giorgia meloni migranti

IL RICHIAMO DELLE URNE: GIORGIA SI GIOCA LA CARTA DEI MIGRANTI – LA MELONI PRESENTA UN ESPOSTO ALLA PROCURA ANTIMAFIA, DENUNCIANDO CHE DIETRO IL “CLICK DAY” E IL DECRETO FLUSSI CI SAREBBE UNA GIGANTESCA TRUFFA PER AGGIRARE LE REGOLE E FAR ENTRARE "LEGALMENTE" IN ITALIA DECINE DI MIGLIAIA DI IMMIGRATI: “LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA SI È INFILTRATA NELLA GESTIONE DELLE DOMANDE” – LA DUCETTA VUOLE METTERE MANO ALLA BOSSI-FINI, INASPRENDO LE REGOLE - IL BLITZ IN ALBANIA PER CAMUFFARE I RITARDI NEL PROTOCOLLO DI RIMPATRIO

1 - IMMIGRATI “GRANDE TRUFFA”

Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti e Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

giorgia meloni urla

Dietro il click day e il cosiddetto Decreto flussi ci sarebbe una gigantesca truffa per aggirare le regole e far entrare "legalmente" in Italia decine di migliaia di immigrati. E forse c'è lo zampino della criminalità organizzata. È il sospetto che ha spinto Giorgia Meloni a depositare una denuncia presso la Superprocura Antimafia.

 

Ultimi giorni di campagna elettorale per la premier e leader di Fratelli d'Italia che ha messo sé stessa al centro della scena personalizzando il messaggio politico anche se poi a Agorà su Rai3 ha confidato di sentirne il peso («Percepisco troppa morbosità sulla mia vita privata e non aiuta perché ognuno ha bisogno della sua dimensione di normalità che a me viene tolta»).

 

Sui migranti non c'è un'emergenza, come dimostrano gli stessi dati illustrati dal governo, ma il tema torna comunque a essere lo strumento perfetto per piegare il dibattito pubblico verso un tema che ha sempre eccitato l'elettorato di destra e sovranista. […]

 

edi rama e giorgia meloni firma accordo per i migranti italia albania 2

Ma alla vigilia di una trasferta in Albania, dove atterrerà oggi a sottolineare che il suo piano di trattenere i clandestini oltre il mare Adriatico procede nonostante i ritardi dei cantieri, il colpo a effetto arriva da un Consiglio dei ministri che si trasforma in una requisitoria da tribunale, quando Meloni s'impadronisce della scena e spiega come e perché le regole sui flussi regolari dell'immigrazione sarebbero stati aggirati. «Secondo noi, i flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro vengono utilizzati come canale ulteriore di immigrazione irregolare».

 

Nell'esposto, preparato assieme al sottosegretario Alfredo Mantovano, la premier ipotizza che «la criminalità organizzata si è infiltrata nella gestione delle domande e i "decreti flussi" sono stati utilizzati come meccanismo per consentire l'accesso in Italia, per una via formalmente legale e priva di rischi, a persone che non ne avrebbero avuto diritto, verosimilmente dietro pagamento di somme di denaro (secondo alcune fonti, fino a 15.

000 euro per "pratica")».

 

giorgia meloni e il comizio di chiusura della campagna elettorale

Il baco nel sistema, per come lo racconta il governo – e che peraltro era già stato evidenziato un anno fa da un cartello di 30 associazioni raccolte nella campagna "Ero straniero" – è lo scarto tra domande con automatico nulla-osta all'ingresso in Italia e poi la formalizzazione del contratto di lavoro.

 

Troppo pochi sono i datori di lavoro onesti che regolarizzano il lavoratore appena immigrato: appena un 30% delle domande su base nazionale sfociano in un contratto, con punte clamorose del 3% in Campania (che a sua volta pesa per 157. 000 domande su un totale di 282.000).

 

E allora, al netto delle inchieste penali già in corso a Napoli, a Foggia, nella piana di Sibari, ma anche a Parma o Modena, e di quelle che potrebbero nascere dall'impulso della Procura nazionale Antimafia, il governo annuncia di voler correre ai ripari, «contro ignobili traffici», come la premier li definisce in un video, pubblicato in serata, per ribadire quello che la destra ha sempre sostenuto e che, invece, per molti è invece considerato il cuore del problema nella gestione irrigidita dei flussi: «In Italia si entra regolarmente se si ha un contratto di lavoro».

