angela merkel giuseppe conte sebastian kurz

L’ITALIA LO PRENDE NEL KURZ – IL CANCELLIERE AUSTRIACO: “PRESENTEREMO UNA CONTRO-PROPOSTA AL PIANO DI FRANCIA E GERMANIA, INSIEME A PAESI BASSI, DANIMARCA E SVEZIA. LA STRADA GIUSTA SONO I MUTUI E NON I CONTRIBUTI” – LA MERKEL HA FATTO ALL-IN SULLA MUTUALIZZAZIONE DEL DEBITO PER VEDERE IL BLUFF DEI QUATTRO PAESI “FRUGALI” E COSTRINGERLI A TRATTARE. SENZA L’ITALIA, ANCHE L’ECONOMIA TEDESCA RISCHIA DI SALTARE

 

 

 

1 – AUSTRIA: "CON PAESI BASSI, DANIMARCA E SVEZIA FAREMO CONTROPROPOSTA A PIANO MERKEL-MACRON"

Da www.repubblica.it

 

SEBASTIAN KURZ CON LA MASCHERINA

 

Si complica la strada per l'istituzione del Recovery Fund. Austria, Paesi Bassi, Danimarca e Svezia presenteranno una controproposta al piano Merkel-Macron. Ad annuncialo è stato il cancelliere austriaco Sebastian Kurz sul quotidiano Oberösterreichischen Nachrichten. "Vogliamo essere solidali con gli stati che sono stati colpiti duramente dalla crisi, ma riteniamo che la strada giusta siano mutui e non contributi", ribadisce Kurz.

macron merkel

 

"Nei prossimi giorni - prosegue - presenteremo una proposta con una serie di idee. Siamo convinti che il rilancio dell'economia europea sia possibile, senza una comunitarizzazione dei debiti". Il cancelliere si è detto stupito della proposta Merkel-Macron. "E' legittimo che due grandi stati facciano una proposta, la decisione però va presa da tutti gli stati membro dell'Ue",  ha concluso Kurz.

 

giuseppe conte sebastian kurz 8

All'indomani dell'intesa franco-tedesca, era stato il minsitro dell'Economia francese Bruno Le Maire ad invitare alla cautela, sottolineando come ci fosse all'interno dell'Unione europea un nucleo di Paesi contrari all'erogazione di contributi "a fondo perduto".  "Sarà una partita difficile, non bisogna nasconderselo", ha detto parlando all'assemblea nazionale.

 

2 – ANGELA VIRA E ROMPE IL TABÙ

Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”

 

angela merkel emmanuel macron

Il grande tabù è stato infranto? La Germania ha varcato il Rubicone (o il Reno in questo caso) della mutualizzazione del debito e di un'«unione dei trasferimenti» che potrebbe distribuire a fondo perduto 500 miliardi di euro, cioè tre volte e mezzo l' attuale bilancio europeo? Anche senza aspettare la fine della storia, per capire fin dove vogliono spingere la loro resistenza Austria, Danimarca, Olanda e Svezia, la risposta soffia nel vento ed è positiva.

 

armin laschet angela merkel

Ancora una volta Merkel, appena un mese fa opposta a ogni ipotesi di debito comune, si conferma maestra del surplace tattico nel cogliere l' attimo, piazzando lo scatto decisivo. Armin Laschet, premier del Nord Reno-Vestfalia e suo probabile erede, l' aveva lasciato intravedere nell' intervista al Corriere di domenica: «I coronabond sono una discussione del passato. Occorre uno strumento nuovo che abbia la stessa efficacia». In realtà, l' accordo tra Macron e Merkel, come rivela il presidente della Commissione esteri del Bundestag Norbert Röttgen, era in fase di discussione avanzata già prima della sentenza dei giudici di Karlsruhe, che hanno dichiarato parzialmente incostituzionale il massiccio acquisto di titoli di Stato da parte della Bce.

 

RUTTE KURZ MERKEL

Ma questa ha avuto un effetto di accelerazione. Criticando gli eccessi del QE di Francoforte, la Corte costituzionale tedesca ha paradossalmente dato una mano ai fautori dell' integrazione dell' eurozona. La cancelliera ha capito che si apriva un varco politico e ha deciso di compiere un passo rivoluzionario. Se Merkel può farlo, molto dipende dal capitale politico accumulato nella gestione della pandemia, da cui esce con livelli altissimi di popolarità.

