è solo un piccolo aspetto della nuova guerra fredda che investe tecnologie, spionaggio, espansionismo neo-coloniale, corsa al riarmo, più un vero scontro di civiltà tra modelli politici alternativi.

donald trump xi jinping

 

Ha scritto che il 2019 è stato "un altro anno nero per gli economisti. È una categoria dalle responsabilità enormi. Se nel mondo soffia il vento del populismo, la colpa è anche loro, in misura sostanziale". Perché?

La guerra dei dazi è un buon esempio: la stragrande maggioranza degli economisti ha incolpato Trump di precipitare il mondo in un' Apocalisse. Il protezionismo doveva scatenare recessione; il conto dei dazi lo paga il consumatore. Abbiamo ormai quasi due anni di dazi alle spalle, e fino all' ultima tregua Usa-Cina sono stati massicci.

 

xi jinping

Nulla di catastrofico è accaduto, anzi: l' inflazione Usa è ferma al 2%, la crescita è robusta, il mercato del lavoro è vicino alla piena occupazione. Ma i Premi Nobel alla Paul Krugman continuano a ripeterci che l' Armageddon è dietro l' angolo. Mai una previsione azzeccata. Non videro la crisi del 2008, in compenso ne hanno "viste" tante altre che non ci sono state. Autocritiche? Poche. Supponenza, tanta In questa nuova guerra fredda, noi che fine faremo?

FEDERICO RAMPINI DONALD TRUMP

 

È giustificato l' allarme per le incursioni cinesi in Italia?

Nella seconda guerra fredda, come nella prima, ricavarsi spazi di autonomia sarà un esercizio ad alto rischio. Il mondo va verso un nuovo bipolarismo, America e Cina usano linguaggi diversi ma entrambe ci chiedono di scegliere da che parte stare. L' allarme sui porti di Genova e Trieste è giustificato. Meno legittime sono le critiche che Bruxelles e Berlino rivolsero a Conte quando firmò il Memorandum sulle Vie della Seta: il gesto simbolico forse fu incauto, ma la Germania si è venduta ai cinesi molto prima di noi e in maniera più sostanziale. L' Europa avrebbe bisogno di regole comuni per filtrare gli investimenti cinesi. Non le ha, questo apre varchi sia alla penetrazione di Xi Jinping sia ai ricatti americani.

 

conte xi jinping

Nel libro scrive che la globalizzazione non è irreversibile. Cosa vuol dire concretamente?

La globalizzazione è una costruzione politica, non un fenomeno naturale. Cina e India, le due nazioni più popolose del pianeta, non ne hanno mai abbracciato la versione neoliberista. Il protezionismo americano è la reazione tardiva a un protezionismo cinese ben più determinato. La simbiosi economico-finanziaria America-Cina creò un equilibrio temporaneo ma precario, che si rompe quando Pechino aspira all' egemonia.

giuseppe conte e donald trump al vertice nato di londra 2

 

All' indomani del referendum sulla Brexit una larga fetta di opinione pubblica progressista chiedeva di rivotare, gridava all' apocalisse, anzi al genocidio: un' intera generazione era stata uccisa nelle urne. Pensosi editoriali sulla fine del sogno europeo, addio Interrail, Erasmus

 

L' apocalisse, lei scrive, non c' è stata. E tuttavia i commentatori non si rimangiano le sciocchezze che ci rifilano.

globalizzazione1

Già all' indomani del primo voto, nel 2016, Londra doveva sprofondare nel Mare del Nord, stando agli economisti e a tutti coloro che ne maneggiano le previsioni. A furia di ripeterlo, l' establishment e tanti opinionisti si sono auto-convinti che il Regno Unito era in una crisi spaventosa e che gli elettori si erano accorti dell' errore del 2016.

 

Tornati alle urne poche settimane fa, quelli non si sono affatto ravveduti. Le élite si consolano da sole: il popolo è rozzo, ignorante, incapace di prendere decisioni lungimiranti. Guarda caso, questo lo pensano anche Putin, Erdogan e Xi Jinping.

 

federico rampini antonello caporale foto di bacco

Lei punta il dito contro i tecnocrati che "hanno imposto all' Eurozona i parametri inflessibili del Patto di Stabilità, infliggendole un decennio di stagnazione". La colpa non è anche della politica che si è consegnata mani e piedi a organismi privi di rappresentanza?

La critica contro il Patto di Stabilità e l' ideologia dell' austerity fu a lungo un patrimonio del pensiero neo-keynesiano e quindi della sinistra. Poi venne dimenticata quando la sinistra di governo voleva legittimarsi a Bruxelles.

 

globalizzazione

Il trasferimento di potere decisionale verso organi tecnocratici è una tradizione che risale all' autonomia delle Banche centrali, per isolare la politica monetaria dal ciclo elettorale. Ha una logica ma va maneggiata con cura e a piccole dosi, perché ogni perdita di sovranità intacca la democrazia, allontana il potere dai cittadini, crea dei poteri separati auto-referenziali. Se poi questi poteri finiscono intrappolati nell' ideologia sbagliata, è un disastro. La Federal Reserve americana ha la crescita dell' occupazione tra i suoi obiettivi istituzionali, la Bce no.

MACRON PIFFERAIO

 

La Francia sciopera da 25 giorni contro la riforma delle pensioni di Macron: che ne pensa?

Macron ha un talento speciale per mettersi tutti contro anche quando ha ragione.

 

Tre anni fa lei ha detto: "Siamo stati troppo a lungo la cassa di risonanza di proiezioni fatte dagli uffici studi delle Banche centrali o di Goldman Sachs e amplificavamo questi messaggi rassicuranti, mitologici su una globalizzazione felice per tutti e anche su una società multietnica che doveva essere un paradiso terrestre dell' armonia". La sua autocritica è rimasta una voce isolata. Si è chiesto perché?

federico rampini foto di bacco (1)

Ogni volta che ho presentato il mio libro La notte della sinistra (che contiene quelle autocritiche, ndr) in luoghi frequentati da elettori del Pd, mi hanno colpito le manifestazioni di consenso. La frase più frequente: era ora che qualcuno dicesse queste cose. Non mi sento isolato. Anche in America quando partecipo a dibattiti su questi temi sento serpeggiare una ribellione di massa contro il politically correct.

Ultimi Dagoreport

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)