RENZI NON SALVA SALVINI. O FORSE SÌ – INCASSATE LE NOMINE DI MARATTIN E PAITA COME PRESIDENTI DI COMMISSIONE, LE PATTUGLIE DI “ITALIA VIVA” POTREBBERO VOTARE SÌ AL PROCESSO AL LEADER DELLA LEGA SUL CASO ‘OPEN ARMS’. O ALMENO COSÌ SEMBRAVA, FINCHÉ FARAONE NON HA SGANCIATO IL SILURO: "C'È UNA RESPONSABILITÀ OGGETTIVA DELL'INTERO GOVERNO". CIOÈ ANCHE DI CONTE – IL CAPITONE ALLE VONGOLE E I LEGHISTI NON CREDONO PIÙ RENZI: “È UN VENDITORE DI TAPPETI"

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OPEN ARMS, FARAONE: RESPONSABILITÀ OGGETTIVA DI INTERO GOVERNO, NON SOLO SALVINI

(LaPresse) - "Dalle carte abbiamo visto e approfondito che c’è una responsabilità oggettiva, secondo noi, dell’intero governo ….. Io non credo che allora il comportamento esclusivamente sbagliato fosse soltanto quello di Salvini. Allora quel comportamento sbagliato era di un governo”. Questa le parole del senatore Davide Faraone, capogruppo al Senato di Italia Viva, ad Agorà Estate Rai Tre, condotto da Roberto Vicaretti, sul caso Open Arms

 

RENZI HA DECISO: VOTO CONTRO SALVINI

Amedeo la Mattina per “la Stampa”

SALVINI E RENZI SALVINI E RENZI

 

Oggi Matteo Renzi prenderà la parola nell' aula di Palazzo Madama per dire che i suoi senatori voteranno sì al processo a carico di Matteo Salvini per il caso Open Arms. Dopo settimane passate con le carte coperte, a ripetere che prima bisogna leggere i documenti dei magistrati, l' ex premier fa la sua mossa e non rompe il fronte dalla maggioranza.

 

Ed è la stessa decisione presa per l' altra vicenda dei migranti, quella del presunto sequestro sulla nave Gregoretti ai tempi del primo governo Conte. Anche in quel caso ci fu il via libera del Senato per il processo a carico dell' ex ministro dell' Interno chiesto dai magistrati siciliani.

 

migranti a bordo della open arms migranti a bordo della open arms

Salvini non ha mai creduto all' assist di Renzi. Lo considera un «opportunista». E ieri, ai giornalisti che gli chiedevano se avesse fatto un appello ai senatori di Italia Viva e al leader di questo partito che si è sempre definito garantista, il leader leghista ha risposto in maniera tranchant di non avere appelli da fare. Ai suoi fedelissimi ha confidato: «Non mi aspettavo e non mi aspetto nulla da lui. È un venditore di tappeti». I leghisti spiegano che nessuno si può fidare di lui: «La verità è che a Renzi del merito della questione non interessa un c... È un garantista a parole, un giocatore delle tre carte».

matteo salvini con le manette matteo salvini con le manette

 

I voti renziani sono l' ago della bilancia che tiene in piedi il governo Conte e negli ultimi tempi l' ex sindaco di Firenze ha usato parole positive e "costruttive" nei confronti del presidente del Consiglio, soprattutto dopo il successo italiano della trattativa a Bruxelles sul Recovery Fund. Senza i suoi 18 senatori non sarebbe possibile raggiungere quota 160, cioè la maggioranza qualificata necessaria per l' autorizzazione a procedere.

 

maria elena boschi e luigi marattin maria elena boschi e luigi marattin

Salvini era convinto che alla fine quella di Renzi fosse tutta una messinscena per trattare su più tavoli, anche sulle presidenze delle commissioni parlamentari che hanno visto ieri la maggioranza traballare vistosamente. Ma l' obiettivo del leader di Italia Viva era portare innanzitutto Luigi Marattin e Raffaella Paita alla presidenza delle commissioni Finanze e Trasporti della Camera.

 

Due commissioni strategiche, soprattutto la prima dove passano tutti i provvedimenti economici e si giocheranno molte delle misure legate al discostamento di bilancio di 25 miliardi e tutto quello che a cascata arriverà dall' Europa del Recovery Fund. Anche la commissione trasporti è nevralgica, visto che molte delle decisioni sulle infrastrutture arrivano sul tavolo del presidente.

RAFFAELLA PAITA RAFFAELLA PAITA

 

I renziani negano ovviamente che il sì all' autorizzazione a procedere sia legato a queste due presidenze, ma piuttosto esprimono grande soddisfazione per un altro fatto accaduto ieri in Parlamento: nella risoluzione di maggioranza sul Piano nazionale per le riforme, approvato con una robusta maggioranza di 170 voti, c' è scritto nero su bianco «l' impegno» del governo a utilizzare «gli strumenti già resi disponibili dall' Ue». In altre parole, non solo il Recovery Fund, ma anche il fondo Sure, le risorse della Bei e proprio il Mes, la bestia nera dei 5 Stelle.

migranti si tuffano dalla open arms migranti si tuffano dalla open arms

 

Insomma, Renzi non ha motivo in questo momento di rompere le uova nel paniere a Conte, anche perché ha pure ottenuto di mettere su un binario morto la riforma elettorale proporzionale con lo sbarramento al 5%, percentuale al momento fuori dalla portata di Italia Viva. Così, i suoi 18 voti oggi peseranno nel mandare a processo Salvini.

Sono determinanti visto che al Senato Lega, Forza Italia e FdI sommano 135 senatori. Con la mini-componente «Idea e Cambiamo» (Gaetano Quagliariello, Paolo Romani e Massimo Berutti) i voti pro-Salvini arrivano a 138. Nel Misto, oltre a Gianluigi Paragone, anche Saverio De Bonis è orientato a votare contro l' autorizzazione. E siamo a 140 a cui dovrebbero aggiungersi due esponenti delle Autonomie Locali (gli altoastesini Meinhard Durnwalder e Dieter Steger).

matteo renzi luigi marattin maria elena boschi matteo renzi luigi marattin maria elena boschi

Se si fosse sommata, appunto, la pattuglia di Renzi si sarebbe arrivati al numero fatidico di 160 senatori.

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