quirinale silvio berlusconi mario draghi sergio mattarella matteo salvini renzi giorgia meloni goffredo bettini giuseppe conte

ROMANZO QUIRINALE - IACOBONI LEGGE TRA LE RIGHE DELLO “SPIN” DEI LEADER (E DEI COMPRIMARI) DEI PARTITI SUL VOTO PER IL CAPO DELLO STATO: COSA DICONO, COSA NON DICONO E COSA VORREBBERO - RENZI VUOLE CHE DRAGHI RESTI A PALAZZO CHIGI, LETTA NON SI CAPISCE, SALVINI ENFATIZZA IL NO DI MATTARELLA PER AVERE UN PRESIDENTE VOTATO DAL CENTRODESTRA. CONTE SPERA DI SPEDIRE “MARIOPIO” AL COLLE PERCHÉ SOGNA DI TORNARE A PALAZZO CHIGI (PUÒ CONTINUARE A SOGNARE). E BERLUSCONI…

mario draghi sergio mattarella

Jacopo Iacoboni per www.lastampa.it

 

La guerra per il Quirinale è, anche e forse soprattutto, una guerra di spin. Raccontare non è solo esistere, dire la propria (magari per sindrome da narcisismo tv): è cambiare il corso degli eventi, incidere sulla realtà, plasmarla. O almeno provarci.

 

Ognuno dei leader o dei dirigenti politici italiani che avranno un ruolo nell’elezione del prossimo presidente della Repubblica sta già armando la sua narrazione, che serve a raggiungere l’obiettivo del leader che la diffonde, o almeno a creargli un terreno favorevole.

GOFFREDO BETTINI GIUSEPPE CONTE

 

Ecco una piccola lista degli spin che, decodificati dal politichese, potranno aiutarvi a decifrare meglio la partita più ingarbugliata che la politica italiana si aspetta da qui a febbraio.

 

Goffredo Bettini. Storica eminenza grigia del Pd (di cui è stato tra i fondatori), intellettuale sempre un passo indietro e uno avanti alla politica politicante, tessitore e sostenitore dell’alleanza del Pd con il M5S di Conte, in cui lui e Nicola Zingaretti inizialmente individuavano il «punto di riferimento fortissimo dei progressisti», Bettini ripete in queste ore quello che vorrebbe diventasse lo spin di tutto il Pd.

Zingaretti Bettini

 

«Il rischio – dice – è che Draghi non venga eletto presidente e resta su un governo che dura poco, con Draghi tolto da tutti i ruoli della politica italiana». Agitare questo rischio è funzionale alla speranza di rimettere nei giochi Giuseppe Conte, in una nuova corsa per Palazzo Chigi a quel punto liberato da Draghi.

renzi mejo dello sciamano di washington

 

Matteo Renzi. Vuole che Draghi resti a Palazzo Chigi, e ha in piedi un dialogo con i moderati del centrodestra (e con Salvini), per tentare di eleggere una figura che coinvolga almeno Forza Italia e la Lega (si fanno i nomi di Casini e Amato, ma è troppo presto per fare nomi).

 

DRAGHI RENZI

In quest’ottica lo spin renziano è che i partiti vogliano il voto anticipato, e che lo si rischia davvero: «Io dico che, Draghi o non Draghi, se i leader dei partiti vogliono le elezioni - e le vogliono anche se non lo dicono - il rischio voto nel 2022 c'è».

 

Mattarella Quirinale Osho Berlusconi

Silvio Berlusconi/1. Per capire lo spin di Berlusconi la cosa forse più utile è ascoltare le parole di un democristiano tra i più intelligenti, Gianfranco Rotondi, che si compiace si parli in giro di un “lodo Rotondi”: «Ringrazio il professor Giuliano Urbani, che parla di un “lodo Rotondi”, ossia della opportunità di legare l'elezione di Silvio Berlusconi all'idea di un mandato breve di due anni collegato all'approvazione di una riforma costituzionale dei poteri del capo dello Stato, con elezione diretta da parte dei cittadini. La scelta di Berlusconi a favore del presidenzialismo, dà un contributo nella direzione giusta. Direi che il “lodo Rotondi” avanza, nonostante tutto».

