salvini di maio recessione

L’UNICA COSA CHE CONTA È IL PORTAFOGLIO – SALVINI E DI MAIO CONTINUANO A BATTIBECCARE E ANCORA VOLANO ALTO NEI SONDAGGI, MA IL TEMPO DELL’INCANTAMENTO DI MASSA PUÒ FINIRE IN UN LAMPO, BASTA CHE GLI ITALIANI SI ACCORGANO DI AVERE LE TASCHE VUOTE – LA CRESCITA ALLO 0,1% E L’AUMENTO INEVITABILE DELL’IVA: QUANDO ARRIVERÀ LA MANOVRA SARANNO DOLORI PER TUTTI. E CHI CI METTERÀ LA FACCIA?

Francesco Bei per “la Stampa”

 

SALVINI DI MAIO CONTE

Al netto di come finirà il duello tra la Lega e il Movimento cinque stelle sul cosiddetto Salva-Roma (o Salva-Raggi, come perfidamente l' ha ribattezzato Salvini), il Consiglio dei ministri di ieri ha avvolto il governo in una luce crepuscolare che nessuna professione obbligata di ottimismo riesce a correggere. «Non c' è crisi alle porte», assicurava Salvini in un' intervista a La Verità.

«Nessuno sta aprendo una crisi di governo», ha ripetuto Di Maio da Floris.

 

SALVINI DI MAIO

Ma l' assicurazione dei rispettivi staff che la quotidiana dose di bastonate reciproche vada derubricata a «sceneggiata da campagna elettorale» suona oramai come una stucchevole cantilena. Anche perché, diciamocelo, al di là di tutta questa valanga di parole, di tweet, di post, di slogan ripetuti in tv da cento piccoli cloni, cosa resta? Il decreto crescita è molto lontano dal costituire quello choc per l' economia di cui ci sarebbe bisogno. E la casa intanto brucia.

 

di maio conte salvini 1

Che il governo cada adesso, con elezioni a fine giugno, oppure si vada alla prossima finestra elettorale di ottobre, la sostanza non cambia: in questa situazione di stallo, di polemiche quotidiane al limite della rissa, andare avanti senza una vera svolta è un lusso che un Paese in recessione non può permettersi. Certo, i sondaggi ancora viaggiano alti per Salvini e Di Maio. Ma il tempo dell' incantamento di massa può finire in un lampo, come dimostrano illustri precedenti di presidenti del Consiglio che si pensavano immortali e senza alternative.

DI MAIO SALVINI

 

Gli elettori possono essere contenti di un governo che garantisce la sicurezza alle frontiere o di una maggioranza che taglia i vitalizi a ottantenni ex parlamentari. Ma alla fine è il portafoglio che conta. Nella sua brutale semplificazione, il capo della campagna elettorale di Bill Clinton nel 1992 l' aveva capito benissimo: «It' s the economy, stupid».

 

LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI

E la ragione del fallimento dell' esecutivo è tutta certificata nero su bianco nel documento principe che dovrebbe indicare la strategia d' uscita dell' Italia dal pantano in cui ci troviamo: il Def approvato meno di due settimane fa. Rileggiamo cosa hanno scritto: «La previsione di crescita tendenziale è stata ridotta allo 0,1% per l' anno in corso, in un contesto di debolezza economica internazionale che il Governo ha fronteggiato mettendo in campo due pacchetti di misure di sostegno agli investimenti (il dl crescita e il dl sblocca cantieri) che dovrebbero contribuire al raggiungimento di un livello di Pil programmatico dello 0,2%, che salirebbe allo 0,8% nei tre anni successivi». Cioè, il governo ci sta dicendo che il massimo che riusciremo a fare nei prossimi tre anni, quindi coprendo l' intero arco della legislatura giallo-verde, sarà un micragnoso 0,8% di crescita.

 

salvini di maio prima di essere attaccati

Detto in altre parole, dopo un quadriennio di "governo del cambiamento", l' Italia resterà comunque in fondo alla lista dei paesi europei. Ultimi per crescita, per occupazione, con il più alto livello di tassazione e di disuguaglianze, con una scuola pubblica che sta in piedi solo grazie a professori volenterosi, con gli investimenti pubblici al minimo (l' intero decreto crescita, è bene ricordarlo, vale appena la metà dell' aiuto di Stato da 900 milioni ad Alitalia), con le infrastrutture che restano al palo. Ultimi, in definitiva, per benessere e sviluppo. Gli economisti intervistati dalla Banca Centrale Europea per l' indagine trimestrale Survey of Professional Forecasters, pur prevedendo un indebolimento dell' economia dell' Eurozona superiore a quanto immaginato finora, sono concordi nello stimare un aumento del Pil dell' 1,2% nel 2019 e dell' 1,4% sia nel 2020 che nel 2021. Lo ripetiamo: l' Italia, nelle pur ottimistiche previsioni governative, sarà ferma allo 0,8.

zingaretti suda all'assemblea pd 1

 

A quel punto, certo, dovrebbe esserci un' opposizione pronta a cogliere la palla al balzo. Ma al momento, nonostante gli sforzi di Zingaretti, all' orizzonte si vede poco o nulla. Alzi la mano chi ha capito cosa farebbe il Pd sull' immigrazione clandestina se fosse al governo.

 

berlusconi salvini

Alzi la mano chi ha capito come farebbe Forza Italia a finanziare la Flat Tax (ma tassa piatta davvero, non con tre aliquote). E il "campo largo" di Zingaretti che posizione avrà su Quota cento e Reddito di cittadinanza? Si, no, boh? Tuttavia gli attuali rissosi azionisti della maggioranza sbaglierebbero a puntare tutte le loro carte sull' inconsistenza dell' opposizione. Perché prima o poi qualcuno o qualcosa di nuovo arriva. Ma i chiacchieroni inconcludenti non l' avranno visto avvicinare, troppo presi a darsele di santa ragione su un Siri qualunque.

salvini berlusconi di maioluigi di maio e matteo salvini luigi di maio e matteo salvini

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”