salvini ursula von der leyen giuseppe conte

LA RIVERGINATION DEI GRILLINI PASSA PURE PER STRASBURGO - IL M5S CERCA L'ACCORDO COI VERDI ALL'EUROPARLAMENTO. MA AL MOMENTO IL CAMBIO DI IDENTITÀ È INTRALCIATO DALLA ZAVORRA DEL GOVERNO CON SALVINI, DALL'ESSERE STATI ALLEATI DI FARAGE E DA ALCUNI «DEFICIT DI DEMOCRAZIA» CONTESTATI AI SUOI VERTICI, A PARTIRE DALL’OMBRA DELLA CASALEGGIO ASSOCIATI

Alberto Magnani per www.ilsole24ore.com

 

I Verdi aprono ai Cinque stelle in Europa. Ma solo per un confronto e, per ora, senza margini di intesa. La presidenza del gruppo ambientalista all’Eurocamera ha «risposto positivamente» alla richiesta di un incontro della delegazione grillina a Bruxelles, con l’obiettivo di verificari terreni di collaborazione fra i due in vista della legislatura 2019-2024.

 

I Cinque stelle hanno riavviato le trattative per un’alleanza nell’emiciclo di Bruxelles dopo la fine del governo con la Lega: il vero scoglio ai vari tavoli avviati dai pentastellati dopo le elezioni europee del maggio 2019, vista l’ostilità dei gruppi interpellati (dagli stessi Verdi all’ultrasinistra della Gue) a un dialogo con gli «amici di Salvini» fra gli scranni di Bruxelles.

 

giuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles

Il tavolo aperto con i Verdi segna il primo passaggio di una istituzionalizzazione del gruppo anche nell’Europarlamento, dopo una legislatura trascorsa nella famiglia dell’Europa della Libertà e della Democrazia Diretta (la stessa famiglia di nazionalisti che includeva Alternativa per la Germania ) e il rischio di confinarsi per i prossimi cinque anni nel limbo dei non iscritti. La strategia rientra nell’evoluzione del movimento in una forza meno barricadera rispetto alle origini e, comunque, espressione di un governo gradito a Bruxelles. Al momento, però, il cambio di identità del movimento in Europa è intralciato dalla zavorra della sua esperienza di governo e da alcuni «deficit di democrazia» contestati ai suoi vertici, a partire dall’ombra della Casaleggio associati sull’amministrazione del movimento. Il fattore più indigesto in assoluto ai suoi potenziali partner nella Ue.

 

Dall’euroscetticismo alla svolta moderata

conte ursula

I Cinque stelle hanno dalla loro una svolta pro-europea maturata fra le fine della scorsa legislatura e l’inizio di quella in corso. Il gruppo ha fatto da ago della bilancia in occasione dell’approvazione di von der Leyen, con 14 voti rilevanti rispetto a un ok sul filo del rasoio: solo nove voti in più del necessario, un margine che sarebbe saltato senza lo smarcamento dei pentastellati rispetto all’ex alleato di governo. La distanza è aumentata con un ulteriore smacco alla Lega, la nomina del grillino Roberto Castaldo tra i 14 vicepresidenti dell’Europarlamento, raggiunta nell’ultima votazione disponibile scalzando - neppure a dirlo - proprio la candidata leghista Mara Bizzotto.

 

Dal canto loro i Verdi avrebbero tutto l’interesse a intercettare l’appoggio esterno di una quota di deputati in aggiunta ai suoi 64 seggi attuali, anche in vista della Brexit e dell’uscita di scena di 11 parlamentari verdi in arrivo dalla Gran Bretagna. Ma le ragioni di una sintonia con i Cinque stelle non si esauriscono nella contabilità parlamentare. Secondo quanto riporta il Financial Times, i Cinque stelle hanno votato in maniera analoga ai Verdi in oltre l’80% dei casi. Nonostante i vari cambi di rotta domestici, nell’emiciclo Ue la delegazione pentastellata è sempre rimasta ancorata alla sua radica ecologista e non può che guardare di buon occhio la via del «green deal» lanciato dalla Commissione von der Leyen.

