massimo cacciari luigi di maio nicola zingaretti

L’ERA DELL'OPPORTUNISMO – CACCIARI: “LA VITTORIA DI SALVINI POTREBBE ESSERE SOLO RIMANDATA - IL PD È IL PARTITO SCONFITTO ALLE ULTIME POLITICHE E I 5 STELLE VERREBBERO MASSACRATI SE SI ANDASSE OGGI AL VOTO – SOLTANTO UNO STRAORDINARIO SEGNO DI CONSAPEVOLEZZA POLITICA E AUTOCRITICA POTREBBERO FORSE RIUSCIRE A CONVINCERE L'OPINIONE PUBBLICA CHE SI INTENDE APRIRE UNA FASE POLITICA NUOVA E NON SI TRATTA DI SALVARE IN EXTREMIS E PRO TEMPORE UN NAUFRAGANTE CETO POLITICO”

 

TUTTI SENZA RADICI

Massimo Cacciari per “l’Espresso”

 

massimo cacciari (1)

Scrivo queste poche righe senza ancora conoscere l' esito della crisi. Ciò che l' ha generata è tanto chiaro quanto oscura la sorte che comunque ci attende. Soltanto l' infaticabile produzione di chiacchiere a mezzo di chiacchiere da parte dei suoi protagonisti può nascondere i crudi fatti: con la propaganda sovranista Salvini aveva capitalizzato il capitalizzabile; a questo punto lo attendeva la quadratura del cerchio di una manovra finanziaria che non dava alcun margine su flat-tax e autonomia regionale; ha perciò scommesso sulla guerra lampo: o vittoria elettorale o i grillini per terrore del voto mi concedono tutto e di più.

davide casaleggio luigi di maio

 

 

 

 

 

 

La scommessa non gli è riuscita (o solo in parte, se si andasse a votare), ma la sua vittoria potrebbe essere solo rimandata - basta che la soluzione di governo che si escogita non manifesti una forza tale da rovesciare addirittura l' immagine di assoluta debolezza che oggi si esprime nei colloqui e incontri tra Pd e 5 Stelle.

Il ritorno del Bisconte

 

PAPA FRANCESCO INCONTRA GIUSEPPE CONTE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Debolezza che nessuna retorica sulla centralità del Parlamento, nessuna lezioncina sulle regole della democrazia rappresentativa ecc., sono in grado di coprire: il Pd è il partito sconfitto alle ultime politiche e i 5 Stelle verrebbero massacrati se si andasse oggi al voto. Soltanto uno straordinario segno di consapevolezza politica, critica e autocritica, soltanto una compagine governativa di assoluta autorevolezza, coesa intorno a un programma di riforme di sistema, potrebbero forse riuscire a convincere l' opinione pubblica che si intende sul serio aprire una fase politica nuova e non si tratta di salvare in extremis e pro tempore un naufragante ceto politico.

GIUSEPPE CONTE COME PIETRO BADOGLIO

 

MATTEO SALVINI

Comunque la crisi si compia, tuttavia, la lezione che ce ne viene è, a mio avviso, di somma importanza. Sotto le maschere più o meno patetiche o grottesche dei suoi protagonisti si è giocato un dramma tremendamente serio. Altro che semplice crisi di un governo e trattative per costruirne un altro. Aspetti fondamentali dell' azione politica nel nostro Paese e del modo più in generale in cui questa viene intesa sono venuti, direi brutalmente, alla luce.

matteo salvini bacia il rosario mentre parla giuseppe conte 1

 

Anzitutto, è evidente che la "visione del mondo" ormai quasi naturalmente condivisa è quella per cui politica è l' arte dell' assoluto trasformismo. In lontani decenni ciò veniva denunciato come uno dei suoi mali. Ora viene accettato senza colpo ferire, anzi: i suoi più spregiudicati interpreti sono ritenuti i politici più intelligenti e abili. È un machiavellismo da stenterelli, è evidente, un machiavellismo senza virtù e senza fini, ma la sua debolezza, per così dire, teorica non ne inficia per nulla il valore pratico.

matteo salvini e armando siri incontrano le parti sociali al viminale 1.

