giorgia meloni fabio panetta mef ministero dell economia

RICORDATI DI MEF - DOPO IL NO DI FABIO PANETTA, GIORGIA MELONI INCASSA ANCHE IL RIFIUTO DI DARIO SCANNAPIECO, CHE PREFERISCE RESTARE ALLA CDP - SI FA IL NOME DI GIORGETTI, CIRCOLANO ANCHE LE IPOTESI SINISCALCO E TREMONTI - IL NO A LICIA RONZULLI, A CUI LA DUCETTA E’ DISPOSTA A CONCEDERE UN MINISTERO DI SECONDA FASCIA O UN POSTO DA VICEMINISTRO, FA INCAZZARE BERLUSCONI: “GIORGIA, FAMMI LA CORTESIA DI RICORDARMI TUTTI GLI STATISTI DEL TUO PARTITO CHE AVRESTI IN MENTE PER L GOVERNO. ELENCAMELI UNO A UNO, PER CORTESIA!”

Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

giorgia meloni

Per dire del clima: da qualche ora, Giorgia Meloni ha chiesto di congelare la chat dei parlamentari. Silenzio radio, si salvi chi può. Mancano tre giorni alle prime votazioni sulle presidenze delle Camere, neanche mezzo dossier può dirsi chiuso. In compenso, i rifiuti dei "competenti" si sommano ad ambizioni che non possono essere soddisfatte.

 

L'Economia, in particolare, è un incubo: dopo il no di Fabio Panetta, è arrivato quello di Dario Scannapieco. E la leader non sa come uscire dallo stallo. Ha promesso un governo dei migliori, rischia di smarrirsi tra i corridoi di Arcore. Si gioca molto, non può mediare. Altrimenti, ha chiarito nei colloqui riservati, «perdiamo tutti la faccia».

DARIO SCANNAPIECO

 

L'Economia, allora. La fotografia dello stallo. Il nodo dei nodi. Tutti vorrebbero Fabio Panetta. Meloni spera nella sponda del Colle per convincerlo, lo considera il pass obbligato per i mercati e l'Europa. Lui, però, fa sapere di non essere interessato.

Non intende sguarnire il board della Bce, e questa è cosa nota. Pare però che a rafforzare il rifiuto sia stato anche il pensiero di dover gestire il ministero più importante confrontandosi con le richieste di flat tax che la Lega di Salvini reclama.

 

GIORGIA MELONI

Va bene un salto nei buio, ma con le mani legate è davvero troppo. Anche Scannapieco si sta tirando indietro. Meloni, allarmata, ha chiesto aiuto alla Lega: come ne usciamo? È spuntato Giancarlo Giorgetti. Sul cui nome, però, Salvini ha preso tempo. Fosse solo il Tesoro, il problema.

 

Un sentiero meno battuto conduce a Giulio Tremonti. Il super ministro non sarà ministro. Eppure, conterà tantissimo a capo della commissione Bilancio della Camera. Controllerà da lì la manovra, a meno che il Carroccio non provi a contrapporgli Giorgetti. Potrebbe gestire la Finanziaria con un altro potenziale ministro dell'Economia che conosce bene: Domenico Siniscalco. Fecero staffetta per due volte alla guida del Tesoro. E non fu un passaggio di consegne sereno, diciamo.

 

il banchiere fabio panetta

Il nodo politico che logora i rapporti tra alleati è però quello di Licia Ronzulli. Silvio Berlusconi la pretende in squadra. Meloni gli ha spiegato che non potrà garantirgli uno dei ministeri immaginati per la sua senatrice: Istruzione, Agricoltura, Infrastrutture o Sanità (dove si ipotizzano anche Guido Bertolaso e il preside della facoltà di Medicina del Gemelli, Rocco Bellantone).

 

La leader è disposta ad assegnare a Ronzulli un dicastero di seconda fascia, o un posto da viceministro. Il Cavaliere, ad Arcore, ha perso la calma: «Fammi la cortesia di ricordarmi tutti gli statisti del tuo partito che avresti in mente per il governo. Elencameli uno a uno, per cortesia!». Il duello ha assunto un peso politico enorme. Se Meloni cede, parte debole. Se resiste, guadagna nemici interni.

SILVIO BERLUSCONI LICIA RONZULLI

 

Un po' come con Matteo Salvini, in fondo. Voleva gli Interni: respinto. L'Agricoltura, ma con l'incarico di vicepremier: non se ne parla, Meloni preferirebbe evitare un vice al suo fianco (o, comunque, non avere lui come numero due). Il leghista ha rilanciato con le Infrastrutture, da cui dipende la Guardia Costiera. Se Meloni accetta, lascia il controllo dell'immigrazione che arriva via mare al segretario del Carroccio. Se non qui, allora, dove?

carlo nordio

 

Al numero uno della Lega non dispiacerebbe il ministero per lo Sviluppo economico, ma anche qui non mancano i dubbi della prossima premier. La quale, nel frattempo, pretende di avere in squadra Maurizio Lupi ai Rapporti con il Parlamento. Nonostante alcuni mugugni degli alleati. Ci sono più derby in questa maggioranza che a Londra, con le sue sette squadre in Premier League. Il più caldo, in queste ore, è quello per la presidenza del Senato: Fratelli d'Italia vuole Ignazio La Russa, la Lega spinge per Roberto Calderoli. Nessuno frena, giovedì si vota e serviranno altri summit tra leader (già domani, pare) per non finire nelle secche.

RICCARDO MOLINARI MATTEO SALVINI

 

Anche perché dall'esito del ballottaggio dipende la sfida per la presidenza della Camera, dove sono in gioco Fabio Rampelli e il leghista Riccardo Molinari. L'altra partita di peso è per la Giustizia. Meloni pensa da tempo a Carlo Nordio, Berlusconi ha rilanciato con Francesco Sisto (glielo ha promesso, pare), la leader di FdI si è messa di traverso ed è spuntata Maria Elisabetta Casellati.

 

Agli Esteri, invece, Antonio Tajani sembra in pole position. Sembra, perché se invece Meloni dovesse confermare la strategia dei tecnici nei ruoli chiave - Interni, Economia, Difesa e, appunto, Farnesina - allora potrebbe spuntarla l'attuale capo del Dis Elisabetta Belloni. La Difesa, si diceva: un'altra spina. Ci credono in molti: Guido Crosetto e Adolfo Urso, ma anche Tajani. Un po' come nell'altro derby caldo di queste ore, quello per l'Interno: c'è il prefetto Matteo Piantedosi - che fu capo di gabinetto di Salvini al Viminale - ma anche Giulia Bongiorno. Decide Meloni. E peserà il Colle.

 

licia ronzulli 12

Per le ultime due caselle, infine, la leader di FdI ha bisogno di nomi fidati. A gestire la delega ai Servizi potrebbero essere La Russa, Crosetto o Giampiero Massolo. Come sottosegretario alla Presidenza ci sono sempre Crosetto e La Russa, ma anche un terzo nome al momento nettamente favorito: Giovanbattista Fazzolari. La leader nel suo libro scrive: «Non ricordo un solo momento difficile della mia vita in cui non fosse lui al mio fianco». Nel frattempo, spende il week end al Nord, con la famiglia. Per rifiatare. Come darle torto.

GIORGIA MELONI GIOVANBATTISTA FAZZOLARI GUIDO CROSETTO GIORGIA MELONI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…