1. SALVINI (CASO MORISI) E CONTE (CASO DI DONNA) RESISTERANNO FINO AL 18 OTTOBRE?
2. L'EX TRUCE, IN PRIMIS, ASPETTA LA BOTTA FATALE: “ATTACCANO MORISI PER ATTACCARE ME”
3. SIA SALVINI CHE CONTE NON RIESCONO PROPRIO A FICCARSI NELLA TESTA CHE METTERSI CONTRO L’ESTABLISHMENT, NAZIONALE ED EUROPEO, NON POTEVA NON CONDURRE AD APRIRE QUALCHE ARMADIO E BUTTARE ALL’ARIA I VARI SCHELETRI. UBRIACHI DI POTERE PENSAVANO DI POTER ESSERE ONNIPOTENTI, INVINCIBILI, INTOCCABILI. INVECE ERANO SOLO DEI BURATTINI CHE SI CREDEVANO BURATTINAI. MA QUANDO IL GIOCO SI FA DURO, I VERI BURATTINAI HANNO...

Condividi questo articolo


DAGONOTA

conte salvini conte salvini

Ce la faranno Salvini (caso Morisi) e Conte (caso Di Donna) a resistere fino al 18 ottobre? Il Truce, in primis, aspetta la botta finale e lo ha sibilato ieri a Radio Capital: “Attaccano Morisi per attaccare me”. Sia Salvini che Conte non riescono proprio a ficcarsi nella testa che mettersi contro l’establishment, nazionale ed europeo, non poteva non condurre ad aprire qualche armadio e buttare all’aria i vari scheletri.

 

Ubriachi di potere pensavano di poter essere onnipotenti, invincibili, intoccabili. Invece erano solo dei burattini che si credevano burattinai. E quando il gioco si fa duro, i veri burattinai hanno aperto armadi e cassetti e per Salvini e Conte non resta che una dolorosa Via Crucis... 

 

L’ASSEDIO FINALE AL CAPITANO: “ATTACCANO MORISI PER COLPIRE ME”

Jacopo Iacoboni per www.lastampa.it

 

meme sulla crisi di governo conte e salvini meme sulla crisi di governo conte e salvini

L’assedio finale a Matteo Salvini è in pieno corso. Le due settimane che il leader della Lega si lascia alle spalle, e culmineranno con il voto rischiosissimo delle amministrative di domenica, sono troppo dense di eventi sfavorevoli per poter pensare solo a una serie di circostanze casuali. Semmai, un mix di errori politici e forse arroganze anche caratteriali stanno producendo conseguenze anche su altri piani, affondando l’uomo che due anni fa, prima del Papeete, sembrava il potenziale padrone d’Italia.

 

luca morisi e matteo salvini luca morisi e matteo salvini

In fondo è stato Giuseppe Conte a farlo intuire, sia pure negandolo: «Cacciamo via questi pensieri di una giustizia a orologeria, che abbiamo sentito troppe volte. Però, dobbiamo evitare strumentalizzazioni politiche». In una sola frase veniva alzato il velo su tutti i pensieri che effettivamente circolano attorno alla Lega, sia tra avversari sia tra amici, o ex amici, o addirittura tra i leghisti. 

 

matteo salvini e luca morisi 3 matteo salvini e luca morisi 3

Salvini stesso l’ha capito, e anzi l’ha detto apertis verbis parlando con Radio Capital: «Questa storia di Morisi mi sembra molto sospetta, ma non ho letto le dichiarazioni dei ragazzi». E ancora: «Attaccano Morisi per attaccare me: è un'inchiesta senza prove, un errore privato che non ha rilevanza penale. Se finisse senza alcun reato, nessun processo, chi gli restituisce la dignità? Gli spacciatori sono venditori di morte. Far l'amore a pagamento è una questione politica?». 

matteo salvini e luca morisi 2 matteo salvini e luca morisi 2

 

