mike pompeo bibi benjamin netanyahu mohammed bin salman

UN REGALINO DI BENVENUTO PER SLEEPY JOE - L'ASSASSINIO DEL CAPO DEL PROGRAMMA NUCLEARE IRANIANO È STATO UN ''BLITZ ISRAELIANO COORDINATO CON TRUMP PER OSTACOLARE IL NUOVO PRESIDENTE'', DICE L'ANALISTA DANIEL PIPES - C'È ANCHE LO ZAMPONE DEL PRINCIPE SAUDITA MOHAMMED BIN SALMAN, CHE HA INCONTRATO NETANYAHU SUL MAR ROSSO E VUOLE TROVARE UN ACCORDO SU GERUSALEMME PER CONTROLLARE I TRE LUOGHI SACRI DELL'ISLAM

BENJAMIN NETANYAHU JOE BIDEN

1. PIPES: "BLITZ ISRAELIANO COORDINATO CON TRUMP PER OSTACOLARE BIDEN"

Francesco Semprini per ''la Stampa''

 

«Credo si tratti di un'azione israeliana coordinata con gli Stati Uniti. Donald Trump vuole fare terra bruciata attorno a Joe Biden in vista di una sterzata nei rapporti tra Washington e Teheran». Questa è la lettura dell'uccisione di Mohsen Fakhrizadeh-Mahabadi, da parte di Daniel Pipes, presidente del Middle East Forum.

 

Che idea si è fatto di quanto accaduto?

«Israele ha dimostrato in passato di avere gli strumenti e le capacità per poter condurre operazioni di questo genere specie proprio in Iran».

 

mohsen fakhrizadeh mahabadi

A cosa si riferisce in questo caso?

«Immagino che in questo caso sia stata utilizzata il canale azero. Il governo di Baku ha un ottimo rapporto con Israele dal quale fra l'altro riceve forniture militari importanti e questo consente all'intelligence dello Stato ebraico di aver conoscenza del territorio azero. L'Azerbaijan è legato all'Iran visto che la popolazione è, per la maggior parte, musulmana sciita. Questo garantisce i buoni rapporti con Teheran e l'accesso ai territori della Repubblica islamica. E questo è un ottimo ponte per gli 007 israeliani, un vantaggio tattico per condurre questo genere di operazioni».

 

Come possiamo inquadrare questa operazione qualora fosse accertata la matrice israeliana?

netanyahu parla di mohsen fakhrizadeh mahabadi

«Nella ferma volontà di Israele di neutralizzare gli sforzi degli ayatollah di dotarsi di una bomba atomica. Volontà che vede Israele agire da quattro anni in piena sintonia con l'amministrazione Trump. È chiaro che tutta la politica del 45° presidente Usa nella regione mediorientale è volta a indebolire e isolare la Repubblica islamica. E questo è stato possibile grazie alla triangolazione con Israele e le monarchie sunnite del Golfo che ha poi prodotto gli accordi di Abramo».

 

Da gennaio però alla Casa Bianca ci sarà Joe Biden

«E infatti gli sforzi di Trump sono tesi a rendere il più complicato possibile al successore cambiare il corso delle relazioni con l'Iran».

 

Pensa che Biden tenterà di riaprire la partita del nucleare puntando a rientrare nel Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa)?

 

netanyahu parla di mohsen fakhrizadeh mahabadi

«In tutta onestà credo che rientrare nel Jcpoa sarebbe assai difficile per gli Usa. Il prezzo da pagare è troppo alto perché le condizioni poste da Teheran sarebbero davvero gravose. Ne deriverebbe un danno a livello strategico ma anche di immagine per Washington. Credo che l'amministrazione Biden si muoverà sulla linea della diplomazia in vista di una progressiva de-escalation delle tensioni tra i due Paesi. Cosa questo comporterà in termini di concessioni e impegni non lo so, bisognerà vedere quali tipo di rinunce fattuali vorrà fare l'Iran».

mike pompeo benjamin netanyahu

 

Però all'insediamento di Biden mancano 53 giorni.