 

Non solo. Ha capito che le migliori condizioni d' uscita di Berlino dalla crisi le impongono un' ulteriore responsabilità di fronte all' Europa, in nome della solidarietà dovuta e non ultimo in nome dell' interesse nazionale: solo se tutti torneranno in salute, la Germania potrà restare forte. Forse ci sbagliamo, ma non saremmo sorpresi se fosse questa la scelta che definirà la legacy di Angela Merkel, fin qui cancelliera in cerca d' autore.

 

3 – BATTAGLIA SUGLI AIUTI UE SONO QUATTRO I PAESI OSTILI

SEBASTIAN KURZ CON LA MASCHERINA 1

Francesca Basso per il “Corriere della Sera”

 

Come sarà la trattativa sul Recovery Fund, il piano legato al bilancio Ue che dovrà far ripartire l' economia e aiutare gli Stati più colpiti dalla crisi da coronavirus (come l' Italia), lo spiega bene Paolo Gentiloni, commissario Ue all' Economia: «La trattativa si farà sulla proposta della Commissione, che avremo la settimana prossima. Non credo però si possa sottovalutare che un Paese come la Germania accetti l' idea di 500 miliardi di sovvenzioni attraverso un prestito che la Commissione cercherà sui mercati. Una svolta senza precedenti». Andranno convinti i rigoristi del Nord: Austria, Danimarca Svezia e Olanda, come ha precisato il ministro dell' Economia francese Bruno Le Maire: «Saranno negoziati difficili».

 

MARK RUTTE ANGELA MERKEL

La proposta franco-tedesca annunciata due giorni fa di un Recovery Fund finanziato da debito comune rompe un tabu che aveva frenato finora il processo di integrazione europea e che aveva sempre trovato contrario il fronte del Nord con la Germania in testa. Ora viene meno l' alleato più potente ma resta l' opposizione dei Paesi «frugali».

 

Anche l' idea di aiutare gli Stati e le regioni più colpite dalla crisi attraverso trasferimenti a fondo perduto in nome della solidarietà europea e non attraverso prestiti è una fuga in avanti che il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, ha subito frenato parlando al termine dell' Ecofin: «La nostra proposta per il rilancio dell' economia non sarà un copia e incolla di quella franco-tedesca - ha spiegato -. La presidente von der Leyen ha sempre detto che la risposta finanziaria che avanzeremo si fonda su un mix di prestiti e sovvenzioni agli Stati». Ha anche ricordato che il piano sarà di «oltre mille miliardi».

armin laschet coronavirus

 

La riunione dei ministri finanziari è stata l' occasione per un primo confronto sul piano di Francia e Germania, dopo che già lunedì sera si erano sollevati i primi no, ribaditi ieri. «Ci rifiutiamo di finanziare prestiti non rimborsabili», ha detto il ministro delle Finanze austriaco Gernot Bluemel. Per Vienna «è necessario fare investimenti sul futuro, non coprire i costi dei debiti passati» e chiede «un impegno europeo per una maggiore disciplina di bilancio» dopo la crisi. Determinato anche il no del danese Nicolai Wammen al debito in comune con trasferimenti tra Paesi. La Danimarca sta lavorando «con Austria, Svezia e Olanda per avere un bilancio che non sia troppo ampio, perché ci serve denaro anche a livello nazionale».

CONTE MERKEL SANCHEZ MACRON

 

Il pressing sui Paesi del Nord è già cominciato, anche se solo il 27 maggio ci sarà il piano della Commissione, che oggi presenta le Raccomandazioni specifiche per Paese in cui darà orientazioni di politica economica, tenuto conto della pandemia, per rilanciare una crescita durevole nel medio termine. Insieme alle Previsioni di primavera costituiscono la base su cui la Commissione sta costruendo il suo Recovery Instrument.

 

Il punto di arrivo del negoziato sarà il summit del 18 giugno. Ora si tratta di costruire il consenso su una proposta «ambiziosa», le capitali sono già in movimento: ieri il premier Giuseppe Conte ha sentito il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel.

GIUSEPPE CONTE ANGELA MERKELgiuseppe conte angela merkel

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