grillo farage

 

Gli ostacoli alla “normalizzazione”

La sensibilità ambientale e lo strappo con la Lega, però, non risolvono le incongruenze ideali e organizzative fra i Cinque stelle e i Verdi (e tutte le forze proeuropee che siedono nell’emiciclo di Bruxelles). Raggiunto dal Sole 24 Ore, il presidente del gruppo Philippe Lamberts precisa che non c’è alcuna «alleanza» in discussione. «Loro la pensano come noi su alcuni fronti e abbiamo collaborato bene, a livello individuale, con diversi eurodeputati - spiega - Però rimangono alcuni problemi principali, e saranno quelli che metterò sul tavolo nel nostro incontro». Le dissonanze politiche fra i Cinque stelle e Verdi si mantengono, spiega Lamberts, soprattutto sulla visione dell’Europa e sulle migrazioni («Di Maio insiste nel tenere la stessa linea del governo leghista sull’argomento», sbotta Lamberts).

 

GRILLO E FARAGE

Ma il nodo principale riguarda l’organizzazione stessa del movimento. «Non è un partito, è una società controllata da una persona. E quella persona è Davide Casaleggio - spiega Lamberts - Uno che non ha avuto problemi a collaborare con l’estrema destra. Noi crediamo alla democrazia rappresentativa, non ai voti sulle piattaforme online». Quando parla di ultradestra, Lamberts cita anche l’accordo di governo durato fino a poche settimane fa con la Lega di Salvini. Il leader dei Verdi è perplesso anche dalla dinamica della rottura del governo: è stato Salvini a staccare la spina della maggioranza, non viceversa, lasciando trasparire una subalternità sostanziale alle direttive del Carroccio. «Almeno avessero detto “abbiamo fatto un errore”, sarebbe diverso -dice - In realtà è stata la stessa Lega a interrompere l’esperienza di governo. Quando ci inconteremo chiederò conto anche di questo».

 

Le turbolenze nei Verdi, la determinazione dei 5S

DAVIDE CASALEGGIO

Sui social network c’è chi bolla il dialogo Cinque stelle-Verdi come un’operazione di realpolitik allo stato puro: “premiare” una forza populista per il suo ravvedimento, ottenendo in cambio un drappello di deputati che fa comodo in termini di influenza politica. Il tedesco Damian Boeselager, esponente del movimento europeista Volt , si è chiesto su Twitter «come possa essere possibile» l’apertura ai Cinque stelle. Anche solo nei termini di una discussione di conoscenza: «I “fatti” da chiarire - scrive Beoselager - sono una governance dittatoriale, un approccio populista a valori e democrazione e un trattamento settario nei confronti dei membri precedenti. VoltEuropa non può sostenere una scelta simile».

 

In realtà i “fatti” che irritano Beoselager sono gli stessi evidenziati da Lamberts e, almeno sulla carta, quelli capaci di ostruire una collaborazione più strutturata tra la delegazione grillina e la famiglia dei Verdi in Europa. Gli sbocchi di un dialogo si chiariranno solo dopo la discussione intavolata tra le due, in teoria entro fine mese. Fonti vicine ai Cinque stelle non escludono, a differenza di quanto fa per ora Lamberts, lo sbocco in un ingresso dei Cinque stelle nelle famiglia dei Verdi.

 

I membri della delegazione sono al corrente degli scetticismi sul passato con la Lega e il modello organizzativo della Casaleggio, ma l’intenzione è di insistere su un «dialogo costruttivo» sulla chiave congeniale a entrambi: l’ambiente, ora confluita nell’agenda della Commissione von der Leyen. Bisognerà capire se basterà a superare le resistenze che aleggiano alla base e ai vertici dei Verdi, o di altri gruppi, da qui al 2024. Come ha dichiarato un’eurodeputata grillina, «non c’è fretta».

Ultimi Dagoreport

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...