regione lazio lombardia giuseppe conte

PER L’ANSIA DI FREGARE IL PD, CONTE NON HA UNA STRATEGIA PER LE REGIONALI – ALLE AMMINISTRATIVE IN LAZIO E LOMBARDIA IL MOVIMENTO CINQUE STELLE NON HA CANDIDATI IN GRADO DI COMPETERE: L’UNICA COSA CERTA È IL DOGMA DELL’ANDARE DA SOLI CON UN CANDIDATO DI BANDIERA. A MILANO I GRILLINI NON HANNO MAI SFONDATO, E SU ROMA PESA IL VETO SULL’INCENERITORE, CHE BRUCIA OGNI IPOTESI DI APPOGGIO AL CANDIDATO IN PECTORE DEL PD, D’AMATO (CON CUI HANNO GOVERNATO PER ANNI)

Matteo Marcelli per “Avvenire”

 

giuseppe conte foto di bacco (2)

Ora che i giochi per le regionali sono quasi fatti - e che il M5s ne è rimasto fuori - la strategia adottata con successo per le elezioni politiche rischia di rivelarsi un fallimento per il voto in Lazio e in Lombardia. Il ritorno alle origini messo in atto da Giuseppe Conte nell'ultima campagna elettorale, che comprende il dogma dell'andare da soli, potrebbe non pagare nella corsa al Pirellone, dove il Terzo polo ha schierato un nome di peso e se il Pd non farà una proposta gradita ai pentastellati (Pierfrancesco Majorino potrebbe esserlo), non resterà altro da fare se non sostenere un candidato di bandiera, sconfitto in partenza.

 

alessio d'amato

Per la Pisana, invece, ci ha pensato lo stesso presidente 5 stelle a escludere accordi, accusando il Pd di aver ceduto alla «designazione» di Carlo Calenda, cioè Alessio D'Amato, ma lo stesso assessore alla Salute uscente, ormai candidato in pectore del Pd gradito ai centristi, è sembrato rammaricarsene.

 

Tra i grillini lombardi c'è la consapevolezza che vale la pena tentare una strada comune prima di trincerarsi dietro il copione dei "duri e puri", senza compromessi né alleanze organiche. Lo ha fatto capire chiaramente il coordinatore regionale, Dario Violi: «Sono sempre stato per cercare una visione comune - ha ammesso ieri -. I tempi sono stretti, non si può pensare di tirarla in lungo.

 

NICOLA ZINGARETTI ROBERTA LOMBARDI

Stiamo lavorando e chiuderemo a breve una proposta programmatica con alcuni punti. Li sottoporremo ai cittadini e alle altre forze politiche. La mia speranza è che, se ci si siede al tavolo si voglia veramente chiudere e lo si voglia fare su una visione chiara. Con Pier (Majorino ndr) ci sentiamo costantemente. Se c'è la possibilità di avere una visione comune, puntuale e chiara, e io ho molti dubbi ma ci proverò fino alla fine, poi il nome del candidato non sarà un problema».

 

giuseppe conte foto di bacco

Nel Lazio, come ha ricordato ancora Violi, l'alleanza è stata compromessa dall'inceneritore e dal conseguente veto di Conte. Questo lo sa anche D'Amato, che forse avrebbe gradito il sostegno di una coalizione ampia per sfidare le destre, che comprendesse anche il campo largo.

 

D'altronde l'alleanza con i pentastellati ha funzionato e anzi ha contribuito a lanciarlo come possibile candidato, anche grazie all'ottima gestione dell'emergenza pandemica. «Spero di essere il candidato di tutto il centrosinistra, dal Terzo Polo ai rossoverdi - ha ribadito ieri -. Il Movimento 5 stelle ha scelto di stare fuori: ora sta a loro, gli avversari sono dall'altra parte. Penso - ha proseguito - che nessuno a sinistra è nemico, il M5s ha fatto un'altra scelta, io mi sono proposto come candidato unitario, sono fiducioso che ci sarà unità e il metodo lo sceglierà la coalizione».

Livio De Santoli

 

Nel frattempo anche Livio De Santoli, pro rettore all'Università la Sapienza, da molti indicato come nome dei pentastellati per la Pisana, ha chiarito che la sua «candidatura non è mai stata sul tavolo» e questo punto anche la sfida per il Lazio, a meno di ripensamenti, rischia di diventare una battaglis di testimonianza.

alessio damato nicola zingaretti giuseppe conte goffredo bettini andrea riccardi foto di baccogiuseppe conte foto di bacco (4)

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