« E credo che Trump li utilizzerà tutti per far progredire l'agenda sul contrasto allo sviluppo dell'arma atomica da parte di Teheran in coordinamento con Israele. E al contempo di fare terra bruciata attorno a Biden in vista del suo arrivo, per complicare ogni cambio di passo, a partire proprio dal dossier sul nucleare iraniano».

 

 

2. IL PATTO FRA NETANYAHU E I SAUDITI SULLA SPIANATA DELLE MOSCHEE

Giordano Stabile per ''La Stampa''

benjamin netanyahu, donald trump e i ministri degli esteri di barhein e emirati arabi uniti

 

C'era un convitato di pietra all'incontro fra Benjamin Netanyahu e il principe Mohammed Bin Salman, domenica scorsa sul Mar Rosso. Ed era il re di Giordania Abdullah. Il primo faccia a faccia fra un premier israeliano e un reale della Casa dei Saud, in terra d'Arabia, ha fatto suonare l'allarme nei palazzi di Amman. Il vertice potrebbe spalancare le porte alla pace fra il Regno saudita e lo Stato ebraico. Ma dal punto di vista del sovrano hashemita contiene una polpetta avvelenata.

 

benjamin netanyahu mohammed bin salman

E cioè la sorte della custodia dei luoghi santi musulmani a Gerusalemme, in particolare la moschea di Al-Aqsa, la terza più sacra nel mondo islamico perché l'ultima dove ha pregato Maometto prima di ascendere al cielo. Il principe ereditario di Riad, è il sospetto, ha posto come condizione per «normalizzare» i rapporti con Israele un cambio dello status in vigore dal 1967, che pone la gestione della Spianata delle moschee nelle mani di una fondazione, o Waqf, finanziata da Amman.

 

Per re Abdullah sarebbe un colpo al cuore della sua legittimità, in quanto hashemita e 41°discendente diretto del Profeta. Il duello va avanti da oltre un secolo, quando il tenente Thomas Edward Lawrence, detto d'Arabia, cavalcava a fianco di Faisal, fratello del bisnonno dell'attuale sovrano. Allora gli hashemiti governavano la Mecca e Medina e sognavano un grande regno da Damasco al Mar Rosso, sulle macerie dell'impero ottomano. Queste erano le promesse di Lawrence, all'oscuro dei piani di Londra, degli accordi di Sykes-Picot fra Gran Bretagna e Francia.

mohsen fakhrizadeh mahabadi

 

Alla fine agli hashemiti toccarono due Stati più piccoli, l'Iraq e la Giordania, ma finirono per perdere le moschee in Arabia, soppiantati dal nuovo alleato preferito dei britannici, i Saud. Una dinastia che non può vantare i natali degli hashemiti ma che dal 1931, anno di fondazione dell'Arabia Saudita, si fregia del titolo di «custode delle due sacre moschee». Manca la terza per scalzare una volta per tutte i rivali. Bin Salman ha in serbo una proposta: oggi l'intera Spianata, e non solo Al-Aqsa e la Cupola della roccia, è considerata una «moschea». Il che impedisce agli ebrei di pregare su quello che per loro è il Monte del Tempio, dove sorgeva il Tempio di Salomone.

 

RE ABDULLAH DI GIORDANIA

Il sospetto è che il principe sia disposto ad accontentarsi delle moschee in senso stretto, e a lasciare spazio al culto ebraico. Mbs ha già acconsentito al piano di pace di Trump, che dava tutta Gerusalemme agli israeliani e concedeva ai palestinesi il misero sobborgo di Abu Dis. Per i giordani è «capace di tutto» e mercoledì il ministero degli Esteri ha rilasciato una dichiarazione furibonda contro i «tentativi di alterare lo status quo storico e legale di Al-Aqsa» e ribadito che «il Regno continuerà i suoi sforzi per proteggere la moschea e preservare i diritti di tutti i musulmani su di essa».

 

Fuoco di sbarramento, confortato dalla telefonata del presidente eletto Joe Biden a re Abdullah di Giordania, primo leader arabo a essere contattato. Ma c'è ancora il rischio di un colpo di coda.

 

 

BENJAMIN NETANYAHU DONALD TRUMP

 

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…