benetton united colors of 5 stelle

LA REVOCA IMPOSSIBILE - MARCELLO SORGI: ‘’FATTI FUORI I BENETTON, CHI DOVRÀ GESTIRE LA RETE AUTOSTRADALE? L'ANAS, CHE NON È IN GRADO E NON NE VUOL SAPERE? LA CASSA DEPOSITI E PRESTITI, CHE SI CANDIDA AD AVERE LA MAGGIORANZA DELLA SOCIETÀ AUTOSTRADE? E CON QUALI FONDI? DELLO STATO, CHE NON RIESCE A FAR FRONTE ALLA CRISI ECONOMICA POST-VIRUS? DELLE BANCHE MEZZE SBANCATE E PERENNEMENTE SOTTO ACCUSA? DEI PRIVATI IN FUGA O IN PROCINTO DI FUGA DALL'ITALIA IN CUI SE VINCI UNA GARA, LA VITTORIA È REVERSIBILE?’’

Marcello Sorgi per “la Stampa”

marcello sorgi a l'aria che tira 1

 

Promessa ormai da due anni da Di Maio come punizione per il crollo del Ponte di Genova, la revoca della concessione autostradale ai Benetton alla fine non ci sarà. Si delinea un compromesso che potrebbe vedere gli imprenditori sotto inchiesta per la tragedia in cui persero la vita 43 persone scendere sotto la maggioranza nella Società Autostrade, e il governo subentrare in una gestione mista pubblica-privata.

 

autostrade benetton

Un passo indietro a cui avrebbe contribuito anche la sentenza della Corte costituzionale di mercoledì, sfavorevole alla famiglia veneta. Che l'inchiesta giudiziaria abbia confermato i dubbi del giorno dopo, sulla mancata o inadeguata manutenzione di un tratto autostradale nevralgico come lo snodo di Genova, purtroppo è un dato di fatto.

 

fratelli benetton

Il procuratore Cozzi, che ha condotto le indagini, ha detto lunedì in un'intervista al programma tv "Sette Storie" che «quel ponte poteva cadere in ogni momento». E ha aggiunto che le vittime avrebbero perfino potuto essere di più e additando come colpevoli i gestori della rete viaria. Ma di qui a estromettere i Benetton, prima dell'inizio del processo che molto probabilmente li vedrà imputati, ne corre.

 

AUTOSTRADE

E Conte, da avvocato, è il primo a saperlo. Così nell'ultimo anno, pur non smentendo la durezza dei suoi alleati grillini, ha cercato una composizione con gli imprenditori che dal 1999 (e fino al 2042, stando alla concessione firmata con lo Stato) gestiscono la maggior parte delle autostrade italiane, con profitti mai visti e una cura delle stesse assolutamente insufficiente.

 

liguria code in autostrada

L'avvento delle autostrade, costruite a tempi di record a cominciare da quella del Sole, tra i Sessanta e i Settanta, fu un salutare passo avanti nella modernizzazione di un Paese arcaico e collegato ancora dalle antiche vie consolari romane o da viottoli e tortuosità che ripercorrevano antichi tratturi destinati a carri a trazione animale.

 

Aver lasciato andare in malora questo fondamentale strumento di progresso, averlo visto deteriorare, ricoprirsi di toppe malmesse, interruzioni, incerti cartelli d'allarme sbiaditi, è stata invece una responsabilità gravissima. Che per la verità non si può scaricare esclusivamente sui Benetton, e nemmeno sul governo incapace di liberarsene.

 

SALERNO REGGIO CALABRIA1

Sono tutti colpevoli: dagli ultimi, paralizzati, esecutivi della Prima Repubblica, a quelli della Seconda, Berlusconi, e prima di lui Ciampi, che avviarono le privatizzazioni (sacrosante!) delle grandi imprese di Stato, compresa la Società Autostrade, Prodi che la implementò in condizioni di bilancio pubblico da bancarotta, e poi Dini, D'Alema, Amato, fino a Monti, Letta, Renzi e ai giorni nostri, passando per l'eredità trentennale della Salerno-Reggio Calabria e per i numerosi ministri dei Lavori pubblici che avrebbero dovuto vigilare e non lo fecero o non lo fecero abbastanza.

 

pietro lunardi, gian maria gros pietro, silvio berlusconi, gilberto benetton e vito gamberale

Inoltre, chi sia interessato a capire quale sia la considerazione che i 5 stelle hanno delle strade, si faccia un giro per la Roma della Raggi. Un governo serio dovrebbe dire chiaramente alcune cose evidenti: la Liguria è in condizioni di emergenza da almeno due decenni senza che nessuno, sindaci che a Genova hanno perso il posto per acquazzoni divenuti alluvioni, amministrazioni regionali di diverso segno ma egualmente senza soldi, ministri locali incapaci, siano riusciti a invertire la tendenza.

 

Prendersela solo con i Benetton, dopo aver cercato di rovinarli con il decreto che ha ridimensionato da 23 a 7 miliardi la penale che il governo dovrebbe pagare per la loro estromissione, si può, specie dopo la sentenza della Consulta che ne ha implicitamente aggravato le colpe.

luigi di maio domenico arcuri fabrizio palermo

 

Ma al prezzo di un contenzioso che potrebbe rivelarsi infinito. Di qui le ragioni del compromesso che si delinea. Poi, però, occorrerà rispondere a qualche domanda: fatti fuori loro, chi dovrà gestire la rete autostradale? L'Anas, che non è in grado e non ne vuol sapere? La Cassa Depositi e Prestiti, che si candida a conquistare la Società Autostrade?

 

E chi bandirà gli appalti necessari per la manutenzione e con quali fondi? Dello Stato, che non ne ha e non riesce a far fronte alla crisi economica post-virus? Dell'Europa, che li presterebbe a condizioni giudicate inaccettabili come il Mes? Del governo giallo-rosso per metà ostile alle Opere pubbliche e convinto che gli appalti siano soltanto sinonimo di corruzione?

LA LETTERA DI PAOLA DE MICHELI A GIUSEPPE CONTE E BUCCI SUL PONTE DI GENOVA

 

Delle banche mezze sbancate e perennemente sotto accusa? Dei privati in fuga o in procinto di fuga dall'Italia in cui se vinci una gara, la vittoria è reversibile? E nel frattempo, che si fa? Si mette un bel cartello a Ventimiglia per bloccare il traffico già rallentato allo spasmo in questi giorni dal tardivo risanamento delle gallerie? Si organizza una deviazione per camion e merci? Si chiude, punto e basta?

 

Forse Conte avrebbe dovuto capire che la revoca dei Benetton, in bocca a Di Maio, era solo una parola d'ordine per la prossima campagna elettorale in Liguria.

conte ponte genovagiuseppe conte paola de micheli ponte genovaGIUSEPPE CONTE ALL INAUGURAZIONE DEL PONTE DI GENOVA

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”