 

meme sulla crisi di governo salvini berlusconi meloni

Silvio Berlusconi/2. Rientrano certamente tra gli spin le sue aperture ai grillini e le incredibili lodi che ha rivolto loro in questo periodo, culminate col Cavaliere che si spinge a dire che «il voto al M5S nasceva da motivazioni tutt' altro che ignobili, lo stesso fastidio per un certo tipo di politica per il quale è nata Forza Italia». E Conte che replica affettuoso, «Berlusconi ha fatto anche cose buone, ha interpretato la voglia di rinnovamento di una parte del Paese».

 

luigi zanda foto di bacco

Luigi Zanda. Non è una dichiarazione dello storico senatore Pd, persona molto influente nel partito, ma l’interpretazione del suo ddl che punta a abolire il semestre bianco e la rielezione di un presidente.

 

clemente mastella 2

Per molti, si trattava di un ddl-spin, uno stratagemma per favorire di fatto proprio la rielezione, almeno per breve periodo, dell'attuale capo dello Stato. Per altri è l'opposto, un’operazione per irrigidire l'attuale Capo dello Stato per arrivare a eleggere Mario Draghi.

 

SILVIO BERLUSCONI ANTONIO TAJANI

Clemente Mastella. La pensa così Mastella, secondo il quale il Pd vuole appunto Draghi al Colle, e in quest’idea rientrerebbe anche il ddl Zanda: «Questi – dice Mastella – vogliono portare Draghi a tutti i costi e dopo si rischia di andare al voto, però non so se hanno fatto i conti con il Parlamento».

 

Antonio Tajani. Forse l’unico federatore rimasto dentro Forza Italia, ha uno spin molto simile a Renzi. «Draghi sarebbe uno straordinario presidente della Repubblica – osserva Tajani – ma se va al Quirinale, si dovrebbe poi andare a votare alle politiche». Cosa che evidentemente terrorizza tanti, soprattutto i peones grillini certi che non saranno ricandidati.

 

draghi letta 1

Enrico Letta. È uno di quelli che meno giocano con gli spin, ma anche lui ne ha uno. Si può leggere tra le righe che la sua indicazione (per «un Colle attraverso un largo consenso») lasci aperta, de facto, solo la strada a Draghi, o a un Mattarella bis. «Da gennaio discuteremo di Quirinale. In una situazione emergenziale come la nostra sarebbe bene che il presidente o la presidente venisse eletto con un largo consenso».

giuseppe conte enrico letta

 

Matteo Salvini. Lo spin del capo leghista è enfatizzare il no di Mattarella, come fatto assoluto, proprio per non riavere Mattarella in campo, e aprire quindi la strada a un presidente votato magari dal centrodestra più i centristi (unici che forse avrebbero i voti, alla quarta votazione): «Il presidente Mattarella, che ringrazio, ha già detto che tocca a qualcun altro perché così prevede la costituzione ed è giusto che sia così».

 

sergio mattarella e mario draghi

Luigi Di Maio. Dice di temere la spaccatura nel centrodestra, perché è per lui lo scenario migliore: con un centrodestra diviso il campo dell’elezione si restringe e il ruolo del M5S (c’è chi dice, controllato  più da Di Maio che da Conte) diventa fondamentale: «Temo molto di più che nel centrodestra ci sia una profonda spaccatura sul Quirinale, soprattutto ad opera di Matteo Salvini, che in questo momento non so quanto possa essere affidabile. Sicuramente io reputo più affidabile Giorgia Meloni».

 

giuseppe conte e luigi di maio

Giuseppe Conte. Il suo spin è tratteggiare ogni volta il ritratto di Draghi al Colle (con Palazzo Chigi reso dunque disponibile). «Serve una discussione ampia, aperta a tutte le forze politiche per avere una figura di alto valore e grande rilevanza morale: non è scritto da nessuna parte che il presidente debba avere una provenienza politica particolare». Per caso, Draghi ne ha qualcuna?

marta cartabia giorgia meloni atreju

 

Giorgia Meloni. È forse l’unica, gliene va dato atto, che finora dice quello che fa e fa quello che dice. E il suo spin coincide con ciò che, con ogni probabilità, farà: «Io dopo l’elezione del capo dello Stato le elezioni le chiederò comunque. Il mandato di Draghi è legato a quello di Mattarella, quindi il problema deve porsi comunque».

giuseppe conte giorgia meloni atrejugiuseppe conte giorgia meloni atreju 1clemente mastella 1giuseppe conte luigi di maio foto di bacco (1)GIORGIA MELONI E LUIGI DI MAIOgiuseppe conte giorgia meloni franco bechis atrejuletta conteBettini e Zingaretti

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”