 

Come è potuto accadere, nel giro di una generazione, che senza colpo ferire e senza vergogna si potesse invocare l' alleanza di chi si era sfiduciato il giorno prima, che coloro che avevano condiviso tutto il pessimo di una precedente stagione finita rovinosamente pretendessero guidare quella successiva, o coloro che avevano sparato contro Caio lavorassero poi, senza cenno autocritico, per un' intesa con lo stesso? E tutto ciò, appunto, senza dover rendere conto a nessuno e, anzi, potendo continuare a dire che si lavora per il bene della Patria, con spirito di sacrificio e alto senso di responsabilità. Come è potuto accadere un tale trionfo del trasformismo?

 

LUIGI DI MAIO BIBITARO

È questa categoria che non regge più. Trasformismo significa passare per opportunità o calcolo da una collocazione politica a un' altra, trapiantarsi altrove. Oggi non vi è alcuna radice. I "politici" si collocano in uno spazio sostanzialmente omogeneo in tutti i suoi punti, e "giustamente" perciò l' opinione pubblica non avverte nulla di scandaloso nelle loro giravolte.

massimo cacciari (2)

 

La costituzione di questo spazio non ammette, in linea di principio, nessun "corpo" di riferimento: partiti, sindacati, rappresentanze autonome limitano la libera circolazione al suo interno di merci come di idee e di uomini. Di questa destrutturazione radicale dello spazio politico i 5 Stelle in Italia sono stati coerente, quanto forse incosciente, espressione e perciò non poteva mancare il loro appuntamento con i manager del potere, il vasto mondo delle competenze a disposizione, capaci di costruire in quello spazio omogeneo e vuoto rotte in grado di farlo, il potere acquisito, durare quanto più a lungo possibile. Non importa nulla con chi.

 

giuseppe conte luigi di maio 2

Ne seguono alcune conseguenze di grande rilievo. Sulla forma del contratto per stabilire un' alleanza politica è stato anche ironizzato, ma a torto: si tratta di una innovazione che deriva logicamente da quanto appena detto. Lo spazio post-politico diventa quello stesso del diritto privato. Non più partiti, ma individui "liberi" siedono al tavolo delle trattative e stabiliscono accordi che soddisfino i contraenti.

 

MASSIMO CACCIARI

Se partiti, sindacati ecc. non debbono più esistere, la divinizzazione del Contratto anche nella sfera politica risulta inevitabile. Qualsiasi prospettiva strategica si contrae, come in uno spasmo, al tempo brevissimo dell' utilità privata. E di nuovo sarà il manager a imporsi: è infatti soltanto la tecnica, la gestione, l' amministrazione che può contare qualcosa nello spazio politico così contratto. L' opinione pubblica avverte tutto ciò e premia il tecnico, almeno fino a quando questi operi in tale veste e si vanti del suo non essere "un politico", mentre sempre più vede nel politico destrutturato un inutile fardello.

conte di maio zinga

 

Questa crisi segna anche il punto culminante dell' onda lunga della crisi dell' istituto parlamentare. O entra in gioco un disegno radicale di riforma, o celebriamone pure il funerale - funerale che potrebbe durare anche cento anni. Le correnti demagogico-populistiche che tutti hanno inseguito negli ultimi decenni non potevano portare altrove, ma mai così drammaticamente come in questa fase è emersa l' impotenza del Parlamento rispetto a logiche privatistiche di gestione del potere.

 

GOVERNO CONTE BIS BY TERRE IMPERVIE

Tutto l' impianto dei rapporti tra esecutivo e legislativo, tra potere centrale e Regioni e Enti Locali, tra potere politico e funzioni autonome dello Stato, va finalmente riformato, se non vogliamo che dalla crisi della democrazia rappresentativa nelle forme che finora abbiamo conosciuto si passi alla fine della stessa democrazia in un regime di contrattazioni tra poteri economici, finanziari, mediatici che di volta in volta assumono la figura di questa o quella "loggia", di questo o quel cerchio magico, di questo o quel tecnico-manager.

giuseppe conte nicola zingaretti 1

 

Sempre più è questo il gioco cui assistiamo e ad esso l' opinione pubblica sembra ormai quasi assuefatta. Sarà soltanto con una lunga lotta culturale e politica che la situazione potrà cambiare, non certo fuggendo il confronto aperto con chi l' ha voluta e la difende, né certo cambiando in commedia qualche attore.

MASSIMO CACCIARI GIULIA BONGIORNOLA TRATTATIVA PD-M5S VISTA DA STAINOPAPEETE COCKTAIL: LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE NICOLA ZINGARETTI BY GIANBOYgiuseppe conte nicola zingaretti

 

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?