Dove, a parte sentir parlare Salvini come un garantista liberal (nel caso di Morisi, pochi tra i garantisti e i liberal sono stati garantisti e liberal), colpiscono due cose: uno, il capo leghista è ormai convinto che gli stiano andando addosso. E però, ed è il secondo punto, non si fa la domanda politica: se è così, perché avviene questo assedio finale?

salvini draghi salvini draghi

 

Una risposta sicura non c’è, ma si possono mettere in fila i fatti, una congerie di errori politici, o di scontri o frizioni che ha avuto Salvini in tutta l’ultima fase, e su cui non sembra essersi interrogato. 

giancarlo giorgetti e matteo salvini 1 giancarlo giorgetti e matteo salvini 1

 

Il primo, raccontato dalla Stampa per prima due settimane fa, è l’acuirsi del dualismo con Giancarlo Giorgetti, approfonditosi tutta l’estate, tanto Salvini insiste e pesta (ancora) su immigrazione e sovranismo quanto Giorgetti – ormai soprannonimato nella Lega “l’oracolo” – parla di «federalismo», di «partite Iva», di una Lega che torni a pensare soprattutto al Nord, e nel frattempo ha un’interlocuzione solida con l’ambasciata americana, oltre che con il premier Mario Draghi. 

DENIS VERDINI MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI DENIS VERDINI MATTEO SALVINI GIANCARLO GIORGETTI

 

Anche se, ci dice una fonte leghista che li conosce bene entrambi, «la vera altra polarità nella Lega non è Giorgetti, è Zaia». Giorgetti rappresenta però quella Lega “di sistema”, radicata al nord ma anche nei palazzi romani, sempre più stanca delle uscite aggressive di cui la Bestia di Luca Morisi è stata solo un simbolo: dietro la Bestia, c’era sempre Salvini.

 

Proprio su Morisi si incrocia il secondo elemento dell’assedio a Salvini: ci sono davvero tanti tasselli ancora opachi nella vicenda dell’ex guru social leghista. Intanto, una cosa è clamorosamente non chiara: se il ragazzo rumeno è, come si definisce, un professionista che si prostituiva, si è mai visto un professionista della prostituzione (non è chiaro se anche della droga) che chiama lui i carabinieri? Per quali modalità questa storia arriva a essere pubblica?

SALVINI GABRIELLI SALVINI GABRIELLI

 

Salvini si è trovato sempre più accerchiato negli ultimi mesi anche in quello che era il “suo” ex ministero, il Viminale, la roccaforte del suo potere nella stagione del governo ultrasovranista Conte1. E questo anche a causa dei suoi attacchi sempre più forsennati alla ministra in carica, Luciana Lamorgese, di cui ha continuato a chiedere apertamente (anche se non esplicitamente) la rimozione (ministra invece è stata sempre difesa da Giorgetti).

 

matteo salvini silvio berlusconi matteo salvini silvio berlusconi

Il terzo elemento è la zampata di Silvio Berlusconi, che alla sola ipotesi di un Salvini (o Meloni) premier, ha detto al direttore della Stampa «non scherziamo»: creando se non altro lo scenario possibile per un reset post sovranista di tutto il centrodestra. Lo scenario è in ogni caso ribaltato, rispetto al febbraio 2018, quando Salvini si avvicinò alle elezioni cavalcando un’emozione collettiva per la sicurezza generata dopo l’assassinio di Pamela Mastropietro a Macerata, la visita nelle Marche, e la successiva campagna antimigranti del leader leghista. 

 

matteo salvini e giorgia meloni a cernobbio matteo salvini e giorgia meloni a cernobbio

Adesso tutto il contrario: il Capitano si presenta a un voto difficilissimo sull’onda del caso Morisi, e nelle uniche due città in cui il centrodestra è in pista, per vincere o almeno combattere, Torino e Roma, è competitivo rispettivamente grazie a un candidato vicino a Giorgetti (Paolo Damilano) e a un uomo scelto da Giorgia Meloni nella Capitale. Con l’assedio che (forse) si sta per compiere.