 

GIORGIA MELONI - VIGNETTA VUKIC

Meloni ha fatto sapere di voler mettere mano alla Bossi-Fini, ma non nel senso di maggiore flessibilità che auspicano le opposizioni, e cioè di favorire gli ingressi dall'estero, facilitando le regolarizzazioni per lavoro, bensì al contrario: inasprendo le regole e tornando alla versione originaria del 2002, quando il nulla-osta non c'era e si entrava solo in presenza di un contratto già firmato.

 

Verrà presto emesso un Decreto della presidenza del consiglio, poi, che rivedrà i meccanismi del Click Day. Ci sarà un meccanismo di «responsabilizzazione» del presunto datore di lavoro.

 

Non soltanto dovrà dimostrare di essere attendibile sulla base dei precedenti Click Day (si andrà a vedere quante domande ogni società o singolo datore di lavoro ha già presentato negli anni passati e quanti nulla-osta si sono poi formalizzati in contratti di lavoro), ma anche che ci sia una coerenza tra dimensioni dell'azienda e domanda di manodopera. […]

 

2 – MELONI IN CONTROPIEDE SUI MIGRANTI: IL BLITZ IN ALBANIA PER CAMUFFARE I RITARDI NEL PROTOCOLLO DI RIMPATRIO

Estratto dell’articolo di Emanuele Lauria per www.repubblica.it

 

EDI RAMA - GIORGIA MELONI

Un improvviso cambio di passo. Un affondo in contropiede sull’unica emergenza che aveva comportato un’ammissione di colpa, da parte di Giorgia Meloni. L’emergenza migranti, sulla quale – ha sempre detto la premier – l’Italia “può fare di più”.

 

Così, nel giro di poche ore, la presidente del Consiglio mette in atto una strategia che si fonda su tre assi: il blitz in Albania per replicare agli attacchi sulla realizzazione dei due centri di accoglienza, l’annuncio della rivisitazione della politica dei flussi e dunque una sostanziale riforma della Bossi-Fini, la comunicazione dei primi risultati di un piano Mattei finora impalpabile. Un modo per affrontare un nodo finora rimasto ai margini della campagna elettorale. A quattro giorni dal voto.

 

giorgia meloni edi rama – costi dei migranti in albania - vignetta by osho

Al centro c’è la visita-lampo in Albania, della quale Meloni ha voluto tenere nascosti i dettagli fino a lunedì sera. Nella speranza di evitare troppi riflettori. Perché la missione è una vera e propria scommessa: sono già saltati i tempi stabiliti dal protocollo di collaborazione dello scorso novembre per l’avvio dell’operazione che dovrebbe portare nel Nord del Paese balcanico fino a tremila migranti al mese (che poi in realtà non saranno più di 800).

 

Una delle strutture, quella di Gjader (che dovrebbe svolgere principalmente le funzioni di centro di permanenza e rimpatrio), è ancora un cantiere aperto: si sta cercando di rinforzare il sottosuolo con “iniezioni” di ghiaia. Avrebbe dovuto essere pronto il 20 maggio, lo sarà forse a settembre [...]

 

ALBANO E ROMANA - MEME BY EMILIANO CARLI

Meloni, non a caso, farà solo una puntata riservata, in elicottero, a Gjader, per poi destinare la maggior parte della sua visita (e incontrare forse anche i giornalisti), a Shengjin, dove c’è il centro di primissima accoglienza che invece è praticamente pronto ma inservibile, senza l’altra opera. E dove venti poliziotti sono già a fare da “guardiani” di un luogo che resterà ancora per diverse settimane deserto. Con un costo di 50 mila euro al mese di sole indennità di trasferta.

L ACCORDO ITALIA - ALBANIA VISTO DA ELLEKAPPA

 

Nel frattempo le spese lievitano: 650 milioni previsti dal protocollo, altri 65 aggiunti con il decreto Pnrr, più i fondi per i lavori non previsti a Gjander. E adesso i 13,5 milioni per l’affitto della nave che dovrebbe portare i migranti intercettati nel Canale di Sicilia fino in Albania. Costo per soli tre mesi, che per i cinque anni del protocollo dovrebbe dunque salire a 229,5 milioni. [...]

giorgia meloni meme

VACANZE RAMANE - MEME BY EMILIANO CARLI

 

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."