 

Il redde rationem, anche per Salvini, si avrà con l’elezione del Quirinale. Il leader della Lega pone un solo veto: «Gianni Letta al Colle? Non faccio il toto-Quirinale, l'importante è che non ci vada Prodi». Per ora è però disallineato anche dalla sua alleata Giorgia Meloni, nonostante Salvini smentisca di averci litigato per il mancato incontro a Milano, causa ritardo della capa di Frateli d’Italia: «Se i treni partano e gli aerei ritardano non posso farci nulla. Lascio che i giornalisti parlino di una realtà parallela, io mi occupo dell'Italia», ha tagliato corto Salvini. La domanda è se il treno del Capitano stia per ripartire, o la linea ferroviaria sia ormai interrotta.

ABBRACCIO MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI ABBRACCIO MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - COME SI PUO’ CONTROLLARE UN PARTITO CHE HA QUASI IL 30% DEI VOTI CON UN POLITBURO DI 4-5 PERSONE? E INFATTI NON SI PUO’! - LE SORELLE MELONI, FAZZOLARI E SCURTI NON TENGONO LE BRIGLIE DI FRATELLI D’ITALIA: SILENZIATA LA CORRENTE DEI “GABBIANI” DI RAMPELLI, AZZERATO IL DISSENSO, ELIMINATA OGNI DIALETTICA INTERNA (CHE SI CHIAMA “POLITICA”), TRATTATI I PARLAMENTARI COME CAMERIERI A CUI SI DANNO ORDINI VIA CHAT, COSA SUCCEDE? CHE POI QUALCUNO SI INCAZZA E FA “L’INFAME”, SPUTTANANDO ALL’ESTERNO IL PIANO DI GIORGIA MELONI PER IL BLITZ PER ELEGGERE FRANCESCO SAVERIO MARINI ALLA CONSULTA…

DAGOREPORT – GIORGETTI E' GIA' PRONTO PER LA TOMBOLA: DÀ I NUMERI - IL MINISTRO DELL’ECONOMIA ALLE PRESE CON LA TERRIBILE LEGGE DI BILANCIO PRIMA ANNUNCIA “SACRIFICI PER TUTTI” E NUOVE TASSE TRA ACCISE E CATASTO, PER POI RINCULARE QUANDO SI INCAZZA LA MELONA, COSI' TIMOROSA DI PERDERE IL VOLUBILE CONSENSO POPOLARE DA CONFEZIONARE UN VIDEO CONTRO IL SUO MINISTRO: "NOI LE TASSE LE ABBASSIAMO" - E QUANDO NON SBUCA LA MELONI, ARRIVA PANETTA: SULLA CRESCITA DEL PIL GIORGETTI SI APPOGGIA AI NUMERI “ADDOMESTICATI” DELLA RAGIONERIA GENERALE FORNITI DALLA SUA FEDELE DARIA PERROTTA, PER VENIRE SUBITO SMENTITO SECCAMENTE DALL'UFFICIO STUDI DI BANKITALIA... 

DAGOREPORT – IL BALLO DELLA KETAMINA DI ELON MUSK NON PORTA VOTI: LA PERFORMANCE “OCCUPIAMO MARTE” DEL PICCHIATELLO DI TESLA SUL PALCO CON TRUMP IN PENNSYLVANIA NON HA MOSSO L’OPINIONE PUBBLICA – KAMALA HARRIS SAREBBE IN VANTAGGIO DI 4-5 PUNTI, MA IL SISTEMA ELETTORALE USA E' FOLLE: NEL 2016 HILLARY CLINTON FU SCONFITTA DA TRUMP PUR AVENDO AVUTO 3 MILIONI DI VOTI IN PIU' – IL PRESSING DEI REPUBBLICANI PERCHE' TRUMP ABBASSI I TONI (È IL MOMENTO DI PARLARE AGLI ELETTORI MODERATI, NON AL POPOLO MAGA, CHE LO VOTA COMUNQUE) - I DILEMMI DI KAMALA: MI CONVIENE FARE GLI ULTIMI COMIZI CON OBAMA? COME RICONQUISTARE IL VOTO DEI TANTI GIOVANI PRO-PALESTINA?